Archive del 23 Novembre 2011

IL Vice Presidente del CSM Vietti nel suo ultimo libro scrive che è d’accordo per l’abolizione del cottimo per i magistrati onorari

mercoledì, 23 Novembre 2011

Michele Vietti, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, descrive il sistema giustizia in Italia in un libro, La Fatica dei giusti – Come la giustizia può funzionare (Egea),

Numeri che ci mettono fuori gioco e posizionano l’Italia nelle retrovie per quanto riguarda l’efficienza della giustizia. Il sistema va quindi reso più efficiente con una riforma profonda che veda il potere politico e quello giudiziario finalmente dialogare, non più schierati su fronti contrapposti. La giustizia dev’essere vista come un servizio che ha nel cittadino l’interlocutore privilegiato: “La contrapposizione serviva come alibi per non cambiare niente”, dice Vietti rivolgendosi sia ai politici sia ai magistrati, “adesso l’alibi è caduto. La crisi economica può essere, incalzati dall’emergenza, una buona occasione per il cambiamento, perché la giustizia non è una variabile indipendente dell’economia. I palazzi della giustizia”, continua il vicepresidente del Csm, “sono il crocevia dove si gioca la competitività del Paese, perché gli investitori allocheranno le loro risorse in paesi dove il sistema giustizia funziona”. E a chi parla, senza essere troppo informato, di un numero eccessivo di magistrati in Italia, Vietti ricorda: “Da noi il numero di magistrati è in linea con gli altri paesi, in più abbiamo 11 mila giudici onorari. Quello che va eliminato è per esempio il pagamento a cottimo di questi giudici, che incentiva il proliferare di cause”

Unità Democratica Giudici di Pace ha posto da anni la necessità dell’abolizione del cottimo per i giudici di pace ed è d’accordo con l’autorevole Vice Presidente del CSM Vietti che con un adeguato controllo della domanda di giustizia si può disincentivare il ricorso indiscriminato all’accesso giudiziale e che con un trattamento economico non a cottimo i giudici di pace potranno impegnarsi maggiormente sulla qualità del servizio giustizia.

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