Milano, giudici di pace donna minacciate: agenti in aula per proteggerle

Unità Democratica Giudici di Pace Onorari esprime la massima solidarietà alle colleghe magistrati onorari di pace minacciate in udienza per atti di ufficio a Milano e pubblica un articolo relativo all’accaduto.

“Milano, giudici di pace donna minacciate: agenti in aula per proteggerle
Nei casi in cui si decide l’espulsione dall’Italia di cittadini stranieri, spesso gli imputati non accettano che a giudicarli siano donne. In una lettera una giudice ha denunciato il fenomeno: “Solo la scorsa settimana sono stata pesantemente minacciata da due uomini, un kosovaro e un tunisino”

Agenti in aula a tutela delle giudici di pace, troppo spesso minacciate durante i procedimenti in cui si decide l’espulsione dall’Italia di stranieri. La decisione di proteggere le donne impegnate nella convalida degli ordini di allontanamento firmati dal questore arriva dopo la lettera di una giudice, indirizzata al presidente del tribunale Roberto Bichi, al giudice Fabio Roia, responsabile delle misure di prevenzione, e al vicecoordinatore dei giudici di pace, Claudio Bacherini. “Solo la scorsa settimana sono stata pesantemente minacciata da due uomini, un kosovaro e un tunisino – racconta la giudice – purtroppo non è infrequente che accadano episodi simili. Con alcuni nordafricani succede addirittura che non vogliano una donna come interprete”.

Giovedì scorso in tribunale si è tenuto un vertice sul tema e si è deciso di rispondere con rigore alla segnalazione della giudice. “La maggioranza delle espulsioni convalidate dal giudice di pace riguarda uomini con una struttura criminale – dice Roia – . Stiamo lavorando con la questura per garantire la sicurezza di chi deve giudicare. Quando possibile, sarà garantita la presenza di agenti in udienza sia nei locali della questura, dove si svolgono le convalide per più di quattro soggetti, sia nelle stanze dei giudici”. Quanto al fatto che siano più spesso le donne a essere fatte oggetto di minacce e insulti, Roia parla di “mancanza di rispetto dovute a fattori subculturali, in nessun caso accettabili”.

Un avvocato, attivo nell’assistenza legale agli stranieri per questioni legate all’immigrazione, spiega: “Effettivamente capita che gli uomini che provengono da certe realtà non accettino di buon grado di essere giudicati da donne. Paradossalmente capita che anche chi proviene da Paesi come l’Algeria, dove le donne sono maggioranza fra i magistrati, mal sopporti l’idea di essere giudicato da donne occidentali, non ritenendole all’altezza del compito”. Dei 49 giudici di pace milanesi, in servizio in via Francesco Sforza, più della metà sono donne. Lo stesso vale nel gruppo dei 18 magistrati onorari che si occupano anche di immigrazione, e nello specifico dei casi regolati degli articoli 13 e 14 del testo unico sull’immigrazione.

Parte del lavoro consiste nel vaglio dei provvedimenti di espulsione decisi dal prefetto nei confronti di chi è in Italia senza permesso di soggiorno. Poi ci sono le pratiche urgenti per la convalida dei provvedimenti di accompagnamento coatto alla frontiera decisi dal questore, da farsi entro 48 ore, in casi ritenuti urgenti per ragioni di “allarme sociale”. Un’attività intensa, al punto che gli uffici del giudice di pace si sono dovuti organizzare con turni di reperibilità sei giorni su sette. Il caso più noto è quello di Saidou Mamoud Diallo, 31enne cittadino della Guinea caricato su un volo diretto nel suo Paese lo scorso luglio, dopo avere accoltellato un poliziotto in stazione Centrale.

Bacherini spiega che non sono comunque solo le donne a subire minacce. “Anche io sono stato minacciato – dice -. Pur essendo precari, ci troviamo a occuparci di temi significativi. È evidente la sproporzione fra i rischi che ci assumiamo e lo status che ci è riconosciuto”. Un dato su tutti: per ogni pratica un giudice di pace riceve 10 euro lordi. Dieci volte meno di un avvocato d’ufficio. Cifre modestissime, a fronte di decisioni spesso delicate, che possono mettere a rischio chi le deve prendere. E il tema non èsolo milanese. Lo scorso aprile a Urbino una giudice di pace fu pesantemente insultata da un imputato. Due mesi prima ad Aprilia, in provincia di Latina, un 80nne fu denunciato per avere minacciato un magistrato onorario. E a Carinola, in provincia di Caserta, un giudice fu aggredito a colpi di casco da moto di fronte al palazzo di giustizia. Nonostante questo, in molti Comuni gli uffici dei giudici di pace non sono protetti da servizio di guardiania e metal detector, come avviene a Milano.”di FRANCO VANNI . (fonte:repubblica.it)

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