Aquarius, l’esperto: “Illegale il respingimento collettivo di donne incinte e bambini, l’Italia rischia”


Pubblichiamo una intervista molto interessante sull’attuale situazione in Italia sul fronte dell’immigrazione.

“Fulvio Vassallo Paleologo, giurista e professore di Diritto dell’asilo all’Università di Palermo: “E’ come si si trovassero su suolo italiano, violato l’articolo 19 del Testo unico sull’immigrazione. Potrebbe intervenire la Corte europea dei diritti umani”. E ci sono anche le “responsabilità penali internazionali” paventate dalla ministra spagnola Delgado

Uno spinosissimo caso legale si è aperto nel mezzo del Mediterraneo. Stando a quel che segnalano diversi esperti di diritto internazionale e di convenzioni marittime, la storia dell’Aquarius e dei suoi 629 passeggeri potrebbe non finire con l’approdo nel porto di Valencia. E non solo per quell’ipotesi di “responsabilità penali internazionali a carico dell’Italia per violazione dei trattati sui diritti umani”, paventata dalla ministra spagnola della Giustizia Dolores Delgado. A bordo della Aquarius, infatti, sono saliti 134 minorenni e 7 donne incinte. Non è un dettaglio, questo. “Nei loro confronti la chiusura dei porti italiani ispirata dal ministro dell’Interno Salvini configura un respingimento collettivo, che è vietato dalla legge anche in presenza del successivo trasferimento tra paesi dell’Unione europea”, spiega Fulvio Vassallo Paleologo, giurista e professore di Diritto dell’asilo all’Università di Palermo.

In che senso respingimento collettivo?
“Per quanto concordata con la Spagna, la rendition a Valencia equivale al respingimento di migranti irregolari dal territorio italiano al territorio spagnolo. Siamo di fronte a una macroscopica violazione dell’articolo 19 del Testo unico sull’immigrazione in vigore in Italia: donne incinte e minorenni non possono mai essere respinti, vanno accolti”.

Il principio vale anche se non c’è stato alcun ingresso fisico dentro i nostri confini?
“Sì, perché le motovedette che li hanno recuperati in mare, per poi trasbordarli sulla Aquarius, appartengono alla nostra Capitaneria. Battono bandiera italiana, quindi formalmente sono territorio italiano. L’Italia diventa così paese di primo ingresso e ne assume la giurisdizione. A maggior ragione ora che hanno spostato 400 migranti dell’Aquarius sulla Orione della Marina e sulla Dattilo della Guardia Costiera. In teoria, se chi si trova a bordo di queste due navi chiedesse l’asilo il comandante dovrebbe riportarli in Italia”.

E’ una violazione da codice penale?
“No, l’illecito è amministrativo e internazionale. Può però intervenire la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, come già accaduto in passato: nel 2014 l’Italia è stata condannata per aver respinto verso Patrasso un traghetto di linea che portava decine di minori e che era giunto ad Ancona”.

La ministra spagnola, però, parla di “violazioni penali internazionali”. A che si riferisce?
“Al fatto che l’Italia rischia di finire anche davanti al Tribunale internazionale all’Aja, se il trattamento inflitto ai migranti dell’Aquarius, minorenni e maggiorenni, violi diritti fondamentali della persona riconosciuti dai Trattati”.

E’ stato presentato un esposto in procura a Roma, secondo cui il governo italiano ha infranto palesemente la Convenzione di Amburgo sulla ricerca e il soccorso in mare. Non concedere lo sbarco è illegale?
“Dipende dai singoli casi. Qui però entriamo nel campo delle convenzioni marittime, citate spesso ma non sempre a proposito. Le linee guida dell’Imo (l’Organizzazione internazionale marittima dell’Onu che definisce i principi normativi della navigazione, ndr) stabiliscono che il porto sicuro dove sbarcare i naufraghi deve essere interno al Paese che ne gestisce il soccorso. Per l’Aquarius, quindi, sarebbe l’Italia. La dottrina, tuttavia, è divisa sul punto: qualche autore di diritto internazionale osserva che tali linee guida non hanno lo stesso valore cogente delle Convenzioni sul diritto del mare, quella di Montegobay nel 1982 e quella di Amburgo del 1979, entrambe ratificate dall’Italia. E questo lascia margini di manovra agli stati, che possono accordarsi tra loro per scegliere un porto sicuro”di FABIO TONACCI(fonte:repubblica.it)

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