Un’Idea, solo un’idea : la riforma della magistratura onoraria diventa realtà

Un’Idea ,un’idea :la riforma della magistratura onoraria italiana ,che entra in vigore definitivamente tra pochi giorni, è stata la concretizzazione di un’idea. Nient’ altro.La sperimentazione delle due leggi (sui giudici di pace del 1991 e dei magistrati onorari del 1998) relative alla stragrande maggioranza della magistratura onoraria aveva evidenziato varie storture e difetti nel corso degli anni( tra i quali una serie di proroghe degli incarichi umilianti di 2 anni o di un anno o addirittura trimestrali)

Ed un gruppo di giudici di pace iscritti all’associazione di unità democratica gdp (nata nel 2008) in riunioni nelle quali tutti potevano intervenire per esporre le proprie idee è fermentata l’idea prevalente, cioè quella di dare prestigio alla magistratura onoraria con una figura nuova di giudice di pace: giovane preparato, selezionato, formato, equilibrato. Non eletto dal popolo, per evitare condizionamenti esterni alla magistratura, ma coordinato dal presidente del tribunale, perchè tutti ( dentro e fuori dell’apparato del ministero della giustizia) potessero percepire che i giudici di pace erano espressione della giurisdizione, coordinata in sede di circondario proprio dal presidente di tribunale.
Ciò non perchè ci fosse sfiducia nei colleghi gdp, allora coordinatori degli uffici dei giudici di pace. Ma perchè gli stessi non erano riconosciuti dallo stesso ministero della giustizia ,sia a livello centrale che periferico (amministrativi,cancellieri,ecc.), come interni al ministero della giustizia.

Eppoi vi erano i giudici onorari di tribunale coordinati dal presidente del tribunale, nonchè i vice procuratori onorari coordinati dal procuratore della repubblica, per cui ,con l’unificazione delle tre figure i giudici di pace sarebbero rimasti esterni ad entrambi.
Da qui la nostra proposta di un coordinatore che poi era lo stesso ,che ,in base alla legislazione vigente, era già delegato dal Consiglio Superiore della Magistratura ad un controllo dei gdp del proprio circondario, e che quindi avrebbe da solo ,con la propria personale responsabilità e capacità organizzativa, completato la funzione di controllo con quella di coordinamento di tutti gli uffici dei giudici di pace del circondario.

Altra Idea elaborata dal gruppo associativo di unità democratica gdp fu quella dell’abolizione del famigerato cottimo. Non era possibile continuare a retribuire i giudici di pace soltanto in base alla quantità di lavoro effettuato assieme ad un’indennità fissa di 258,00 euro mensili lorde (nemmeno corrisposta durante la sospensioni dell’anno giudiziario, ecc.). Tot a sentenza,tot ad udienza,tot a decreto ingiuntivo,ecc. I giudici di pace avevano da poco subito un’umiliazione collettiva, relativa alla legge che aveva fissato un limite quantitativo allo stesso cottimo ,per cui i gdp non potevano percepire per ciascun anno solare più di 72.000 euro, anche se avessero maturato ,proprio in base al cottimo, oltre quella cifra. La legge predetta fu approvata per evitare storture ,perchè in alcuni uffici di giudici di pace italiani qualcuno aveva percepito, con il cottimo ,liquidazioni mensili che raggiungevano emolumenti sproporzionati, anche se frutto della stessa stortura del cottimo.

L’indennità fissa in base all’Idea doveva essere adeguata e congrua integrata da una minore indennità variabile collegata al raggiungimento di obiettivi assegnati su base oggettiva e predeterminata (proprio dal presidente di tribunale).

Altra Idea emersa dallo stesso gruppo associativo era quella di far indire al più presto nuovi concorsi per l’accesso a tutti i posti disponibili in base agli organici relativi alle figure della magistratura onoraria ,che dovevano essere ridefiniti su base nazionale in base al relativo carico giudiziario ed alla media dei processi pendenti in ciascuna sede. Un’idea nè balzana nè masochista ma semplicemente coerente con la visione di una magistratura onoraria giovane che potesse affiancare coloro che già da molti anni svolgevano le funzioni di magistrato onorario.

Altra Idea di Udgdpo: la previsione di un trattamento previdenziale ed assicurativo a favore dei giudici di pace ed onorari con iscrizione degli stessi nella gestione separata INPS e contribuzione mista(2/3 a carico ministeriale ed 1/3 a carico del lavoratore) anche se a livello ministeriale emergevano resistenze forti giustificate dalla mancanza di fondi necessari per attuare l’idea.

Per una continuità degli incarichi fu ideato sempre dallo stesso gruppo un rinnovo automatico di incarichi quadriennali dei giudici di pace ed onorari con verifiche quadriennali della professionalità, diligenza ,operosità, aggiornamento periodico, ecc. fino al compimento degli incarichi assegnati (con il limite del settantantesimo anno di età ) per coloro che erano in servizio da molti anni.

Per il gruppo poi era necessario non considerare più cause “bagattellari”
quelle di competenza dei giudici di pace ,per cui si ideò l’aumento delle competenze sia per valore che per materia nel settore civile e ,nel settore penale, quelle relative ai reati di competenza dei giudici di pace ed onorari.

Altra Idea elaborata e discussa fu quella di introdurre un’incompatibilità assoluta, per i giudici di pace ed onorari, con la professione forense su tutto il territorio nazionale o distrettuale assieme ad un rigore nel controllo delle incompatibilità allora previste.

Tutte qui le idee di Unità Democratica gdpo.

Quanto la neo riforma della magistratura onoraria attuale abbia accolto o meno l’idea di unità democratica gdpo è visibile da tutti, perchè si è molto dibattuto nei vari luoghi sia associativi che politici o parlamentari,ecc.

Non ce ne assumiamo la paternità esclusiva perchè alcuni aspetti della riforma non sono corrispondenti alle idee ed alle proposte di Udgdpo.

Ma una deduzione è certa la nostra è stata ed è un’elaborazione di appartenenti, presenti od in quiescenza, alla sola categoria dei giudici di pace onorari.Non abbiamo subito influenze. Nè siamo “infiltrati” di nessuno, come qualcuno in mala fede ci attribuisce, in quanto non è stato capace di elaborare altrettante idee ,condivise dalla maggioranza del Parlamento e ,quindi, dei rappresentanti del popolo italiano ,che detengono il potere legislativo proprio in base alla Costituzione , ed i magistrati tutti togati od onorari devono osservare ed applicare le leggi approvate dal popolo italiano e promulgate ,od emanate, dal Presidente della Repubblica.
(diego loveri)

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