Testimone di Geova dice «no» a trasfusioni : muore dopo incidente

trasfusione
“Il sostituto procuratore ha iscritto la relativa notizia di reato modello 21-bis, ovvero nel registro dei reati attribuiti alla competenza del giudice di pace che viene tenuto dalla procura della repubblica presso il tribunale. Ma il marito della massafrese di 51 anni, morta all’ospedale «Santissima Annunziata» lo scorso 15 settembre, vuole vederci chiaro e, tramite l’avvocato , sollecita nuove indagini nei confronti dei medici che l’hanno avuta in cura.

La vicenda è complessa perché non si tratta dell’ennesimo e «ordinario» caso di presunta malasanità in quanto sullo sfondo c’è pure, se non soprattutto, una questione religiosa, essendo la vittima una Testimone di Geova. la vittima, l’8 settembre scorsa è rimasta coinvolta a Massafra in un incidente stradale. Soccorsa, fu condotta all’ospedale «Santissima Annunziata» e, dopo aver ricevuto le cure del caso, ricoverata nel reparto di ortopedia.
Ai familiari, i medici dissero subito di essere impossibilitati a intervenire in quanto la donna rifiutava le trasfusioni di sangue per via del suo credo religioso.

La signora fu quindi condotta in chirurgia per il timore di complicazioni e nel frattempo i medici convocarono nuovamente i familiari per esporre il quadro clinico e le eventuali complicazioni che sarebbero potute presentarsi. A quel punto, però, il marito e il fratello della paziente, informarono il medico legale dell’ospedale che il comitato dei Testimoni di Geova (sempre presenti in ospedale) li avevano assicurato che c’era un farmaco che potesse sostituire la trasfusione. Il medico legale rispose che non c’era nulla che potesse sostituire la trasfusione. Anche tutti i medici nei vari turni furono informati di quel farmaco che i Testimoni di Geova consigliavano dietro indicazione di un medico che collaborava con loro ed era operativo nel reparto ortopedia. Quel farmaco, in effetti, fu somministrato alla signora il 9 settembre.

Nelle notti successive, invece, alla signora furono fatte firmare delle carte nelle quali si assumeva la responsabilità della rinuncia alle trasfusioni. Fu nominato, in quei giorni complicati, anche un ematologo, designato dal giudice come tutore legale. La situazione precipitò sabato 14 settembre, con la morte.”(fonte:lagazzettadelmezzogiorno.it)

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