La riforma della magistratura onoraria va attuata nel rispetto dei tempi previsti dalla legge n.57/2016


In imminenza dell’approvazione dei decreti delegati governativi previsti dalla legge delega n.57/2016 sulla riforma della magistratura onoraria ci sembra giusto sottolineare e richiamare alla memoria i principi ,che la legge delega ha dato per l’attuazione della riforma stessa e che non possono essere sottaciuti o manipolati per meri interessi economici di alcuni contro gli interessi ed i diritti acquisiti di altri sempre facenti parte della categoria ( ad esempio ex got contro ex gdp).

La rincorsa di coloro che nel trattamento economico del cottimo sono svantaggiati da decenni (ex got) rispetto ad alcuni ( ex gdp) che prestano servizio in sedi cosiddette “facoltose” avendo maggior numero di “affari giudiziari” ovvero di cause a ruolo, non può e non deve condurre il legislatore delegato ad anticipare i tempi della riforma stessa. Il decorso degli anni(quattro o cinque) prima che vada a regime la riforma stessa è essenziale perchè si possa gradatamente passare dal cottimo puro al sistema dell’indennità fissa e di quella incentivante. D’altronde l’associazionismo della categoria non ha mai discusso od approvato un anticipo della riforma nella parte c.d. economica.

Ed allora perchè qualcuno/a (tutti/e ex got) vocifera che se viene appoggiato dai sostenitori e dalle forze politiche ( senza distinzioni tra governo ed opposizione) condurrà subito (cioè immediatamente) la parte della categoria ( ex got) retribuita con un sistema relativo al cottimo ad udienza e non a fascicolo processuale verso l’altra parte della categoria (ex gdp) dividendo i compensi economici a fascicolo, sottraendo gli stessi a coloro che sarebbero costretti a dividere “la torta” subito e non nei prossimi anni prima dell’attuazione dell’abolizione del cottimo puro ( ad udienza e/ a fascicolo) ? Viene proposto ,infatti ed inopinatamente , “che il Governo non dia attuazione al comma 17 lett. b) dell’art. 2 della L. 52/2016

Art.2 comma 17 lett.b Legge n.57/2016

e preveda l’immediata entrata in vigore della categoria unica della magistratura onoraria, con lo stesso trattamento economico, così come sopra indicato ossia con la previsione dell’indennità fissa determinata nella misura pari allo stipendio tabellare annuo dei dirigenti (di I e II fascia) dell’organizzazione giudiziaria ossia ad Euro 43.310,93 per l’anno 2016 ([2]), al lordo delle imposte ed al netto della previdenza ed assistenza.”
Per questo crediamo che non si possa e non si debba dividere la categoria ma attendere pazientemente i tempi stabiliti per legge senza alterare lo status quo e rivendicare,invece, una reale trattativa perchè vengano rispettate le raccomandazioni parlamentari approvate e che riportiamo successivamente.

Ricordiamo infine che Unità Democratica giudici di pace onorari ha già indicato nel proprio sito la base della piattaforma economica e previdenziale.

Si parte dai 36.000 euro lordi l’anno come base fissa e da 18.000 euro lordi l’anno per la parte incentivante (per un totale di 54.000 euro lordi l’anno) oltre le ritenute previdenziali, che non potranno non essere che a carico (quasi totale) dell’amministrazione della giustizia.

Infine riportiamo in link quanto era emerso nell’ultima riunione delle associazioni sindacali di categoria con i rappresentanti ministeriali proprio per riprenderne la discussione in quella sede contrattuale, perchè vengano rispettate le aspettative legittime ed eque della categoria tutta (gop e vpo).

