Sulle espulsioni degli stranieri: l’opinione del questore di Reggio Emilia

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Pubblichiamo nell’ambito di un dibattito sulle espulsioni degli stranieri irregolari in Italia ed Europa un articolo relativo ad un’intervista al questore di Reggio Emilia, riservandoci di pubblicare i commenti di “altre voci” al riguardo…

«Occorre una sanzione penale più significativa, che possa far desistere gli stranieri espulsi dal rientrare nel nostro Paese». Così il questore commenta le recenti operazioni compiute dalla polizia, che dall’inizio dell’anno hanno portato a quota 50 gli accompagnamenti alle frontiere di immigrati irregolari, quattro dei quali disposti nell’ultima settimana. Pregiudicati, che una volta espulsi dal nostro Paese, spesso vi fanno ritorno rendendo vano l’operato delle forze di polizia, che riescono ad ottenere l’accompagnamento alle frontiere soltanto dopo un duro lavoro fatto di indagini, controlli e sinergie con gli uffici preposti.

Isabella Fusiello, questore di Reggio Emilia, sulle difficoltà delle forze dell’ordine nel far valere provvedimenti di espulsioni verso immigrati irregolari allontanati dall’Italia: “Occorre una sanzione penale più significativa che possa far desistere stranieri espulsi dal rientrare”

«È un lavoro immane – commenta Fusiello – che comporta l’identificazione del soggetto, che spesso dichiara false identità, attraverso accertamenti con i consolati dei Paesi dove dichiara di appartenere. Una volta identificato, c’è da convalidare il provvedimento di accompagnamento, con un lavoro di sinergie fra ufficio immigrazione e giudici di pace. Nel frattempo bisogna individuare e far coincidere l’allontanamento con l’orario degli aerei a disposizione per l’esodo».
Una procedura che negli ultimi giorni ha portato a quattro espulsioni. In particolare, un 30enne georgiano, già noto per precedenti di furto e spaccio, sorpreso a Reggio il 5 settembre scorso, dopo essere già stato espulso il 23 giugno. Gli agenti lo hanno trovato in possesso di un passaporto con visto spagnolo in cui erano riportate altre generalità rispetto a quelle della sua precedente permanenza in Italia. Ma, grazie al database della Questura, gli agenti sono risaliti alla sua vera identità. Di qui il nuovo accompagnamenti alla frontiera, il 22 settembre scorso, rispedito in Georgia con un aereo partito da Bologna. Due giorni dopo, un altro rimpatrio, ma questa volta in nave da Genova, nei confronti di un tunisino arrestato il 27 agosto dalla Municipale per spaccio.
Il giudice aveva disposto l’obbligo di firma. Ma nel frattempo la Questura ha portato avanti le indagini. Su di lui pendevano anche altri precedenti. Sempre in Tunisia è stato rimpatriato anche un 35enne finito in manette il 2 settembre per un furto in negozio, in zona stazione. Condannato a un anno e sei mesi, il giudice ha poi sostituito la pena con l’espulsione.
Il suo volo è partito da Malpensa il 27 settembre, due giorni prima del volo che ha visto a bordo un 34enne pakistano, condannato per reati che vanno dai furti all’ubriachezza molesta.
«Accade molto spesso che gli espulsi rientrino in Italia perché ci sono sanzioni che non li fanno desistere dal farlo. E così ripartono i procedimenti – conclude Fusiello – noi non demordiamo, è il nostro lavoro, ma occorre una sanzione penale più significativa che possa far desistere gli stranieri espulsi dal rientrare». (fonte:gazzettadireggio.gelocal.it)

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