In Tribunale incognita pensioni

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“Un’emergenza: quella dei carichi di lavoro, che portano a “udienze massacro” con cinquanta processi. E un’incognita: la pronuncia del Consiglio di Stato che blocca il pensionamento forzato dei magistrati settantenni e potrebbe vanificare, a Salerno, le selezioni per presidente di Corte d’Appello e procuratore generale. È in questo contesto che magistrati e parlamentari si sono confrontati in Tribunale nel convegno organizzato dall’Anm per analizzare il progetto di riforma dell’ordinamento giudiziario in discussione al Senato. Un disegno di legge che prevede tra l’altro la riforma della prescrizione (sospendone i termini dopo la condanna in primo grado) ma anche tempi stringenti – tre mesi – dalla notifica della conclusione indagini alla decisione su richiesta di rinvio a giudizio o archiviazione.

E se sulla prescrizione i magistrati rilanciano («sospendiamola sin dall’esercizio dell’azione penale, anche per incentivare i riti alternativi» propongono Pietro Indinnimeo, segretario distrettuale dell’Anm e Alfonso Scermino, segretario distrettuale di Unicost), sui tempi per l’imputazione invece frenano: «Attenzione agli effetti collaterali – avverte Rocco Alfano, coordinatore distrettuale della componente Area – Il rischio è che non ci sia il tempo di valutare gli argomenti difensivi e si chieda sempre il rinvio a giudizio». «Ma nemmeno è pensabile – ribatte la presidente della commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti – che i processi restino negli armadi per anni».
Sullo sfondo il tema dell’età pensionabile delle toghe, che il Governo ha voluto abbassare da 75 a 70 anni raccogliendo però lo stop del Consiglio di Stato, che pochi giorni fa ha concesso la sospensione del collocamento a riposo di cinque ricorrenti. Il Ministero della giustizia ha già presentato istanza di revoca del parere ed è probabile che la decisione arrivi martedì, ma intanto a Salerno è previsto che per fine anno lascino l’incarico il presidente della Corte d’Appello, Matteo Casale, e il procuratore generale Lucio Di Pietro. Le procedure per sostituirli sono in corso, con una prima selezione di dieci candidati per la successione a Casale e di otto per il posto di pg, e non è chiaro se il contenzioso instaurato davanti a Palazzo Spada estenda i suoi effetti a tutti. «Si rischia di creare problemi all’organizzazione degli uffici. C’è possibilità di un ingorgo tra le procedure selettive e gli effetti del parere del Consiglio di Stato» ha sottolineato il presidente nazionale dell’Anm, Rodolfo Sabelli. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia, perché da Salerno il segretario Indinimmeo parla di “perdita di risorse importanti” con particolare riferimento a Casale.
Altro nodo quello dei magistrati onorari, protagonisti di un battibecco con il deputato Nino Marotta (membro della commissione Giustizia) sui contenuti di una riforma che taglia i compensi e riduce a dodici anni la somma massima dei mandati. «Ci dicono di cercare un altro lavoro, ma intanto ci chiedono produttività e di fare sempre di più» protesta Elisabetta Barone coordinatrice distrettuale di Federmot.
Su tutto, l’ipotesi di rivedere l’impostazione
del processo per tentare di ridimensionarne la durata. «Adesso l’imposizione di risentire tutti in udienza, anche curatori fallimentari e consulenti, finisce per paralizzare il dibattimento» sottolinea il presidente distrettuale dell’Anm, Massimo Palumbo.” di Clemy De Maio(fonte:lacittadisalerno.gelocal.it)

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