Storia delle conversioni in legge dei decreti legge sulla magistratura onoraria (2008)

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 maggio 2008, n. 95, recante disposizioni urgenti relative al termine per il riordino del ruolo e delle funzioni della magistratura onoraria (A.C. 1212-A) (ore 17,27).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 maggio 2008, n. 95, recante disposizioni urgenti relative al termine per il riordino del ruolo e delle funzioni della magistratura onoraria.
Ricordo che nella seduta del 26 giugno si è concluso l’esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1212-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole dell’Italia dei Valori su questo provvedimento. Alcune considerazioni, però, intendo farle, per l’importanza che le diverse categorie rientranti all’interno della più generale categoria della magistratura onoraria rivestono nell’ordinamento giudiziario e per le funzioni che svolgono.Pag. 33
Come si sa, esistono diverse tipologie di magistratura onoraria: c’è quella dei viceprocuratori onorari e dei giudici onorari, a proposito della quale vorrei richiamare l’attenzione del sottosegretario, affinché vengano trovati gli strumenti per coprire una dimenticanza che in questo caso è stata fatta. Si parla soltanto dei giudici onorari dei tribunali per i minorenni, mentre bisogna ricordare che ci sono anche i consiglieri onorari delle sezioni specializzate minorili presso le corti d’appello.
Ma, a parte questa categoria della magistratura onoraria, vorrei ricordare che ce n’è una di grandissima importanza, che è quella rappresentata dai giudici di pace. Essi, illustre sottosegretario, come lei sa, svolgono una funzione assolutamente essenziale all’interno del nostro ordinamento giudiziario. Attualmente, sono circa 4 mila; la legge istitutiva risale al 1992, il reclutamento ha avuto luogo nel 1993 e l’entrata in funzione nel 1994.
Quelli che hanno ricoperto le funzioni, quindi, in data più risalente, oramai esercitano le funzioni stesse da 14 anni. Questa categoria è rimasta assolutamente non disciplinata sotto molti profili e in molti settori. Essa ha svolto una funzione di assoluta importanza all’intero del nostro ordinamento, in quanto ha consentito di coprire dei vuoti di organico con l’assegnazione di funzioni, in materia civile prima, e, successivamente, in materia penale, che sono assolutamente essenziali e senza le quali, oggi, l’ordinamento giuridico e l’ordinamento giudiziario entrerebbero in fortissima crisi.
Illustre sottosegretario, è giunto il momento di mettere mano con determinazione al riordino complessivo di questa categoria. Non si può continuare a sfruttare delle persone che per tanto tempo hanno reso un servizio importante, lasciandole però in una tale situazione di precarietà. Non voglio accennare al fatto che debbano essere inseriti nel ruolo organico della magistratura. Questo è al di fuori delle nostre considerazioni, non lo chiediamo e, ovviamente, non lo vogliamo. Tuttavia, all’interno di una previsione più generale di carattere ordinamentale è evidentemente necessario superare alcune situazioni limite che attualmente sussistono, come, ad esempio, le differenze molto forti di retribuzione. Infatti, vi sono delle situazioni nelle quali i giudici di pace percepiscono una retribuzione che, come lei sa, è a cottimo (si tratta di una categoria che oramai è superata anche negli ordinamenti giuridici europei). Essi percepiscono, in base al numero di sentenze, una retribuzione che non consente loro di vivere una vita minimamente dignitosa, considerato che non possono esercitare la funzione di avvocati. Invece, in altre situazioni riescono ad avere delle retribuzioni anche importanti.
Vi è infine la considerazione che queste persone lavorano e stanno lavorando per lungo tempo senza avere alcuna copertura di carattere assistenziale. Ecco perché, signor sottosegretario, nel preannunciare un voto favorevole a questo provvedimento, invitiamo il Governo, anche per l’ampiezza del termine concesso (un anno e mezzo), a voler mettere mano con determinazione a questa riforma. Noi daremo la collaborazione necessaria (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Rao. Ne ha facoltà.

