Sassari: undici indagati per assenteismo negli uffici del giudice di pace

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Pubblichiamo un articolo relativo ad un aspetto negativo, purtroppo non isolato ,di assenteismo negli uffici dei giudici di pace…

“Inchiesta chiusa. La magistratura competente sta facendo notificare l’avviso ai cancellieri e agli altri impiegati dello stabile di via Casu a SASSARI. La Procura quantifica per ciascuno degli indagati le ore di assenza dal posto di lavoro – nel periodo dal 21 novembre 2013 al 12 dicembre 2013 – e il relativo «danno economico procurato all’Erario»: complessivamente poco meno di duemila euro.
In questi giorni la magistratura romana – competente perché nell’inchiesta è coinvolto un giudice – sta notificando l’avviso di chiusura delle indagini preliminari sui presunti casi di assenteismo che tre anni fa hanno coinvolto il coordinatore dei giudici di pace di Sassari e altri dieci impiegati degli uffici di cancelleria civile e penale dello stabile di via Casu .

Per questi ultimi l’ipotesi di reato è truffa aggravata, a carico del giudice ci sarebbero invece l’abuso d’ufficio e la falsità ideologica commessi – secondo l’accusa – per agevolare la truffa. Gli altri indagati sono tutti di Sassari.
I carabinieri del nucleo operativo di Sassari, che hanno materialmente svolto le indagini, avevano raccolto nel fascicolo riprese video, intercettazioni, pedinamenti, fotografie. Una lunga attività che è servita a documentare ingressi e uscite dal lavoro degli impiegati. Le telecamere puntate sulla porta d’ingresso dell’ufficio di via Casu avrebbero filmato per mesi gli spostamenti del personale e i carabinieri in borghese hanno seguito gli addetti della cancelleria così come disposto da Roma.
L’ipotesi di truffa aggravata contestata ai cancellieri riguarderebbe proprio irregolarità nella compilazione dei registri di presenza. Nella lente di ingrandimento della Procura sono finiti in particolare i moduli di permesso che venivano vistati da Fracassi. Il giudice avrebbe omesso di vigilare sulla corretta compilazione. «Nella relazione inviata al primo presidente della corte d’appello – aveva spiegato a proposito l’avvocato che tutela il giudice di pace indagato – un magistrato non può svolgere le funzioni di sorveglianza sulle entrate e uscite dei dipendenti che competono invece alla figura del dirigente amministrativo. Nel caso di Sassari questo ruolo è ricoperto dal responsabile di segreteria che aveva infatti il compito, previo accordo con il giudice, di concedere e monitorare i permessi. Egli si limitava a controfirmare fidandosi del lavoro del responsabile di segreteria».
Ma per la Procura di Roma il coordinatore dei giudici di pace avrebbe invece attestato il falso nel momento in cui controfirmava quei registri che segnalavano le presenze dei dipendenti sul posto di lavoro (da qui le ipotesi di reato a suo carico di abuso d’ufficio e falsità ideologica). Gli è stato contestato anche il favoreggiamento perché «aiutava» gli indagati «a eludere le investigazioni dell’autorità procedente ponendo delle sottoscrizioni e dei timbri falsi, perché postumi, in calce alle annotazioni dei permessi dei dipendenti presenti nel relativo registro.
Nell’avviso di chiusura indagini figura che, in tutto, i dieci indagati avrebbero procurato un danno economico all’Erario pari a 1900 euro con un totale di 107 ore di assenza ingiustificata. Si va da un massimo di 19 ore di assenza – sono quelle contestate in particolare a uno degli indagati – a un minimo di due.”(fonte:lanuovasardegna.gelocal.it)

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