Cie di Torino, l’accusa del Garante dei detenuti: “Corso Brunelleschi è invivibile, ignorati i diritti umani”

cietorino
Pubbblichiamo sull’argomento “Centri di Identificazione ed Espulsione” un ennesimo articolo di condanna dello stato in cui versano gli attuali sopravvissuti CIE italiani ,ridotti a circa il venti per cento (4 su 13) ,ma con una disponibilità di posti oggi ancor più limitata ,e che dimostra la contraddittorietà insita nella strenua ed anacronistica difesa degli stessi Cie per rassicurare gli Italiani sui pericoli dell’immigrazione,mentre ,se si rapportano i numeri dei trattenuti nei Cie con le cifre dell’effettiva immigrazione clandestina e non ,si evidenziano l’ inutilità e l’inefficacia attuale degli stessi CIE che sopravvivono ancora non si sa per quali reali motivi…ma con un minimo di intuito si intravvedono le private utilità…

“Una protesta al Cie: materassi fatti a pezzi
Mellano in visita alla struttura, teatro sempre più spesso di rivolte e incendi. “Situazione sanitaria drammatica”
“I Cie non possono più essere luoghi dove non esiste rispetto dei diritti umani e delle libertà. Nel compito del Garante regionale dei detenuti c’è il monitoraggio di queste strutture, nella nostra ultima visita del 23 giugno al Cie di corso Brunelleschi abbiamo trovato una situazione se possibile ancora peggiore di marzo. Dobbiamo intervenire su una detenzione amministrativa di dubbia valenza costituzionale, anche costruendo buoni rapporti con la Questura e la Prefettura”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte, Bruno Mellano, ha aperto la conferenza stampa sul Cie di corso Brunelleschi organizzata in collaborazione con il Garante del Comune di Torino, con Medici per i Diritti Umani (Medu) e associazione Studi Giuridici per l’Immigrazione (Asgi).

Attualmente nella struttura, inizialmente progettata per 200 posti, sono rinchiuse 43 persone (il massimo possibile dopo incendi e danneggiamenti) in prevalenza provenienti dal Nord Africa, di cui 37 con precedenti penali. “Durante la visita abbiamo trovato unità abitative fatiscenti – ha spiegato Monica Cristina Gallo, Garante dei detenuti per il Comune di Torino – la mia intenzione è, subito dopo le visite di monitoraggio, approfondire obiettivi a partire dall’assistenza legale e altre tutele, anche in mediazione con il carcere”. Per Marco Zanchetta di Medu “corso Brunelleschi rispecchia il panorama nazionale. In Italia ci sono 4 Cie attivi sui 13 previsti. A Torino si verificano continue sommosse a causa della
situazione invivibile, il clima di tensione è filo conduttore, non esiste forma di ricreazione o impegno culturale. Anche la situazione sanitaria è drammatica, non c’è più la convenzione con l’AslTo1 per le visite mediche, non c’è assistenza psicologica per le persone che hanno subito tortura o violenze. Insomma, i Cie sono centri inefficaci dal punto di vista degli obiettivi preposti, cioè identificazione ed espulsione”.”(fonte:repubblica.it)

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