ROBERTO RAO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l’Unione di Centro ribadisce di condividere la necessità di convertire in legge questo decreto e, pertanto, ne annuncio il voto favorevole. Come già si è riconosciuto da più parti in quest’Aula, il sistema di giustizia non può privarsi di punto in bianco del sostegno della magistratura onoraria, che è divenuta anno dopo anno ormai indispensabile. Le funzioni svolte dai giudici onorari di tribunale, benché istituiti per supporto ed esigenze di carattere temporaneo, sono ormai in gran parte le stesse dei magistrati ordinari.
Di fronte a carichi di lavoro giudiziario sempre più cospicui, qualunque interruzionePag. 34dell’operato dei giudici onorari avrebbe provocato conseguenze estremamente negative per l’amministrazione della giustizia in tutto il Paese. Se il provvedimento, infatti, non venisse convertito, i giudici onorari di tribunale dovrebbero cessare immediatamente la loro attività, anzi, avrebbero già dovuto farlo dall’inizio di giugno. Inoltre, sorgerebbe il problema della validità delle stesse sentenze emesse in tutta l’attività svolta nelle ultime settimane.
Signor Presidente, l’Unione di Centro – lo abbiamo ribadito in diverse occasioni già in questa legislatura – non vuole l’ingolfamento della macchina giudiziaria e nemmeno che l’intero sistema giustizia proceda con il freno a mano tirato. Se, da una parte, con il voto favorevole dell’Unione di Centro diamo il nostro contributo affinché sia garantita la funzionalità dei tribunali, dall’altra non possiamo non evidenziare tutte le nostre perplessità di fronte a talune decisioni del Governo su questioni che attengono alla giustizia.
Penso ad alcune norme molto discutibili inserite nel decreto-legge in materia di sicurezza, che sono oggetto di dibattito e confronto in questi giorni in Commissione. Penso alla scelta di istituire una sorta di «superprocura» a Napoli per i reati ambientali della Campania nel decreto-legge sull’emergenza rifiuti, che rischia di intasare l’attività giudiziaria nel capoluogo campano. Restiamo in attesa di nuove puntate su questo argomento, di nuovi provvedimenti con corsie preferenziali, che rispondono a logiche, a nostro giudizio, estranee all’interesse generale.
Signor Presidente, il nostro senso di responsabilità e il nostro senso delle istituzioni è tale da saper mettere da parte gli schieramenti e le appartenenze quando è ora di affrontare temi cruciali come l’efficienza della giustizia. Vogliamo qui sottolineare la coerenza con cui l’Unione di Centro ha sempre sostenuto la necessità di evitare il più possibile l’intasamento delle aule dei tribunali e, più in generale, del lavoro della magistratura. Lo abbiamo detto a chiare lettere ieri, quando abbiamo criticato la scelta del Governo di introdurre per decreto-legge il reato di immigrazione clandestina (eventualità per ora scongiurata). Lo confermiamo oggi, votando invece favorevolmente alla conversione di un decreto-legge che sventa il pericolo di una paralisi del sistema giustizia di cui francamente non sentiamo il bisogno.
A tal proposito, vale la pena ricordare al Governo il suo impegno preso accogliendo un ordine del giorno formulato dalla maggioranza, che l’Unione di Centro ha sottoscritto senza pregiudizi dopo averlo integrato, a dimostrazione che la nostra opposizione guarda ai fatti e non agli schieramenti.
L’Esecutivo, attraverso l’ordine del giorno Vitali n. 9/1212/1, si è impegnato nella seduta del 26 giugno a formulare una proposta organica di riforma della magistratura onoraria tale da consentire al Parlamento di approvarla entro il 31 dicembre 2009, astenendosi dal ricorso ad ulteriori proroghe. Nonostante le sempre più estese attribuzioni, infatti, la situazione della magistratura ordinaria è stata icasticamente definita di protratta precarietà: non esiste un modello unitario per questi magistrati non togati, assunti per assolvere a funzioni e compiti diversissimi e per un tempo determinato, ma in realtà – come si vede – continuamente prorogato; è ancora tutto da definire per loro un ruolo organico coerente e composito.
