Urgenti i nuovi concorsi : consigliere del CSM durante il Plenum del 15 febbraio u.s conferma che i futuri vincitori dei nuovi concorsi per la magistratura onoraria potranno esercitare le funzioni solo tra quattro cinque anni


Nel pubblicare la trascrizione dell’intervento del Consigliere Morgigni all’ultimo plenum del CSM del 15 febbraio u.s. non possiamo non sottolineare che lo stesso ha detto ciò che ha affermato da tempo Unità Democratica Giudici di Pace Onorari in relazione alla necessità dell’indizione dei nuovi concorsi in base alla legge n.57/2016 ed ai requisiti ivi elencati ( e non la riapertura dei concorsi del 2007 con i vecchi requisiti) in quanto tra l’indizione dei concorsi e l’effettiva immissione in possesso dei vincitori vi sarà un lunghissimo lasso di tempo come risultato della somma dei tempi necessari all’espletamento dei concorsi stessi ed alla permanenza nell’ufficio del processo ,al tirocinio,ecc.(L’intervento nel Plenum si può ascoltare andando su precedente articolo del nostro sito)

Consiglio-superiore-della-magistratura : Plenum del CSM del 15 febbraio u.s.

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“Consigliere MORGIGNI. Molto sinteticamente, io volevo chiarire un attimo i termini della questione perché forse non sono noti a tutti: attualmente noi abbiamo un gruppo di cinquemilacinquecento magistrati onorari di primo grado, che sono viceprocuratori, giudici onorari e giudici di pace, dei quali soltanto milleduecento svolgono la professione di avvocato secondo i dati che ci sono stati forniti dal Ministero. Quindi quattromila trecento di loro non hanno altra attività se non quella di magistrato onorario. È in corso una procedura di pre-infrazione presso la Commissione dell’Unione Europea, che si trova nella fase in cui le giustificazioni del Governo italiano sono state respinte perché ritiene la Commissione Europea, ma lo ritiene con un provvedimento definitivo anche il Comitato Europeo dei Diritti Sociali che è un’istituzione diversa e che fa capo al Consiglio d’Europa, che non esiste la figura del magistrato onorario ma esistono soltanto i magistrati a tempo determinato e indeterminato. Nel passato con due leggi – la 217/74 e la 516/77 – sono stati rimossi i termini di durata per circa cinquecento vicepretori all’epoca incaricati di funzioni giudiziarie e reggenti. Quindi a Costituzione vigente fu fatto questo atto.
Attualmente ci sono due divergenti necessità: c’è la necessità degli uffici giudiziari di ottenere più magistrati nel settore dei tribunali soprattutto e a copertura di alcuni uffici del giudice di pace che sono completamente sguarniti; c’è poi la necessità delle Procure della Repubblica di non privarsi dell’opera dei viceprocuratori onorari, la cui attività verrebbe drasticamente delimitata e ridotta – secondo le prospettazioni del decreto legislativo allo studio da parte del Governo, che non è stato ancora esitato né ci è stato comunicato – e c’è una necessità professionale di questi magistrati onorari di trovare in qualche modo una sistemazione perché, già si sa – il 28 c’è un’audizione davanti al Parlamento dell’Unione Europea – che verosimilmente tutta la normativa italiana in materia verrà ritenuta non conforme al Trattato. Questo significa che l’attuale legislazione che sta per essere seguita per le nuove nomine non sarebbe conforme al Trattato, in particolare alle direttive in materia di lavoro a tempo determinato, perché superando i trienni sarebbe essa stessa illogica e illegittima sotto il profilo europeo. Per trovare il bandolo di tutta questa matassa io credo che se qualche cosa possiamo fare noi come Consiglio Superiore è soltanto quella di segnalare all’Amministrazione che o si risolve il problema innanzitutto con le istituzioni europee o altrimenti non si va da nessuna parte, perché è normale che se noi veniamo tratti davanti a una procedura di infrazione davanti alla Corte di Giustizia verremo probabilmente condannati. Segnalo che già nel 2010, con la causa n. 393, la Corte Europea di Giustizia con una sentenza che è diventata definitiva – la sentenza O’Brien – ha condannato il Regno Unito perché non aveva assicurato la tutela ai magistrati a tempo determinato del Regno Unito. Anche lì – per quelli che si chiamano recorders, che sono sostanzialmente i nostri giudici onorari – ha detto che non si conosce altra distinzione se non un magistrato che lavora a tempo indeterminato per lo Stato, inserito nell’Amministrazione, e un magistrato che lavora a tempo determinato. Questo tra l’altro non confligge con la Costituzione, perché le norme delle quali ho parlato prima – cioè la legge 217/74 e la 516/77 – hanno fatto la stessa cosa: hanno rimosso un limite per i vicepretori attribuendo il trattamento all’epoca del magistrato di tribunale. Molti ricordano ancora – chi è tra di noi sicuramente ci ha lavorato – i vecchi vicepretori onorari reggenti che erano gli unici magistrali spesso a reggere per l’appunto queste piccole preture mandamentali. Allora io penso che la riflessione la debba fare sicuramente il legislatore; noi abbiamo un compito tecnico importante, poi chi lo sollecita lo sollecita va bene, che siano i procuratori, che siano i magistrati onorari, noi dobbiamo comunque far comprendere al Governo che quella legge come sta per essere attuata creerà più problemi che altro. Io lo avevo detto e lo ripeto: noi siamo di fronte a una situazione dove coloro che assumeranno le funzioni di giudici onorari di pace nel nuovo sistema per due anni non potranno fare udienza, perché questo prevede la legge. Accadrà quindi che ci vorranno due anni per immetterli, sei mesi per fargli fare il tirocinio, due anni per farli cominciare a fare funzioni giudiziarie. Come ha detto bene il Presidente dell’Ottava Commissione: noi pensiamo che prima di quattro-cinque anni non comincerà nessuno dei nuovi a svolgere le funzioni con il nuovo regime, non quelli delle graduatorie a esaurimento. Quindi il problema esiste, va affrontato meglio, probabilmente andava fatto da parte del legislatore uno studio con noi prima e non rimesso solo alle burocrazie ministeriali, con tutto il rispetto per le burocrazie ministeriali. Fossero solo quelle del Ministero della Giustizia, ma purtroppo mi pare che siano state estese anche ad altre tecnostrutture, in primis alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che a mio parere non brilla per il coordinamento alla normativa attuale. Io penso che questa sia l’opera primaria di sensibilizzazione; bloccare tutto quanto, fermare le bocce per un breve periodo e consentirci di capire che cosa sta succedendo, anche perché noi non possiamo seriamente pensare che persone che per venti e passa anni – ce ne sono alcuni di loro con venticinque anni che hanno fatto soltanto il servitore dello Stato come magistrato onorario, magari bene – li prendiamo e li mandiamo via in blocco dovendo reclutare con un know-how dei nuovi e imprecisati soggetti che dovrebbero fare le stesse cose ma tra cinque anni. Quindi io direi che forse questo è il compito: far comprendere all’Amministrazione e al Governo per essa che prima di emanare decreti legislativi o prima di fare nuove norme dovrebbero consentire a noi innanzitutto una riflessione, poi vediamo il da farsi. Tutto qua.

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