Bologna non vuole più che il CIE riapra

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Pubblichiamo un articolo relativo al CIE di Bologna perchè riteniamo utile un dibattito sull’incostituzionalità dei CIE in Italia in attesa della sentenza od ordinanza della Corte Costituzionale che dovrà pronunziarsi sulla base dell’ordinanza del giudice di pace di Roma del 17 giugno 2013 già pubblicata nel sito
“Il Consiglio Comunale di Bologna ha approvato un ordine del giorno proposto da Sinistra Ecologia e Libertà con il quale si impegna il Sindaco ad adoperarsi perché il Centro di Identificazione ed Espulsione non riapra, agendo presso la Prefettura per quanto in suo potere.

Nel documento chiede anche alla Giunta di rispettare i diritti dei lavoratori impiegati nella struttura, che dovrebbero essere assegnati ad altro impiego.
Il centro di espulsione di Bologna è chiuso da mesi. Il precedente gestore si è visto rescindere il contratto per inadempienza, non essendo in grado di pagare gli stipendi e garantire condizioni di vita dignitose all’interno della struttura. La riapertura è prevista per gennaio, ma le condizioni previste nel bando sono le stesse del bando precedente, poi rivelatosi inadeguato. La Cigl ha già protestato in proposito.
A firmare l’Odg è stata la capogruppo di Sel in Consiglio, Cathy La Torre.
La notizia è stata riportata in cronaca locale da alcuni siti web, in breve e con foto di repertorio di anonimi stranieri dietro le sbarre.
Il centro sociale Tpo ha scritto un comunicato per commentare la decisione presa dal Consiglio Comunale. “Ci sembra una iniziativa importante, che segna una grande maturità, finalmente, da parte di questa Amministrazione verso la barbarie di quel lager etnico di via Mattei, luogo aberrante in cui si manifesta concretamente la violenza della discriminazione istituzionale che le leggi bipartisan sull’immigrazione hanno saputo sperimentare in questo paese”.

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