Va dunque ribadita l’urgenza di una riforma completa della magistratura onoraria, tante volte annunciata e mai condotta a termine. Si tratterebbe, signor Presidente, di una di quelle riforme, queste sì, urgenti e realmente utili al funzionamento della giustizia e davvero sentite dai cittadini: una riforma alla quale siamo disposti a collaborare con serietà e dalla quale potranno derivare vantaggi concreti per il bene comune in un’ottica di recupero e valorizzazione delle diverse professionalità, in funzione di una giustizia efficiente per tutti cittadini, e in cui vi siano meno sprechi, meno burocrazie e tempi più rapidi nei processi.
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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, con il presente provvedimento ci apprestiamo ad uniformare al 31 dicembre 2009 la data di scadenza di tutte le categorie di magistrati onorari assegnati ai diversi uffici giudiziari, in attesa di una riforma organica e complessiva, che il Governo stesso si è impegnato a presentare, per evitare di lasciare il destino di questa figura ancora avvolto nell’incertezza e nella precarietà. Preannuncio fin da subito che il voto del gruppo della Lega Nord Padania sarà favorevole a questo provvedimento.
In Commissione giustizia, il gruppo della Lega Nord ha apportato al provvedimento stesso un contributo a nostro avviso importante e significativo, attraverso la presentazione di un emendamento, accolto dal Governo, che peraltro ne ha presentato uno identico, diretto a salvaguardare la posizione di ulteriori 1.100 giudici onorari di tribunale e vice procuratori onorari, le cui funzioni erano prossime alla scadenza definitiva, fissata per il 31 dicembre 2008. Tale magistratura onoraria, infatti, non risultava essere stata interessata dal decreto in esame. Con tale emendamento si è provveduto a far sì che, come previsto per i magistrati onorari in scadenza al 31 dicembre 2007, anche i giudici onorari e i vice procuratori onorari che esercitano le funzioni alla data di entrata in vigore della legge di conversione, il cui mandato scade il 31 dicembre 2008, e per i quali non era consentita alcuna conferma, siano ulteriormente prorogati nell’esercizio delle rispettive funzioni sino alla riforma organica della magistratura, e comunque non oltre il 31 dicembre 2009.
La Lega Nord ritiene che la riforma della magistratura onoraria sia non più prorogabile e rappresenti un problema che non riguarda più solamente questa categoria, ma investe tutta la magistratura, sia per i riflessi che può avere sul piano ordinamentale, relativamente – ad esempio – alla durata dell’incarico, alle retribuzioni, alla rappresentanza dell’organo di autogoverno, sia per la ripartizione di competenze per materia con la magistratura ordinaria, visto che questo aspetto dovrà necessariamente essere rivisto una volta che si andrà ad incidere sulle competenze dei giudici di pace e sulle attribuzioni di competenze specifiche ai giudici onorari di tribunale e ai vice procuratori onorari.
Nel corso degli anni abbiamo assistito al sempre maggiore ausilio da parte dei magistrati onorari nei ranghi della giurisdizione, in quanto l’eccessivo carico giudiziale della magistratura togata ha reso quest’ultima incapace, o parzialmente incapace, di assolvere da sola alle crescenti esigenze di giustizia. Ciononostante, il modello del magistrato onorario è rimasto incentrato unicamente su un ruolo di integrazione suppletoria rispetto alle mancanze, alle assenze, agli impedimenti dei magistrati professionisti, secondo la scelta operata dal legislatore del 1998, nonostante il ruolo sempre più indispensabile svolto dalla magistratura onoraria di fronte alle croniche insufficienze delle strutture.
In aggiunta, poi, svolgendo un ruolo indefettibile all’interno degli uffici giudiziari italiani, la magistratura onoraria è stata guardata spesso con una certa diffidenza, e talune perplessità sono state espresse sulla preparazione professionale e sul livello qualitativo dei magistrati onorari. Tali dubbi e perplessità hanno spesso portato a percepire la magistratura onoraria come una magistratura di serie B, dedicata ed interessata unicamente ad una giustizia minore.
