Commissione di inchiesta su Cie, Cara e accoglienza. A che punto siamo?

caracastelnuovo
Pubblichiamo un interessante articolo sulla situazione dei lavori della commissione parlamentare di inchiesta sui Cie Cara e centri di accoglienza italiani

“Per varie legislature si è discusso in Italia dell’importanza di istituire una commissione di inchiesta sulle modalità e le strutture d’accoglienza, di trattenimento e di espulsioni, dei cittadini migranti. Il tentativo operato con la “Commissione De Mistura” (dal nome del commissario nominato) ma facente capo in maniera quasi esclusiva al Ministero dell’interno, nel 2007, portò ad evidenziare punti critici ma non divenne mai tema di reale dibattito politico.

Il 19 dicembre 2013, a seguito delle ripercussioni provocate dalle immagini provenienti dal Cpsa di Lampedusa (Contrada Imbriacola) in cui si mostrarono trattenuti, peraltro sopravvissuti alla strage del 3 ottobre, spruzzati di disinfestante anti scabbia, venne presentata in parlamento la proposta di istituzione di una vera e propria Commissione di inchiesta parlamentare. Alla delibera che istituisce la Commissione ci si arriva quasi un anno dopo, il 17 novembre 2014, con margini di lavoro e ispettivi molto ampi, ma ci vorranno ancora mesi, prima che la stessa si formi e che si giunga ad una prima riunione, il 26 marzo 2015. Della stessa fanno parte 21 parlamentari ed è presieduta dall’esponente del Pd Gennaro Migliore. In tale riunione si è data un proprio regolamento ed ordine dei lavori. Di fatto ha iniziato ad operare a maggio e a seguire proviamo a riportare parte dei lavori rimandando ad una lettura approfondita dei testi ormai resi pubblici. In numerose fasi i lettori troveranno che parti delle audizioni ad esperti o funzionari del Ministero dell’Interno o di altre istituzioni, sono state secretate. In buona parte questo si deve all’esplodere dell’inchiesta “Mafia capitale” che, ben lontana dall’ essersi interrotta, sta producendo filoni in numerose procure, almeno 14, in parte perché l’opacità del sistema accoglienza presenta risvolti affatto presentabili. Ovviamente oltre alle riunioni e alle audizioni, alcuni membri della Commissione hanno effettuato ispezioni precise in alcuni luoghi di accoglienza e sono stati auditi anche altri soggetti che non risultano nell’elenco dei testi qui riportati finora. Ma alcuni vanno letti e offrono un quadro interessante delle politiche italiane in materia, passate, presenti e forse future.

Maggio 2015

Il 7 maggio si inizia con l’audizione del Prefetto Mario Morcone, Capo del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno che volge una articolata relazione sul tema, depositando al riguardo documentazione che specifica non essere soggetta ad alcun regime di riservatezza. Su richiesta del parlamentare Erasmo Palazzotto, la riunione per una breve parte si tiene in seduta segreta. Una settimana dopo, il 14 maggio, ad essere audito è stato Angelo Trovato, Presidente della Commissione nazionale per il diritto di asilo, anche lui svolge una relazione sul tema, depositando al riguardo documentazione che specifica non essere soggetta ad alcun regime di riservatezza ma poi chiede, al momento di dover entrare nel merito delle procedure semplificate rispetto ai richiedenti asilo, che una parte dell’audizione si svolga in condizioni di riservatezza. Per fine maggio viene programmata una ispezione della Commissione, nei centri della Sicilia Orientale. Il 21 maggio intanto una nuova riunione, per ascoltare la dottoressa Daniela Di Capua, direttrice del Servizio centrale dello SPRAR. Alla riunione, causa concomitanti impegni parlamentari, non segue dibattito. Il 25 maggio è la volta di Alberto Barbieri, Coordinatore Generale dell’Associazione Medici Per i Diritti Umani (Medu) e di Laura Deotti, Coordinatrice team Medu in Sicilia e del Progetto On.To. L’audizione avviene in regimme di segretezza, per stessa richiesta degli auditi, una parte consistente della loro relazione è basata sull’inaccettabilità delle condizioni di vita per i migranti nel CARA di Mineo, per sovraffollamento e impossibilità a tutelare i soggetti ivi presenti.

