Giustizia. Anm: scioperi magistratura onoraria danno a esercizio giurisdizione Sì al dialogo su possibili modifiche alla riforma


Pubblichiamo il recente comunicato stampa della Giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati sulla magistratura onoraria che condividiamo perchè concorda con la linea e le rivendicazioni di Unità Democratica Giudici di Pace Onorari, come già manifestato in tutti i luoghi e con tutti i propri documenti degli ultimi dieci anni, come provato anche nel nostro sito internet…spesso con una netta diversità da tutte le altre associazioni che insistono in una loro scelta di conflittualità permanente ,che, forse, cesserà dopo i prossimi risultati elettorali…
“La Giunta Esecutiva Centrale della Associazione Nazionale Magistrati esprime contrarietà alla proclamazione di prolungate astensioni dalle udienze da parte della magistratura onoraria, in quanto determinano una negativa ripercussione sull’esercizio della giurisdizione e, quindi, sulla possibilità per i cittadini di vedere riconosciuti i propri diritti”. E’ quanto riporta una nota della Giunta dell’ANM.

“Questa Giunta – prosegue – ha invece sempre apprezzato le aperture al dialogo e al confronto, animate dalla volontà di riuscire ad individuare, anche insieme all’ANM, spazi di intervento per possibili modifiche alla riforma di cui al D.lgs. n. 116/2017 di attuazione della L. n. 57/2016. In particolare, non va sottaciuto che il decreto attuativo prevede per i magistrati onorari un trattamento economico complessivamente inadeguato, quanto meno in relazione alla cosiddetta quota fissa dell’indennità, come, del resto, risulta essere stato già evidenziato dall’ANM nei pareri resi alle Commissioni Giustizia di Camera e Senato e del CSM”.

Con riferimento alla normativa transitoria, si ribadisce la linea dell’ANM, ossia la necessità di prevedere un tangibile “doppio binario” disciplinando il maggiore impiego dei magistrati onorari in servizio con un proporzionale incremento dell’indennità, finalità che può essere garantita ad invarianza finanziaria attraverso un contingentamento (o quanto meno una riduzione) dei nuovi ingressi”.

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