Tuttavia, in un Paese come il nostro, dove il vertiginoso aumento delle cause e del contenzioso giudiziario ingolfa ormai eccessivamente le aule di giustizia portando il sistema ad una situazione di collasso, è ormai urgente e necessario pervenire ad un generale ed organico piano riformatore della magistratura onoraria, anziché continuare ad intervenire sporadicamente in modo settoriale e aPag. 36colpi di proroghe, generatrici unicamente di situazioni di precarietà e di instabilità della categoria.
Tale categoria, per il ruolo e la funzione che svolge nel sistema giudiziario del Paese, non merita di vivere in una situazione di incertezza. Questa magistratura rappresenta una risorsa per il sistema giudiziario. Questa magistratura risulta e si rivela profondamente coinvolta nei problemi concreti della giustizia, risulta particolarmente legata alla specificità della domanda presente sul territorio, e concorre ad una prospettiva di arricchimento pluralistico e democratico della giustizia. L’istituzione e l’affermazione dei giudici onorari – e in particolar modo dei giudici di pace – costituisce ormai il reticolo di base della giurisdizione, complementare ed integrativo alla magistratura togata, capace di dare vita ad una giustizia conciliativa vicina alle istanze ed ai bisogni dei cittadini, i quali troppo spesso nutrono un senso di diffidenza e di scarsa fiducia nei confronti degli organi di giustizia.
A tal proposito, ricordiamo che sempre con maggior convinzione bisogna avvertire la consapevolezza che al centro del sistema giustizia vi è la persona, che cerca tutela dei propri diritti ed alla quale vanno fornite risposte concrete, immediate e, soprattutto, certe. Frequente e viva è, infatti, tra gli operatori del diritto – legislatore compreso – la tendenza a considerarsi il centro del processo riformatore del sistema giustizia; invece, all’inizio e alla fine di un processo civile o penale, vi è la persona, l’uomo, il cittadino, che sente lesi i propri diritti e che chiede alla Stato una risposta ai propri bisogni in termini di giustizia e di garanzia.
Fondamentale nel quadro giudiziario del Paese è il ruolo e la funzione dei circa 4.700 giudici di pace. Secondo i dati statistici più recenti, i giudici di pace definiscono poco meno di due milioni di procedimenti all’anno, con una media circa di 500 procedimenti per ciascun magistrato. La durata dei processi dinanzi ai giudici di pace si è stabilmente attestata in tempi inferiori ad un anno (in media 340 giorni), ovvero un terzo del tempo necessario per la definizione dei processi dinanzi ai tribunali, al punto che questa magistratura non viene interessata dal fenomeno, largamente diffuso, dei processi per equa riparazione per violazione del termine ragionevole del processo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 17,43).

NICOLA MOLTENI. A tal proposito, l’occasione è tale per evidenziare – e riportare quindi all’attenzione dell’Aula parlamentare – che nel corso della passata legislatura il gruppo della Lega Nord ha presentato al Senato, a firma del senatore Castelli e di tutti gli altri senatori del gruppo, un disegno di legge, in data 15 febbraio 2007, già peraltro oggetto di discussione nell’Aula parlamentare e indicativamente sostenuto da un vasto consenso politico, volto alla determinazione delle misure per la nomina elettiva dei giudici di pace (nomina elettiva costituzionalmente prevista dall’articolo 106, secondo comma, della Costituzione), e ciò nella convinzione della necessità che la giustizia diventi sempre più vicina ed accessibile ai cittadini.
A tal riguardo valutiamo altresì positivamente l’ordine del giorno Vitali n. 9/1212/1 al presente disegno di legge di conversione, presentato dalla maggioranza e ovviamente condiviso dal gruppo della Lega Nord, all’interno del quale si invita il Governo a provvedere ad un intervento immediato in materia di giudici onorari, nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 106, secondo comma, della Costituzione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 17,45).

NICOLA MOLTENI. La figura dei giudici di pace, con il passare degli anni, ha assunto sempre più un ruolo crescente, al punto che oggi il loro contributo risulta indispensabile per il funzionamento della giustizia. Proprio nell’amministrazione della cosiddetta giustizia bagattellare – maPag. 37non solo, e non necessariamente, minore – riteniamo che proporre una forma di partecipazione popolare nell’amministrazione della giustizia rappresenti una concreta applicazione dei principi costituzionali, in corrispondenza delle peculiari tradizioni di ogni comunità.
