Bereguardo: è battaglia sul tutor

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“Per il giudice di pace il dispositivo è «fuorilegge», già annullate centinaia di multe. Il Comune fa ricorso.
Centinaia di multe delle migliaia notificate in due anni sono state già annullate. Ma per sapere se il tutor posizionato sulla statale tra Bereguardo e Motta Visconti – un dispositivo che in soli sei mesi ha già “punito” 5.185 automobilisti – debba essere considerato fuorilegge bisognerà aspettare almeno dicembre. In quel mese, infatti, è stata fissata, in tribunale a Pavia, la prima udienza della causa nata dal ricorso del Comune di Bereguardo, che contesta una decisione del giudice di pace di annullare il verbale di un automobilista (ma le sanzioni cancellate erano state, appunto, diverse) perché il tutor non sarebbe regolare.

L’automobilista, che si era rivolto a Federconsumatori, aveva contestato la sanzione sotto diversi profili, a cominciare dall’ambiguità dei cartelli, che segnalano “Il controllo elettronico” senza però dire che il dispositivo registra la velocità media dell’auto su un tratto di strada di diverse centinaia di metri. Al giudice di pace, però, era sembrato sufficiente un altro motivo per cancellare il verbale: e cioè il sistema di remunerazione, giudicato «non conforme». Il tutor di Bereguardo, infatti, non è di proprietà del Comune ma di una società a cui l’amministrazione versa un canone di 22mila euro l’anno. La legge lo consente, ma impedisce invece di versare alle società private percentuali sulle multe. Nel caso del tutor di Bereguardo, oltre al canone vanno alla ditta privata altre somme, dai 18 ai 40 euro, per ogni multa e a seconda del verbale. Cifre, secondo il giudice, «parametrate al tipo di violazioni accertate, per cui maggiori sono le somme incamerate dal Comune e più alta è la remuneratività in favore della ditta privata – si legge nella sentenza di Giuseppe Casale –. Si verifica quindi una commistione dell’interesse privato con quello pubblico».

Un ragionamento contestato dal sindaco di Bereguardo : «Rispetto la sentenza del giudice, ma l’abbiamo impugnata perché quelle cifre aggiuntive vanno alla ditta affinché possa espletare servizi amministrativi, come la stessa compilazione dei verbali. Non sono percentuali delle multe, ma somme fisse». La decisione del secondo giudice, per sciogliere il dilemma, è un passaggio non da poco. Nel caso di conferma del verdetto del giudice di pace, infatti, non solo il contratto con la ditta andrebbe modificato, ma gli automobilisti potrebbero chiedere l’annullamento di migliaia di verbali. «Centinaia sono stati già cancellati – precisa l’ avvocato di Federconsumatori Pavia –. I compensi alla ditta sono fissi? In realtà variano a seconda dell’infrazione: più è grave la violazione, più sono alti e quindi più la ditta privata incassa. Un sistema che noi continuiamo a contestare».”(fonte:laprovinciapavese.gelocal.it)

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