Di seguito pubblichiamo la legge delega con in neretto le parti peculiari perchè non si possa fuorviare dai binari corretti. (diego loveri)
Legge n.57/2016
Art. 1
Contenuto della delega
1. Il Governo e’ delegato ad adottare, entro un anno dalla data di
entrata in vigore della presente legge,
con l’osservanza dei principi
e dei criteri direttivi di cui all’articolo 2, uno o piu’ decreti
legislativi diretti a:
a) prevedere un’unica figura di giudice onorario, inserito in un
solo ufficio giudiziario;

b) prevedere la figura del magistrato requirente onorario,
inserito nell’ufficio della procura della Repubblica;
c) disciplinare i requisiti e le modalita’ di accesso alla
magistratura onoraria, il procedimento di nomina ed il tirocinio;

La legge n.57/2016 : testo integrale con note e raccomandazioni

Al Ministero della Giustizia :Importante Incontro dell’Associazione Valore Uomo e dell’ Associazione dei Giudici di Pace UDGDPO con i sottosegretari Migliore e Ferri


d) operare la ricognizione e il riordino della disciplina
relativa alle incompatibilita’ all’esercizio delle funzioni di
magistrato onorario;
e) disciplinare le modalita’ di impiego dei magistrati onorari
all’interno del tribunale e della procura della Repubblica;
f) disciplinare il procedimento di conferma del magistrato
onorario e la durata massima dell’incarico;
g) regolamentare il procedimento di trasferimento ad altro
ufficio;
h) individuare i doveri e i casi di astensione del magistrato
onorario;
i) regolamentare i casi di decadenza dall’incarico, revoca e
dispensa dal servizio;
l) regolamentare la responsabilita’ disciplinare e quindi
individuare le fattispecie di illecito disciplinare, le relative
sanzioni e la procedura per la loro applicazione;
m) prevedere e regolamentare il potere del presidente del
tribunale di coordinare i giudici onorari;
n) prevedere i criteri di liquidazione dell’indennita’;
o) operare la ricognizione e il riordino della disciplina in
materia di formazione professionale;
p) ampliare, nel settore penale, la competenza dell’ufficio del
giudice di pace, nonche’ ampliare, nel settore civile, la competenza
del medesimo ufficio, per materia e per valore, ed estendere, per le
cause il cui valore non ecceda euro 2.500, i casi di decisione
secondo equita’;
q) prevedere una sezione autonoma del Consiglio giudiziario con
la partecipazione di magistrati onorari elettivi;
r) prevedere il regime transitorio per i magistrati onorari in
servizio alla data di entrata in vigore del decreto legislativo
ovvero dell’ultimo dei decreti legislativi emanati in attuazione
della delega di cui al presente comma;
s) prevedere specifiche norme di coordinamento delle nuove
disposizioni con le altre disposizioni di legge e per l’abrogazione
delle norme divenute incompatibili.

Art. 2

Principi e criteri direttivi

1. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera a), il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) superare la distinzione tra giudici onorari di tribunale e
giudici di pace, denominandoli «giudici onorari di pace» e facendoli
confluire tutti nell’ufficio del giudice di pace, salvo quanto
previsto dal comma 5;
b) prevedere che il Ministro della giustizia stabilisca la
dotazione organica dei giudici onorari di pace e conseguentemente di
ciascun ufficio del giudice di pace.

2. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera b), il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) prevedere che il magistrato requirente onorario sia inserito
in un’articolazione denominata «ufficio dei vice procuratori
onorari», costituita presso l’ufficio della procura della Repubblica
presso il tribunale ordinario;
b) prevedere che il Ministro della giustizia stabilisca la
dotazione organica dei vice procuratori onorari e li ripartisca tra
le procure della Repubblica, tenendo conto anche della pianta
organica dei magistrati professionali.
3. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera c), il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) disciplinare i requisiti e le modalita’ di accesso alla
magistratura onoraria,
prevedendo, tra l’altro, i requisiti:
1) della cittadinanza italiana;
2) del possesso dei diritti civili e politici;
3) di non aver riportato condanne per delitti non colposi o a
pena detentiva per contravvenzione e di non essere stati sottoposti a
misure di prevenzione o di sicurezza, salvi gli effetti della
riabilitazione;
4) della onorabilita’, anche con riferimento alle sanzioni
disciplinari eventualmente riportate;
5) della idoneita’ fisica e psichica;
6) dell’eta’ non inferiore a ventisette anni e non superiore a
sessanta anni;
7) della professionalita’;
8) dell’aver conseguito la laurea in giurisprudenza a seguito
di corso universitario di durata non inferiore a quattro anni;
b) prevedere i titoli preferenziali per la nomina a magistrato
onorario, in particolare a favore:
1) di coloro che hanno esercitato funzioni giudiziarie a titolo
onorario;
2) di coloro che svolgono o hanno svolto la professione di
avvocato;
3) di coloro che svolgono o hanno svolto la professione di
notaio;
4) di coloro che insegnano o hanno insegnato materie giuridiche
presso le universita’;
c) prevedere che a parita’ di titolo preferenziale abbia
precedenza chi ha la piu’ elevata anzianita’ professionale e che, in
caso di ulteriore parita’, abbia la precedenza chi ha minore eta’
anagrafica;
d) prevedere che la nomina a magistrato onorario sia preclusa per
i soggetti che, pur essendo in possesso dei requisiti previsti,
risultano collocati in quiescenza;