Pertanto, richiamando integralmente il contenuto del disegno di legge di cui sopra, presentato dal gruppo della Lega Nord al Senato, e condividendo al contempo l’ordine del giorno della maggioranza, il gruppo della Lega Nord invita il Governo ad attivarsi in tempi rapidi per addivenire, nell’ottica della riforma organica della magistratura, alla determinazione di quanto statuito nell’articolo 106, secondo comma.
In conclusione, in ragione della consapevolezza del ruolo innovativo e dell’indiscutibile contributo dato dai magistrati onorari per scongiurare parzialmente il collasso della giurisdizione, riteniamo necessaria una riforma della funzione onoraria attraverso l’adozione di un ordinamento che ne disciplini lo status e sia capace di disegnare con chiarezza le funzioni che ad essa vanno attribuite, per risolvere i problemi relativi alle modalità di reperimento, stabilire requisiti per la nomina e un giusto trattamento economico, sancire le incompatibilità, la disciplina e l’autogoverno, onde giungere alla consacrazione di una funzione che, con professionalità, riveste un ruolo da comprimario nell’amministrazione della giustizia.
Pertanto, abbiamo la consapevolezza che la magistratura onoraria, incentrata anche e soprattutto intorno alla figura del giudice di pace, rappresenta una risorsa preziosa per il sistema giustizia, che non deve andare assolutamente dispersa anzi deve essere potenziata, riorganizzata ma soprattutto valorizzata attraverso la partecipazione popolare nell’amministrazione della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Tidei. Ne ha facoltà.

PIETRO TIDEI. Signor Presidente, preannunzio a nome del mio gruppo, il Partito Democratico, il voto favorevole al provvedimento in esame per due motivi principali. Il primo motivo è che tale provvedimento unifica e uniforma la scadenza prevista da due provvedimenti legislativi, ciò per evitare, ovviamente, una disparità di trattamento all’interno della magistratura onoraria. Il secondo, peraltro già preannunziato da altri colleghi, è rappresentato dal pieno convincimento e soprattutto dall’augurio che entro il 30 dicembre 2009 si proceda ad una riforma radicale ed organica della magistratura onoraria.
Proverò a riassumere brevemente lo scenario che sta alla base del provvedimento in esame e soprattutto quali sono i presupposti, nell’ambito dell’attuale legislatura, per cui si intravede la possibilità concreta di mettere effettivamente mano alla riforma della giustizia nel suo complesso, non solo di quella onoraria. Comincio proprio con l’indicare, signor Presidente, la linea rossa del 2009 come termine temporale ultimo per assumere finalmente una decisione sul ruolo della magistratura onoraria. Tuttavia, mi resta proprio difficile pensare che la riforma generale della magistratura onoraria possa prescindere da quella complessiva della magistratura, di cui ovviamente la parte onoraria – anche ciò è stato già affermato da alcuni colleghi – rappresenta solo una gamba, sebbene di estrema importanza.
Mi resta però – devo ammetterlo in maniera assolutamente critica – ancora più difficile pensare come tali riforme, che sono del tutto auspicabili, possano trovare un terreno di confronto favorevole nel momento in cui appaiono all’orizzonte in maniera puntuale e in un certo senso persino prevedibili i primi preoccupanti tratti del disegno del capo del Governo in ordine alla magistratura. Mettere concretamente mano alla riforma della giustizia non è un’impresa che possa andare d’accordo con chi la giustizia – diciamolo chiaramente – la pensa fatta in casa e soprattutto pro domo sua, cosa a cui abbiamo purtroppo assistito negli ultimiPag. 38giorni. Pertanto, il provvedimento che ci accingiamo a votare stasera è accompagnato da una cornice a tinte davvero fosche. Infatti, in ordine alla questione complessiva della giustizia abbiamo non solo profondi dubbi ma anche notevoli certezze, pertanto ci batteremo in tutti i modi per contrastare il disegno prevaricatore del Governo e della maggioranza.
