Ius culturae : un caso concreto


Pubblichiamo un articolo relativo ad un caso concreto di come sia importante l’approvazione della legge sullo Ius culturae per consentire a tanti giovani che non riescono a raggiungere il traguardo della cittadinanza italiana pur vivendo, studiando e lavorando in Italia da tanti anni…

“Dopo medie, liceo e università vorrebbe insegnare ma non può
K. D. ha 22 anni e abita a Bologna da quando ne aveva 12. Nella città delle Torri ha fatto le medie, le superiori e ora studia Scienze della Comunicazione all’università.

«Mia mamma – racconta – si separò da papà e anche per questo venimmo in Italia. Oggi è addetta alle pulizie all’Ospedale Maggiore».

Quanto alla cittadinanza, K. non potrà chiederla a breve. A meno che la riforma, già approvata alla Camera, si sblocchi al Senato e venga approvata. In questo caso rientrerebbe nello ius culturae, secondo il quale otterrebbero la cittadinanza i giovani ( con un genitore con permesso di lungo soggiorno) che hanno frequentato almeno un intero ciclo scolastico in Italia.

«Io infatti – dice K. – mi sento italiana perché sono cresciuta insieme con i compagni di classe italiani, che coincidono anche con i miei amici. Quando vado all’estero, subito pensano che io sia italiana». Invece non è così. E quindi la ragazza, per esempio, non può votare e ha dovuto rinunciare al suo sogno professionale: essere maestra elementare, perché ai concorsi non può partecipare.

«Quando torno in Marocco – racconta – mi sento guardata con il punto di domanda, come l’italiana. Comunque anche verso quel Paese sento un’appartenenza, legata perlopiù ai ricordi d’infanzia».

Il presente però è in Italia: qui, oltre all’università, la ragazza ama fare sport (pallavolo, nuoto, trekking) e s’impegna nel volontariato, in un doposcuola per i bambini e, con l’Avis, promuove la donazione del sangue.”(fonte:avvenire.ita.newsmemory.com)

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