e) attribuire alla sezione autonoma del Consiglio giudiziario, di
cui alla lettera q) del comma 1 dell’articolo 1, la competenza ad
emettere il bando del concorso per titoli per l’accesso alla
magistratura onoraria, ad istruire e valutare, previa acquisizione
del parere dell’organo istituzionale al quale l’istante risulti
eventualmente iscritto, le domande e, all’esito, a trasmettere al
Consiglio superiore della magistratura le proposte di ammissione al
tirocinio sulle quali delibera il Consiglio superiore medesimo;

f) disciplinare la durata e le modalita’ di svolgimento del
tirocinio presso un magistrato professionale affidatario, stabilendo
che nel corso dello stesso non sia dovuta alcuna forma di indennita’
e che, all’esito, la sezione autonoma del Consiglio giudiziario, di
cui alla lettera q) del comma 1 dell’articolo 1, formuli un giudizio
di idoneita’ e proponga una graduatoria degli idonei per la nomina a
magistrati onorari;

g) prevedere che la nomina del magistrato onorario sia di
competenza del Ministro della giustizia, che provvede in conformita’
alla deliberazione del Consiglio superiore della magistratura
sull’idoneita’ ad assumere le funzioni giudiziarie onorarie.
4. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera d), il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) prevedere che non possano esercitare le funzioni di magistrato
onorario:
1) i membri del Parlamento nazionale e i membri del Parlamento
europeo spettanti all’Italia, i membri del Governo e quelli delle
giunte degli enti territoriali, nonche’ i consiglieri regionali,
provinciali, comunali e circoscrizionali;
2) gli ecclesiastici e i ministri di qualunque confessione
religiosa;
3) coloro che ricoprono o che hanno ricoperto, nei tre anni
precedenti alla domanda, incarichi direttivi o esecutivi nei partiti
politici o nelle associazioni sindacali maggiormente rappresentative
;
4) coloro che ricoprono la carica di difensore civico;
5) coloro che svolgono abitualmente attivita’ professionale per
conto di imprese di assicurazione o bancarie, ovvero per istituti o
societa’ di intermediazione finanziaria, oppure hanno il coniuge, i
conviventi, i parenti fino al secondo grado o gli affini entro il
primo grado che svolgono abitualmente tale attivita’ nel circondario
in cui il giudice di pace esercita le funzioni giudiziarie;
b) prevedere che gli avvocati non possano esercitare le funzioni
di magistrato onorario nel circondario del tribunale nel quale
esercitano la professione forense, ovvero nel quale esercitano la
professione forense i loro associati di studio, i membri
dell’associazione professionale, i soci della societa’ tra
professionisti, il coniuge, i conviventi, i parenti fino al secondo
grado o gli affini entro il primo grado; prevedere che gli avvocati
che esercitano la propria attivita’ professionale nell’ambito di
societa’ o associazioni tra professionisti non possano esercitare le
funzioni di magistrato onorario nel circondario del tribunale nel
quale la societa’ o l’associazione forniscono i propri servizi;
prevedere che non costituisca causa di incompatibilita’ l’esercizio
del patrocinio davanti al tribunale per i minorenni, al tribunale
penale militare, ai giudici amministrativi e contabili, nonche’
davanti alle commissioni tributarie;