Si può affermare che il provvedimento in esame rappresenta una proroga e auspichiamo che possa essere l’ultima. Infatti, esso unifica le scadenze di tutti i magistrati onorari ma soprattutto è un provvedimento urgente senza cui le aule di giustizia oggi sarebbero già sicuramente ferme da oltre un mese. Dopo il voto però – di ciò dobbiamo esserne ben consapevoli – per un altro anno la magistratura onoraria resterà nel limbo. È stato affermato che siamo in regime di proroga e quelli che erano stati gli impegni assunti già da dieci anni dai diversi Governi che si sono succeduti non sono stati puntualmente mantenuti e pertanto ci avviciniamo ormai ad un altro anno di limbo, di proroga, e dunque di grande incertezza. Perciò dobbiamo essere tutti consapevoli che stiamo alimentando una delle più straordinarie forme esistenti in natura di precariato intellettuale. La cellula staminale della magistratura onoraria, prevista peraltro dalla Costituzione, immersa come abbiamo già affermato nel brodo primordiale della giustizia è diventata, in dieci anni, un vero e proprio organo vitale nell’ambito del complesso organico giudiziario. Ma proprio per tale ragione – tutti abbiamo sentito che nessuno si dissocia da tale convincimento – ritengo che ormai sia improcrastinabile una vera e propria riforma della magistratura onoraria perché essa è importante e rappresenta una gamba essenziale di quella ordinaria.
Quindi attribuivamo al Governo il dovere di entrare in questa Aula con una proposta di soluzione definitiva, optando tra la scelta di conferire stabilità, laddove ovviamente sia possibile, mediante l’applicazione e l’individuazione di norme per l’accesso stringenti e chiare e non delle semplici sanatorie, decidendo di considerare tale categoria quale organo complementare rispetto alla magistratura togata, oppure di considerarla (come poteva essere possibile) come un organo le cui funzioni vengono esercitate in via occasionale e temporanea. Ma sappiamo tutti che non è così, perché in dieci anni abbiamo visto che non si tratta né di occasionalità né di temporaneità. Il Governo non lo ha fatto e si è presentato, insieme alla maggioranza, purtroppo con questa proroga sic et simpliciter.
Da parte nostra – lo abbiamo già detto – è l’ultima volta che consentiamo a questa maggioranza di stralciare questo argomento rispetto alla riforma più generale, cioè alla riforma con la «R» maiuscola. La riproposizione di un’ulteriore proroga tra un anno non avrebbe davvero alcun senso e troverebbe – lo dichiariamo sin d’ora – la nostra netta opposizione. Basti pensare a quanto anche l’attività della magistratura onoraria risenta di tutti gli altri fattori che è opportuno rivedere per aggiungere efficienza alla macchina della giustizia.
Il Partito Democratico quindi voterà, signor Presidente, a favore del provvedimento in esame, e lo facciamo per mero senso di responsabilità, ricordando però la proposta, avanzata dal mio gruppo, di un articolato e urgente intervento attraverso lo strumento della legge delega, che abbiamo già avuto modo di trattare durante il dibattito. Ma, come si vede, da parte nostra non vi è alcuna apertura di credito sul tema della giustizia nei confronti del Presidente Berlusconi e del suo Governo; nessuna apertura di credito soprattutto dopo gli avvilenti e preoccupanti atteggiamenti del Governo e della maggioranza sui temi della giustizia e sugli interessi privati – diciamolo con grande chiarezza – che ostinatamente si cerca di far prevalere in quest’aula rispetto a quelli pubblici e generali. Si tratta di una vergogna – lo diciamo – che umilia e disonora il Parlamento e lo Stato italiano di fronte al mondo civile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, colleghi deputati, prorogare significa rinviare. Rinviare significa non prendere delle decisioni. Noi riteniamo che il Governo dovrebbe verificare le carenze di personale e coprire i posti vacanti con dei concorsi pubblici e non prorogare ulteriormente le funzioni della magistratura onoraria, come è previsto dal disegno di legge al nostro esame.
Come è noto a tutti, il ricorso alla magistratura onoraria nasce dall’esigenza di decongestionare gli uffici giudiziari, a causa dell’eccessivo carico di liti pendenti nonché di una vasta serie di disfunzioni del sistema giudiziario, civile e penale.