Giugno

Il 17 giugno al mattino viene audito il Procuratore capo presso la Procura della Repubblica del Tribunale diRoma, dottor Giuseppe Pignatone, e del sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Roma, dottor Giuseppe Cascini. Ovviamente il tema dell’audizione ruota molto attorno alle inchieste in atto nell’ambito dell’accoglienza. Pur non essendo ormai gli atti, coperti da segreto istruttorio (30546/10 RGNR, più nota come Mafia Capitale), i due magistrati chiedono che l’audizione avvenga in regime di riservatezza, riservandosi più in avanti di eliminare tale vincolo. Nello stesso giorno, il pomeriggio, la Commissione incontra il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Dalla lettura del dibattito ne esce un quadro estremamente interessante che vede contrapporsi una Regione, fra le più ricche del Paese che ha problemi a ospitare meno di 4000 profughi su una popolazione di 4.9 milioni di abitanti, asserendo di aver “integrato”oltre 500 mila migranti, (cosa c’entra?), Comuni che in gran parte rifiutano di offrire accoglienza per salvare una economia fondata sul turismo e un dibattito parlamentare che considera plausibile l’esternalizzazione delle frontiere. Il “leghista intelligente e moderato” non si tira indietro neanche rispetto all’opportunità di bombardamenti “chirurgici” sui barconi vuoti, per impedire l’arrivo. Il testo merita di essere letto. Il giorno successivo, le riunioni si intensificano, c’è l’audizione del Presidente della Regione Valle d’Aosta Augusto Rollandin che, a fronte di una questione riguardante 120 profughi, evoca il “rischio Ebola” e, in qualità di facente funzioni di prefetto, non ha ancora provveduto a garantire posti SPRAR. Il pomeriggio è la volta del Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, la cui audizione parte si dalla situazione cittadina, (CIE e CARA) ma poi si estende anche al complesso di inchieste legate a Mafia capitale. Il giorno successivo è la volta di Giuseppe Castiglione, attuale sottosegretario alle politiche agricole e forestali ma un tempo, Presidente della Provincia di Catania. In tal ruolo venne inopinatamente nominato “soggetto attuatore” per la definizione della gestione del CARA di Mineo ( il più grande d’Europa) finito anch’esso al centro della bufera giudiziaria. La testimonianza resa è estremamente interessante. Per finire il 30 giugno vengono auditi, sempre soprattutto in merito alla situazione di Mineo,i rappresentanti della Croce Rossa Italiana: Stefano Principato, Presidente del Comitato provinciale di Catania, Leonardo Torrisi, membro del Comitato provinciale di Catania, Antonella Fabiano, direttore sanitario CRI della Regione Sicilia.

Luglio

Il 21 luglio c’è una seduta breve, interrotta per la concomitanza con lavori parlamentari, in cui però torna ad intervenire il Prefetto Mario Morcone, con i dati aggiornati e in calo rispetto alle previsioni, dei profughi in arrivo. Il 23 a parlare sono l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino e l’assessore alle Politiche Sociali, Francesca Danese. È soprattutto quest’ultima a parlare, riferendo delle difficoltà riscontrate nella capitale. Nel pomeriggio, con una interruzione per impegni in aula, è audito il Ministro dell’Interno Angelino Alfano che non incontra a dire il vero forti elementi di criticità. Il solo punto per cui viene considerato non adeguato riguarda la gestione del “problema Mineo”, in tale occasione il ministro dichiara che il “Consorzio Galatino” che ha gestito gli appalti della gestione, è sciolto a partire dal 1 gennaio 2016 e che bisognerà trovare soluzioni. Lui si dichiara a favore dell’accoglienza diffusa ma critica le regioni che non fanno la propria parte.

Agosto

Un unica audizione, quella del 4 agosto, ancora dedicata a Roma con l’ex sindaco Ignazio Marino e l’ex assessore Francesca Danese. Questa volta le domande si concentrano sulle problematiche derivanti dall’accoglienza nel Centro Baobab (a dicembre poi sgomberato ma allora sovraffollato) e dallo sgombero dell’insediamento di Ponte Mammolo. Su quest’ultima questione, Francesca Danese ha chiesto che l’audizione venisse secretata. Sapremo mai chi realmente ha disposto uno sgombero tanto violento quanto immotivato?

Settembre

Estremamente interessante è il 10 settembre, alla riapertura dei lavori, l’audizione della Dott.ssa Daniela Stradiotto, direttrice del servizio di Polizia scientifica della Polizia di Stato, la quale ha illustrato le modalità delle procedure di identificazione e fotosegnalamento, rilevando tanto la difficoltà di avere numeri certi sugli arrivi a causa di ripetute identificazioni, quanto la differenza di ruolo fra Frontex ed Easo. Il 17 settembre è intervenuto invece il Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, che ha soprattutto insistito contro la lunghezza dei tempi necessari per valutare una richiesta di asilo, che superano ancora i 18 mesi. Si giunge al 22 settembre per affrontare una questione spinosa portata in Commissione dal Vice Prefetto Maria Caprara, responsabile della Struttura di missione per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’interno. Il suo è un racconto delle difficoltà di gestire un fenomeno in crescita che tuttora presenta molti elementi critici. Settembre si chiude, il 30, con l’audizione del Delegato dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati per il Sud Europa, Laurens Jolles e del Capo dell’Unità di Protezione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Riccardo Clerici. I due pongono l’attenzione sulle difficoltà di adeguare al presente il sistema asilo, in tutte le sue sfaccettature, dal funzionamento delle Commissioni territoriali alla gestione dell’accoglienza, alla questione “minori non accompagnati”.