c) prevedere che gli avvocati che svolgono le funzioni di
magistrato onorario non possano esercitare la professione forense
presso l’ufficio giudiziario al quale appartengono e non possano
rappresentare, assistere o difendere le parti di procedimenti svolti
davanti al medesimo ufficio, nei successivi gradi di giudizio;
prevedere che il divieto si applichi anche agli associati di studio,
ai membri dell’associazione professionale e ai soci della societa’
tra professionisti, al coniuge, ai conviventi, ai parenti entro il
secondo grado e agli affini entro il primo grado;
d) prevedere che i magistrati onorari che hanno tra loro vincoli
di parentela fino al secondo grado o di affinita’ fino al primo
grado, di coniugio o di convivenza non possano essere nominati presso
lo stesso ufficio giudiziario;

e) prevedere che il magistrato onorario non possa ricevere,
assumere o mantenere incarichi dall’autorita’ giudiziaria nell’ambito
dei procedimenti che si svolgono davanti agli uffici giudiziari
compresi nel circondario presso il quale esercita le funzioni
giudiziarie.
5. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera e), con riferimento alle modalita’ di impiego dei magistrati
onorari all’interno del tribunale, il Governo si attiene ai seguenti
principi e criteri direttivi:
a) individuare le modalita’ con cui il presidente del tribunale
provvede all’inserimento dei giudici onorari di pace nell’ufficio per
il processo costituito presso il tribunale ordinario, per lo
svolgimento dei seguenti compiti:
1) coadiuvare il giudice professionale e, quindi, compiere
tutti gli atti preparatori, necessari o utili per l’esercizio della
funzione giurisdizionale da parte di quest’ultimo;
2) svolgere le attivita’ e adottare i provvedimenti che al
giudice onorario di pace possono essere delegati dal giudice
professionale tra quelli individuati in attuazione della delega di
cui alla presente legge, in considerazione della natura degli
interessi coinvolti e della semplicita’ delle questioni che
normalmente devono essere risolte; prevedere che il giudice
professionale stabilisca le direttive generali cui il giudice
onorario di pace deve attenersi nell’espletamento dei compiti
delegati e che, quando questi non ritiene ricorrenti nel caso
concreto le condizioni per provvedere in conformita’ alle direttive
ricevute, possa chiedere che l’attivita’ o il provvedimento siano
compiuti dal giudice professionale titolare del procedimento;

3) prevedere che i provvedimenti che definiscono i procedimenti
non possano essere delegati dal giudice professionale, salvo quelli
specificamente individuati in considerazione della loro semplicita’;
b) prevedere i casi tassativi, eccezionali e contingenti in cui,
in ragione della significativa scopertura dei posti di magistrato
ordinario previsti dalla pianta organica del tribunale ordinario e
del numero dei procedimenti assegnati ai magistrati ordinari ovvero
del numero di procedimenti rispetto ai quali e’ stato superato il
termine ragionevole di cui alla legge 24 marzo 2001, n. 89, e’
consentito al presidente del tribunale di procedere all’applicazione
non stabile del giudice onorario di pace, che abbia svolto i primi
due anni dell’incarico, quale componente del collegio giudicante
civile e penale; prevedere che in ogni caso il giudice onorario di
pace non possa essere applicato quale componente del collegio
giudicante delle sezioni specializzate. Dall’attuazione delle
disposizioni della presente lettera non devono derivare nuovi o
maggiori oneri a carico della finanza pubblica;
c) prevedere i casi tassativi in cui il giudice onorario di pace,
che abbia svolto i primi due anni dell’incarico, puo’ essere
applicato per la trattazione di procedimenti civili e penali di
competenza del tribunale ordinario; prevedere che in ogni caso il
giudice onorario di pace non possa essere applicato per la
trattazione dei procedimenti, ovvero per l’esercizio delle funzioni,
indicati nel terzo comma dell’articolo 43-bis dell’ordinamento
giudiziario, di cui al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, e
successive modificazioni, nonche’ per la trattazione dei procedimenti
in materia di rapporti di lavoro e di previdenza ed assistenza
obbligatorie.

6. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera e), con riferimento alle modalita’ di impiego dei magistrati
onorari all’interno della procura della Repubblica, il Governo si
attiene ai seguenti principi e criteri direttivi:
a) costituire presso l’ufficio della procura della Repubblica una
struttura organizzativa mediante l’impiego di vice procuratori
onorari, del personale di cancelleria e di coloro che svolgono il
tirocinio formativo presso il predetto ufficio ai sensi dell’articolo
73 del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con
modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, e successive
modificazioni, e dell’articolo 37, commi 4 e 5, del decreto-legge 6
luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15
luglio 2011, n. 111;
b) prevedere che ai vice procuratori onorari inseriti, con
provvedimento del procuratore della Repubblica, nella struttura
organizzativa di cui alla lettera a) possano essere assegnati i
seguenti compiti:
1) coadiuvare il magistrato professionale e, quindi, compiere
tutti gli atti preparatori, necessari o utili per lo svolgimento da
parte di quest’ultimo delle proprie funzioni;
2) svolgere le attivita’ e adottare i provvedimenti che, in
considerazione della loro semplicita’ e della non elevata pena
edittale massima prevista per il reato per cui si procede, possono
essere delegati ai vice procuratori onorari; di regola non possono
essere delegati, salvo tipologie di reati da individuare
specificamente, anche in considerazione della modesta offensivita’
degli stessi, la richiesta di archiviazione, la determinazione
relativa all’applicazione della pena su richiesta e i provvedimenti
di esercizio dell’azione penale; prevedere che il magistrato
professionale stabilisca le direttive generali cui il vice
procuratore onorario deve attenersi nell’espletamento dei compiti
delegati e che quest’ultimo, quando non ritiene ricorrenti nel caso
concreto le condizioni per provvedere in conformita’ alle direttive
ricevute, possa chiedere che l’attivita’ o il provvedimento siano
compiuti dal magistrato professionale titolare del procedimento.
7. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera f), il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) attribuire all’incarico di magistrato onorario natura
imprescindibilmente temporanea e disciplinarne la durata massima per
un periodo non superiore a quattro anni;
b) prevedere che alla scadenza del periodo di cui alla lettera a)
il magistrato onorario possa essere confermato nell’incarico per un
altro quadriennio in caso di accertata idoneita’ a svolgere le
funzioni sulla base dei criteri individuati nell’esercizio della
delega di cui alla presente legge, e sempre che non abbia riportato
piu’ sanzioni disciplinari o la sanzione disciplinare della
sospensione;
prevedere che i criteri per l’accertamento
dell’idoneita’ a svolgere le funzioni debbano comunque tener conto
della capacita’, della produttivita’, della diligenza e dell’impegno,
sulla base dei dati statistici relativi all’attivita’ svolta,
dell’esame a campione dei provvedimenti e del parere del capo
dell’ufficio giudiziario presso il quale il magistrato onorario
presta servizio, nonche’ della relazione presentata da quest’ultimo;
c) prevedere che la conferma di cui alla lettera b) sia disposta
con decreto del Ministro della giustizia, previa deliberazione del
Consiglio superiore della magistratura, sulla base del giudizio di
idoneita’ formulato dalla sezione autonoma del Consiglio giudiziario,
di cui alla lettera q) del comma 1 dell’articolo 1, dopo aver
acquisito i pareri dei presidenti di tribunale o dei procuratori
della Repubblica, nonche’ dei consigli dell’ordine degli avvocati nei
cui circondari il magistrato onorario ha esercitato le sue funzioni
;
d) prevedere, in ogni caso, che la durata dell’incarico di
magistrato onorario non possa superare gli otto anni complessivi e
che nel computo siano inclusi gli anni comunque svolti quale
magistrato onorario nel corso dell’intera attivita’ professionale;

