Pordenone, giudice di pace in affanno: per ora evitata la paralisi

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“Preoccupano l’organico ridotto e il surplus di casi riguardanti l’area veneta. Provvedimento tampone: un magistrato “applicato” dalla sede di Portogruaro
Ha rischiato di entrare in emergenza, con il così detto “congelamento” dei fascicoli affidati al magistrato che è andato in pensione. Alla fine l’ufficio del giudice di pace di Pordenone ha superato una situazione di crisi grazie all’arrivo di Anna Salice, già operativa nella sede di Portogruaro.
Agli inizi dell’anno la storica giudice Flora Bianchi, attiva soprattutto nell’ex ufficio di San Vito al Tagliamento, è infatti entrata in quiescenza. A quel punto a Pordenone sono rimasti in pianta organica solo due magistrati, la coordinatrice Raffaella Garofalo e Alessio D’Andrea, quest’ultimo responsabile anche del settore penale di Portogruaro.

La Garofalo avrebbe potuto sospendere le pratiche in carico alla Bianchi, attendendo che il problema fosse gestito e risolto direttamente dal Ministero. Il che avrebbe però comportato sicuri disagi all’utenza, con rinvii a data da destinarsi.
Impossibile invece distribuire i fascicoli ai due colleghi rimasti, già oberati da pendenze e nuove cause (dopo una serie di provvedimenti deflattivi del Governo, il ricorso al giudice di pace al posto del Tribunale sta diventando prassi sempre più comune tra avvocati e utenza).
La coordinatrice si è quindi rivolta al presidente del Tribunale, Francesco Pedoja, per trovare una rapida via di uscita all’impasse.
La Salice, che fino all’imminente chiusura di Portogruaro continua a occuparsi della stessa sede veneta, è stata quindi “applicata” a Pordenone. Per ora si tratta di un provvedimento tampone che a breve dovrebbe trovare conferma in un atto ministeriale. Ma nel frattempo quelle due righe interne firmate dalla Garofalo e da Pedoja e che affidano alla Salice anche i fascicoli della Bianchi stanno facendo respirare tutti.
Nessun disguido ai cittadini e servizi puntuali, in altre parole. Entro qualche settimana dovrebbe infine essere archiviata la parentesi di Portogruaro, iniziata nel settembre 2013 con il passaggio di competenze a Pordenone. Le nuove vertenze penali che riguardano il territorio del Veneto orientale saranno radicate direttamente in riva al Noncello. Quelle già in corso verranno invece discusse da D’Andrea nella sede originaria sino ad esaurimento o sino alla materiale soppressione del presidio giudiziario.
É quanto accaduto due anni fa agli sportelli di Maniago, Spilimbergo e San Vito, accorpati all’organo provinciale per ottimizzare costi e personale. L’acquisizione

della porzione veneta di territorio ha comportato un considerevole aumento di lavoro anche per i giudici di pace, impegnati in temi caldi quali l’immigrazione, le sanzioni e i sinistri stradali e la maggior parte delle trasgressioni di natura amministrativa.” (fontr:messaggeroveneto.gelocal.it)

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