Migranti: legge Turco-Napolitano ‘una svolta ancora attuale’ Presidente emerito, canali legali contro commercio esseri umani


” Un convegno sulla legge quadro italiana sull’immigrazione, “non per celebrarla ma per ricordarla, dato che spesso viene dimenticata ma è stata una svolta all’interno delle politiche migratorie del nostro Paese”.

Questo il tema dell’incontro “A 20 anni dalla prima legge quadro sull’immigrazione (40/98): l’attualità di una riforma per governare l’immigrazione” tenutosi al Senato a Roma.

Questa normativa, chiamata anche “legge Turco-Napolitano”, approvata dal Parlamento nel 1998, “resta molto attuale per la sua rottura con una logica di emergenza delle migrazioni” ricorda Livia Turco, al tempo ministro per la Solidarietà sociale, della quale la legge porta il nome insieme all’allora ministro degli Interni, e ora Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Durante il convegno è stata evidenziata l’attualità della legge quadro, che prevede “una scelta molto netta, fatta di diritti e doveri per gli immigrati e che tutela l’accesso alla salute, il diritto alla maternità, la difesa dei minori ed i diritti connessi alla cittadinanza”, ha spiegato Turco, insieme alla “lotta alla tratta degli esseri umani”.

Anche Giorgio Napolitano durante il convegno ha sottolineato che la legge ha tentato di “creare una contrapposizione tra politiche di immigrazione e tema della sicurezza”, ma che alcune politiche previste dalla norma “in tema di integrazione sono rimaste soltanto sulla carta e non applicate”. Napolitano ha poi spiegato che “l’impegno della legge a lottare contro l’immigrazione clandestina e la già allora spaventosa commercializzazione degli esseri umani presupponeva che ci fossero canali di ingresso legale nel nostro Paese”, ma col passare degli anni “il sistema si è aggrovigliato dopo il diluvio di decreti sulla legge organica, che hanno vanificato il lavoro fatto”, come nel caso del “meccanismo di quote d’ingresso legale” previsto nel testo originario.

Monsignor Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes, ha sottolineato che la legge “presenta delle lacune: il volto dell’immigrazione di oggi non è quello del 1998. Oggi parliamo di 5 milioni di stranieri in Italia: un popolo nel popolo che meriterebbe di essere accompagnato da leggi che abbiano una qualità sociale che aiuti all’integrazione”.

Durante il convegno è intervenuto anche il ministro dell’Interno Marco Minniti, che ha definito la legge “un riferimento normativo importante e di assoluta attualità”.

Tuttavia il ministro ha anche sottolineato che “in 20 anni il quadro è diventato molto più complesso per una serie di fattori imprevedibili”. Il ministro ha criticato l’operato dell’Europa, sottolineando che “non c’è molta disponibilità” da parte dei Paesi europei per il meccanismo della relocation e che “la discussione sulla modifica del regolamento di Dublino dovrebbe andare verso una direzione di maggiore solidarietà, ma per ora è l’esatto opposto”.

Minniti ha poi difeso l’operato del governo, spiegando che “una politica incontrollata di flussi illegali è insostenibile” e difendendo la necessità di accordi bilaterali come quello con la Libia, perché “il tema delle tratte va affrontato in Libia, garantendo il rispetto dei diritti umani di chi viene bloccato ai controlli della frontiera marittima e del sud della Libia”. Infine il ministro ha spiegato che l’idea del governo è “affrontare il nodo degli ingressi illegali rafforzando l’ingresso legale e i corridoi umanitari. Ci battiamo perché su questo ci sia un punto di vista più ampio di quello solamente italiano, ma non c’è. Su questi temi ci stiamo giocando un pezzo fondamentale del futuro delle nostre democrazie”.(FONTE:ANSAmed).

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