I cosiddetti giudici non togati sono stati infatti inseriti nel nostro ordinamento al fine di ovviare a carenze croniche del sistema di giustizia, cui ormai da decenni si deve mettere mano per un riordino generale che mai potrà passare attraverso l’istituzionalizzazione della magistratura onoraria. Ciò vale per diversi ordini di motivi. I vice procuratori onorari, i giudici onorari dei tribunali, sono reclutati non a seguito di un concorso per uditore giudiziario regolarmente bandito dal Ministero della giustizia, bensì sulla base di titoli, al fine di occuparsi delle questioni civili e penali di minor valore economico e comunque per reati con pene più lievi. Tale competenza, in realtà assai limitata al momento dell’introduzione di tale figura, è andata via via aumentando, andando ad erodere sempre di più la cognizione dei magistrati ordinari, a causa della lamentata congestione degli uffici giudiziari. Ma non è con la legislazione d’emergenza che si risolvono i problemi della giustizia italiana. Come si può mai pensare di decongestionare gli uffici giudiziari aumentando il ruolo della magistratura onoraria a scapito della qualità della giustizia? In quale Paese civile si è mai sentito che i giudici di pace vengono pagati a cottimo, ossia più sentenze firmano, più guadagnano? Questo è ciò che attualmente avviene in Italia, dove i giudici di pace, a scapito della qualità delle sentenze, sono incoraggiati a chiudere nel più breve tempo possibile le cause civili pendenti, con la concessione di un premio alla produttività che non potrebbe trovare mai applicazione in un lavoro tanto delicato come quello cui è chiamato chi fa giustizia.
Non dimentichiamo poi che oggi in Italia quasi chiunque può diventare magistrato onorario, esercitando le funzioni di giudice di tribunale o di procuratore di udienza. È infatti sufficiente la laurea in legge per poter concorrere a tale importante e delicato ruolo. Nulla contro chi, e sono tanti, svolge con abnegazione e zelo il proprio compito di operatore della giustizia, ma queste considerazioni sono rivolte a chi, governando il Paese, finge di occuparsi dei problemi della giustizia rattoppando le tante falle che qua e là si presentano all’interno del nostro sistema giudiziario, ormai ridotto ad un immenso carrozzone non più in grado di svolgere il minimo del lavoro indispensabile.
I magistrati onorari hanno dato e continuano a dare il loro importante contributo all’amministrazione della giustizia in Italia, ma tale aiuto non può continuamente essere procrastinato a danno dei cittadini i quali, di contro, hanno il diritto di avere una giustizia amministrata in modo professionale da soggetti vincitori di concorso pubblico, che non abbiano ciclicamente la pistola della mancata conferma a fine anno puntata alla tempia. L’Italia, onorevoli colleghi, ha bisogno di una magistratura di ruolo capace di poter programmare la propria azione e la propria organizzazione anche del ruolo di udienza, rispettando e tutelando i diritti dei cittadini italiani, liberi da condizionamenti tipici del ricatto politico più bieco che penalizza l’intera collettività.
Perciò il Governo, a nostro giudizio e a mio giudizio personale, dovrebbe verificare immediatamente tutte le carenze di personale e non prorogare, che significa rinviare, ma far coprire i posti vacanti con concorsi pubblici per evitare che ci sia una magistratura che abbia delle difficoltà, affinché possa essere tranquilla e serenaPag. 40nel proprio giudizio e nel proprio lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo Popolo della Libertà su questo provvedimento. È chiaro che si potrebbe agevolmente liquidare il dibattito sul provvedimento che dobbiamo licenziare limitandolo ad una disamina e ad un giudizio della norma in sé, dei suoi effetti e della sua ratio. In realtà la proroga della magistratura onoraria si presta ad una ben più articolata analisi che investe necessariamente il peso oggi ricoperto da tale figure giurisdizionali, il loro impiego, lo status di magistrato onorario, il rapporto tra questi operatori del diritto ed i colleghi togati, e molte altre questioni all’ordine del giorno.
