Osservatorio immigrazione, nel 2015 meno sbarchi dell’anno scorso: tutti i dati

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“Parte il progetto di Repubblica sul pianeta immigrazione, che verrà aggiornato mensilmente. Sul fronte accoglienza prima la Lombardia e ultima la Valle d’Aosta. La maggior parte dei migranti arriva dall’Eritrea.
Se fosse una gara vincerebbe Milano, ultima si piazzerebbe Aosta. Sono i numeri dell’accoglienza a dirlo: 100.597 i migranti e rifugiati ospitati oggi in Italia. Record in Lombardia con 13.902 presenze, fanalino di coda la Valle d’Aosta con soli 159 profughi. Questa è la fotografia al 27 ottobre 2015. Il pianeta immigrazione cambia però di continuo, per questo Repubblica apre un osservatorio sul fenomeno che verrà aggiornato mensilmente.

In base agli ultimi dati, il numero dei migranti sbarcati dal 1 gennaio 2015 al 27 ottobre 2015 sono stati 139.770, rispetto ai 153.745 dello stesso periodo dell’anno 2014. Dunque, nonostante l’emergenza in corso, quest’anno si assiste a un calo di arrivi pari al 9,09%.

Ma chi è che sbarca sulle nostre coste? Stando ai numeri del Viminale, i flussi provengono in maggioranza dall’Eritrea (37.495), seguita da Nigeria (19.205), Somalia (10.722), Sudan (8.653), Siria (7.194), Gambia (6.738), Mali (5.107), Bangladesh (5.038), Senegal (5.018) e Ghana (3.887). I primi tre porti d’arrivo sono quelli di Lampedusa (19.019 sbarcati), Augusta (19.831) e Reggio Calabria (14.825).

Altro fronte quello dell’accoglienza. La rete in Italia è gestita dal ministero dell’Interno e si articola in: 14 centri di accoglienza (Cpsa, Cda, Cara), 5 centri di identificazione ed espulsione (Cie), 1.861 strutture temporanee, 430 progetti del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Lo Sprar al 27 ottobre ospita 20.424 rifugiati, gli altri 80mila circa sono distribuiti nelle altre strutture.

Tra le regioni, a fare la parte del padrone è la Lombardia con oltre 13mila presenze, seguono Sicilia (12mila), Lazio (oltre 8mila), Campania e Piemonte. In fondo alla coda Umbria, Basilicata e Valle d’Aosta.” di VLADIMIRO POLCHI e GIACOMO DE PANFILIS (fonte:repubblica.it)

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