Sciopero della fame per lo ius soli : la protesta di pm, giudici e avvocati


Pubblichiamo un articolo relativo alle iniziative in favore della rapida approvazione definitiva della legge sulla cittadinanza definita “Ius Culturae”…
“Decine di adesioni all’iniziativa promossa dal senatore Manconi: una iniziativa che «vuole dare visibilità e sostegno all’allargamento del diritto di cittadinanza»

L’ultimo boccone l’ha mandato giù domenica sera, poi più nulla. Non mangerà fino alle 21 di oggi il giudice Ilio Mannucci Pacini che con una quarantina di altri giuristi di Milano e Monza ha aderito, in una delle rare occasioni che vede magistrati e avvocati uniti sulle stesse posizioni, al digiuno a staffetta promosso dal senatore del Pd Luigi Manconi per sollecitare l’approvazione della legge sullo ius soli.

Oggi digiuneranno in 18 e altri lo faranno domani alla quinta giornata dell’iniziativa, ma l’elenco iniziale dei nomi si allunga di ora in ora man mano che il passaparola si diffonde negli uffici giudiziari di Milano e di Monza. Pubblici ministeri, giudici e avvocati che si sono confrontati o che si stanno confrontando in inchieste e processi nelle aule di giustizia si ritrovano insieme in una iniziativa che «vuole dare visibilità e sostegno all’allargamento del diritto di cittadinanza, in linea con il diritto alla pari dignità sociale sancito dalla nostra Costituzione», si legge in una nota firmata da Mannucci Pacini e dall’avvocato Valentina Alberta che con lui ha promosso l’iniziativa parallelamente a un appello lanciato da più di 120 avvocati.

All’inevitabile obiezione sul rischio che una presa di posizione di un giudice così forte, come può esserlo un digiuno, per quanto simbolico e limitato nel tempo, possa essere interpretata come un’azione politica inopportuna da chi contesta l’introduzione di una legge per la cittadinanza ai figli nati in Italia da immigrati stranieri, la voce di Ilio Mannucci Pacini ha un improvviso balzo di tono verso l’alto. «Pensiamo che queste non siano questioni di parte. Hanno riflessi necessariamente politici, ma coinvolgono tutti i cittadini, e un magistrato, come chiunque altro, deve poter dire la sua. Quella del magistrato che deve stare fuori della società è una visione antica», afferma deciso il presidente della terza sezione penale del Tribunale di Milano ripetendo quanto deve avere già detto ai colleghi che hanno sollevato dubbi.

«L’obiettivo è la tutela dei diritti dando forza con la nostra testimonianza a chi vuole ampliarli», gli fa eco l’avvocato Alberta che precisa che «chi aderisce lo fa a livello personale, senza targhe politiche di nessun tipo, ma solo per unire le forze contro una legislazione sulla cittadinanza che evidentemente non è idonea alla realtà di questo Paese» perché «siamo tutti d’accordo che per chi è nato in Italia da genitori stranieri, ha seguito un percorso di studi, è sostanzialmente italiano, deve essere garantita la cittadinanza». «Non vogliamo interloquire sulle norme, discutere se una legge è buona o è migliorabile», puntualizza Mannucci Pacini, «chiediamo una soluzione, qualunque essa sia, che permetta a migliaia di giovani che hanno vissuto in Italia, che hanno interiorizzato la cultura italiana di diventare italiani».”
di Giuseppe Guastella (fonte:milano.corriere.it)

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