Per razionalizzare la disciplina susseguitasi negli anni in modo non sempre lineare e coerente siamo chiamati a stabilire una ulteriore e generale proroga, per continuare ad applicare fino a tale data le disposizioni in materia di ordinamento giudiziario che regolano l’impegno dei magistrati onorari presso tribunali e procure. Come osservato, tuttavia, il provvedimento in esame ha prospettive di più ampio respiro con riferimento al complessivo riordino del ruolo e delle funzioni della magistratura onoraria. Ferme restando l’utilità e l’opportunità della proroga, grazie alla quale si scongiura la paralisi della macchina giudiziaria, visto il peso della magistratura onoraria e delle incombenze di centinaia di uffici giudiziari, occorre sottolineare come la tematica in esame sia estremamente delicata e vada necessariamente affrontata in una prospettiva de iure condendo. Un intervento di ridefinizione e riqualificazione dell’intero settore è auspicabile con lo scopo di scongiurare il perpetuarsi della condizione di precariato intellettuale nella quale si trovano i magistrati non professionali.
Nel corso dei lavori in Commissione gli stessi rappresentanti del Governo hanno precisato che questo decreto-legge è finalizzato, come detto, in primo luogo ad uniformare la scadenza delle varie categorie dei giudici onorari, ed è altresì prodromico rispetto ad una riforma organica della magistratura onoraria. Il rischio, infatti, per una categoria che sta assumendo sempre maggiore peso, è che il permanere di questa situazione poco chiara faccia male non soltanto ai giudici onorari, che quotidianamente amministrano la giustizia, ma alla giustizia stessa e quindi ai cittadini che ad essa si rivolgono.
La magistratura onoraria nel nostro Paese infatti non ha più un ruolo complementare ed occasionale, ma svolge una funzione assolutamente fondamentale nel rispondere ad una domanda di giustizia che sempre più massicciamente viene dai cittadini. A fronte di ciò tuttavia, oggi ci troviamo davanti a diverse categorie di giudici onorari, con altrettanto diversi criteri di selezione, con diverse retribuzioni e con diverse durate dei rapporti di lavoro. A fronte di questa instabilità ed incertezza, la magistratura onoraria ha assunto ormai numeri di tutto rispetto: la giurisdizione in Italia si caratterizza, ormai da anni, per la presenza determinante di oltre diecimila magistrati onorari; secondo le stime del Ministero circa il 70 per cento della giurisdizione sarebbe affidata a queste figure.
È chiaro che i giudici onorari hanno necessità, quindi, di un’organizzazione, di una disciplina, nonché, per alcuni versi, anche di una valorizzazione. Certamente tale processo non sarà né rapido né agevole.
Vi è un altro profilo che andrà certamente preso in esame: mi riferisco al rapporto tra magistrato onorario e magistrato togato all’interno del procedimento, in particolare di quello penale. Pur dando atto della progressiva crescita di professionalità legata al massiccio impiego dei membri non togati della magistratura, è essenziale l’intervento di almeno un magistrato di carriera nel procedimento in cui sia delegato un magistrato onorario. Infatti, il processo di valorizzazione della magistratura onorariaPag. 41che intendiamo percorrere non deve dar luogo ad alcuna abdicazione delle prerogative riservate ai togati.
Non mi dilungo su questo tema e preannuncio il voto favorevole del gruppo PdL sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 1212-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1212-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 1212-A, di cui si è testé concluso l’esame.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Conversione in legge del decreto-legge 30 maggio 2008, n. 95, recante disposizioni urgenti relative al termine per il riordino del ruolo e delle funzioni della magistratura onoraria.» (1212-A):

Presenti 529
Votanti 527
Astenuti 2
Maggioranza 264
Hanno votato sì 525
Hanno votato no 2

(La Camera approva – Vedi votazioni).

Prendo atto che i deputati Nizzi, Rota, Vernetti e Vassallo hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Come annunciato dal Presidente Fini, sospendo la seduta per consentire lo svolgimento della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, fissata alle 18, al piano Aula. Al termine della riunione, la Presidenza darà le opportune comunicazioni.

La seduta, sospesa alle 18, è ripresa alle 18,40.

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