Oggi: Ottavo anniversario di Unità Democratica Giudici di Pace per la commemorazione di Giovanni Falcone e per la lotta contro la mafia

L’attentato vigliacco all’eroe della lotta alla Mafia Giovanni Falcone causò ,28 anni fa , la morte del grande magistrato ,della sua compagna e della scorta, ma Unità Democratica Giudici di Pace, da quasi un decennio, ha voluto coinvolgere in questo giorno tutti i magistrati di pace ed onorari non insensibili di fronte alle calamità mafiose, ma commossi e memori dei sacrifici umani della mafia , organizzando dibattiti e convegni svoltisi a Roma negli anni passati come testimoniato nel nostro sito.
Quest’anno con l’emergenza attuale della pandemia non abbiamo potuto come UDgdp manifestare il nostro dolore se non con un articolo sul nostro sito e partecipando virtualmente alla commozione generale, riservandoci ,però ,di riprendere dall’anno venturo le nostre iniziative, perchè riteniamo importante la presenza della magistratura onoraria democratica assieme all’avvocatura democratica che testimonino dovunque contro il pericolo della mafia purtroppo ancora attuale e minaccioso.

Unità Democratica Giudici di Pace

“Falcone: la sorella Maria, ‘la mafia non è vinta, è sempre presente’ Quello che, secondo Maria Falcone, è importante però tenere a mente è che “il 41bis non è una cattiveria o qualcosa che va contro il garantismo del nostro sistema. E’ una necessità. Il boss deve essere isolato, altrimenti mantiene il comando.

Il mafioso che può comunicare con l’esterno, anche se è agli arresti domiciliari, peggio ancora se sul suo territorio, è un boss che mantiene il potere, che mantiene la possibilità di dare ordini”. Una pervasività, quella della mafia, ancora tale da poter influenzare nomine come quella al vertice del Dap di Nino Di Matteo? “Non sono nella mente degli altri – risponde Maria Falcone – ma è chiaro che la mafia non vuole personaggi scomodi. E chi ha una storia di lotta alla criminalità organizzata sicuramente non è amato dai mafiosi.
Giovanni diceva sempre che la cosa che la mafia teme di più è il carcere”.
(fonte:Adnkronos)

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