CPR di Potenza Palazzo San Gervaso: Lacrimogeni e manganelli su migranti


Pubblichiamo un articolo (con relativo link al sito della fonte della notizia) relativo al Centro di Permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervaso che testimonia una situazione attuale piuttosto confusa tra le competenze dei CARA e dei CPR in quanto contrastanti con il D.Lgsvo n.286/98 perchè i termini dei trattenimenti nei CPR risultano legislativamente difformi da quelli dei CARA per cui sembra evidente che le convalide dei trattenimenti di competenza dei giudici di pace essendo limitate solo agli espulsi e non ai richiedenti asilo crea una disparità di trattamento tra cittadini di paesi terzi…
“Poco prima della mezzanotte di ieri sera, sei cittadini tunisini tentano la fuga dal CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) di Palazzo san Gervasio, ma vengono bloccati con l’uso di gas lacrimogeni e manganelli. Due di loro riescono a fuggire.

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Ci viene riferito che alcuni si trovano nel CPR da 6 mesi, altri da oltre 9 mesi. Giunti in Italia avevano chiesto di poter far domanda di protezione internazionale e credevano che sarebbero stati portati in un centro di accoglienza. Ancora oggi non capiscono se il luogo in cui si trovano sia un centro di accoglienza o meno. Da noi ricevono l’informazione che il luogo in cui sono detenuti è un centro per il rimpatrio. Sono riusciti a formalizzare domanda d’asilo solo all’interno del CPR.

Riferiscono di non ricevere le cure mediche e di aver richiesto più volte assistenza senza riceverla. Tra loro vi è un cittadino tunisino con problemi cardiaci; un altro cittadino tunisino è in sciopero della fame da 8 giorni in forte stato depressivo. Fino al 26 aprile era presente nel centro un signore tunisino con problemi di deambulazione costretto ad utilizzare una sedia a rotelle, che in data odierna è stato trasferito altrove.

Intorno alle 17 di oggi ci dicono di essere fortemente preoccupati per la presenza di ben 5 camionette di polizia con 80 poliziotti, pronti ad infierire contro di loro.

Continua ad essere presente nel centro un cittadino curdo siriano che in questo momento (ore 17 ndr.) minaccia di uccidersi se entrano i poliziotti. Altre due persone (probabilemente di nazionalità tunisina) minacciano di impiccarsi.

Tutti si chiedono il motivo di questa permanenza prolungata (dai 6 ai 10 mesi). Il CPR continua ad essere un luogo detentivo di abusi e di repressione, indegno di un Paese cosiddetto civile.” (fonte:lasciatecientrate.it)

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