Ottobre

Il 1 ottobre si apre con il proseguio dell’audizione del Vice Prefetto Maria Caprara, responsabile della Struttura di missione per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’interno, che ha modo di rispondere ad alcune domande rimaste inevase e di offrire chiarimenti su casi specifici relativi a centri per minori. Il 6 è ascoltato il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Caltagirone, dottor Giuseppe Verzera evidentemente in merito ancora ai fatti inerenti il CARA di Mineo, tanto è che si chiede la secretazione degli atti. Domenico Manzione, Sottosegretario al Ministero dell’Interno parla invece il 13 ottobre e consegna documenti tesi a spiegare come il sistema di accoglienza stia, nonostante le difficoltà quantitative, superando la fase emergenziale e divenendo sistemica. A suo avviso, l’aumento della produttività delle Commissioni territoriali per la richiesta d’asilo è un significativo buon segnale. saltando poi una seduta legata a questioni di carattere prettamente legato alle problematiche della Regione Lazio, in particolare Roma, è interessante il 29 ottobre, ascoltare cosa dice il Prefetto Giovanni Pinto, direttore della Direzione centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere del Ministero dell’interno. La sua lunga relazione, accompagnata da documentazione che sarebbe necessario poter leggere, affronta i temi scomodi dei rimpatri forzati, difficoltà e possibilità anche grazie alla collaborazione di Frontex, del trattenimento dei rifugiati e della possibilità di procedere all’uso della forza per rilevare le impronte. Si parla di “forza proporzionata, non certo di spaccare le ossa” specifica il Prefetto che però si fa carico di una sentenza in tal senso che da ragione ad operare in questa maniera mentre resta priva di “copertura giuridica” la possibilità di trattenere richiedenti asilo.

Novembre

Si inizia il 10 ascoltando, anche in merito ai gravi episodi di corruzione e di malaffare registrati nell’accoglienza, il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone che si sofferma sulla necessità di dare trasparenza al sistema degli appalti e chiede di fatto conto alla pubblica amministrazione. Si sofferma anche su alcuni casi limite, in Campania e in Sicilia su cui però ritiene opportuno secretare il testo. La seduta del 17 novembre ha già prodotto effetti clamorosi. Ad essere auditi erano per Medici Senza Frontiere, Stefano Di Carlo (Capomissione in Italia) e Claudia Lodesani, medico e coordinatore anche lei per Msf. C’è una denuncia forte rispetto alla struttura (ora hotspot) di Pozzallo, in provincia di Ragusa dove a detta di Msf non è garantita la dignità e la cura dei profughi. Segnalazioni puntuali già portate al Viminale a marzo e reiterate in questa data con un rapporto estremamente accurato. Da allora nulla è però cambiato e dopo l’ultimo tentativo Msf ha abbandonato la propria attività nel centro di Pozzallo il 30 dicembre scorso. Segue una nuova audizione della direttrice del Servizio centrale dello SPRAR, Daniela Di Capua, che, il 24 novembre, aggiorna la Commissione in merito all’evolversi di detto sistema di accoglienza.

Dicembre

Ulteriore incontro con Mario Morcone, Capo del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno, il 3 dicembre. Anche lui si produce in un aggiornamento relativo alle difficoltà dei ricollocamenti, al fatto che ormai i CARA non esistono più (dove è sancito?) e che quindi l’accoglienza segue il percorso hotspot, hub, Cas, Sprar. Morcone ha difeso il tentativo di migliorare il sistema rendendolo più umano, ha garantito che avrebbe fatto avere chiarimenti in merito alle ragazze nigeriane deportate a settembre, alla situazione di Pozzallo e Augusta e a tutti i punti critici. Dell’ultima seduta di cui si hanno i resoconti stenografici, il 9 dicembre, cìè stato poi l’incontro particolarmente denso con il presidente dell’agenzia Habeshia, Don Mussie Zerai, e Vittorio Longhi, giornalista, collaboratore del New York Times. Don Mussie è ormai considerato in Europa una figura di rilievo fondamentale per la diaspora eritrea e per il lavoro di denuncia per quanto avviene da decenni nel suo paese definito “la Corea del Nord dell’Africa” fra sfruttamento, repressione, violenze e fughe, anche facilitate dal regime. Un regime che esce rafforzato dal Processo di Khartoum, in cui si utilizza ancora lo spauracchio della guerra con l’Etiopia per imporre un servizio militare perenne per uomini e donne che condanna ala miseria. Un Paese con 360 carceri e nessuna università, da cui si fugge rischiando di finire nelle mani dei trafficanti d’organi o nella schiavitù. Un popolo a cui l’Europa e l’Italia in particolare, hanno fatto promesse mai mantenute. Un Paese che potrebbe risollevarsi attraverso il sostegno ad una transizione democratica ma in cui c’è un popolo che, oggi, necessita di corridoi umanitari, sicurezza in Europa, possibilità di immaginare un futuro. Ma invitiamo a leggere per questo soprattutto le parole forti e politicamente impegnative di Don Mussie Zerai.” Stefano Galieni
(fonte:a-dif.org)

FacebookTwitterEmailTelegramShare

I Commenti sono chiusi