e) prevedere che i giudici onorari di pace, nel corso dei primi
due anni dell’incarico, possano svolgere esclusivamente i compiti
inerenti all’ufficio per il processo;

f) disciplinare le conseguenze della mancata conferma, prevedendo
in particolare che la stessa precluda la possibilita’ di proporre
successive domande di nomina quale magistrato onorario;
g) prevedere che ai magistrati onorari confermati per due
quadrienni sia riconosciuto un titolo di preferenza a parita’ di
merito, a norma dell’articolo 5 del regolamento di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487, nei concorsi
indetti dalle amministrazioni dello Stato;

h) prevedere che in ogni caso l’incarico cessi al raggiungimento
del sessantacinquesimo anno di eta’.

8. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera g), il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) regolamentare la procedura di trasferimento su domanda
dell’interessato;
b) disciplinare i casi di trasferimento d’ufficio del magistrato
onorario ad altro ufficio giudiziario della medesima tipologia per
esigenze organizzative oggettive dei tribunali, degli uffici del
giudice di pace e delle procure della Repubblica.
9. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera h), il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) prevedere che il magistrato onorario sia tenuto all’osservanza
dei doveri previsti per i magistrati ordinari;
b) prevedere che a tutti i magistrati onorari si applichi il
regime di astensione previsto dall’articolo 70 del decreto-legge 21
giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9
agosto 2013, n. 98.
10. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera i), il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) prevedere che a tutti i magistrati onorari si applichi la
disciplina della decadenza e della dispensa dal servizio, prevista
dall’articolo 9 della legge 21 novembre 1991, n. 374, e successive
modificazioni;
b) prevedere i casi per la revoca dell’incarico al magistrato
onorario che non e’ in grado di svolgere diligentemente e
proficuamente il proprio incarico, in particolare quando non
raggiunge gli obiettivi prestabiliti dal presidente del tribunale o
dal procuratore della Repubblica;
c) prevedere, nei casi indicati dalle lettere a) e b), con
esclusione delle ipotesi di dimissioni volontarie, che il presidente
della corte di appello proponga alla sezione autonoma del Consiglio
giudiziario, di cui alla lettera q) del comma 1 dell’articolo 1, la
dichiarazione di decadenza, la dispensa o la revoca. La sezione,
sentito l’interessato e verificata la fondatezza della proposta,
trasmette gli atti al Consiglio superiore della magistratura
affinche’ provveda sulla dichiarazione di decadenza, sulla dispensa o
sulla revoca.
11. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera l), il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) individuare le fattispecie tipiche di illecito disciplinare
dei magistrati onorari, anche tenendo conto delle disposizioni
relative agli illeciti disciplinari commessi dai magistrati
professionali;
b) prevedere le sanzioni disciplinari dell’ammonimento, della
censura, della sospensione dal servizio da tre a sei mesi e della
revoca dell’incarico;
prevedere altresi’ i casi nei quali, quando e’
inflitta la sanzione della sospensione dal servizio, puo’ essere
disposto il trasferimento del magistrato onorario ad altra sede;
prevedere, infine, gli effetti delle sanzioni disciplinari ai fini
della conferma nell’incarico;

c) prevedere, nei casi indicati dalla lettera a), che il
presidente della corte di appello proponga alla sezione autonoma del
Consiglio giudiziario, di cui alla lettera q) del comma 1
dell’articolo 1, una delle sanzioni disciplinari di cui alla lettera
b) del presente comma e, ove ne ricorrano i presupposti, il
trasferimento del magistrato onorario ad altra sede. La sezione,
sentito l’interessato e verificata la fondatezza della proposta,
trasmette gli atti al Consiglio superiore della magistratura
affinche’ provveda sull’ammonimento, sulla censura, sulla sospensione
dal servizio, sul trasferimento ad altra sede o sulla revoca
;
d) disciplinare il procedimento per l’applicazione delle sanzioni
disciplinari, tenendo conto dei principi previsti dall’articolo 9,
comma 4, della legge 21 novembre 1991, n. 374.
12. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera m), il Governo disciplina il coordinamento dei giudici
onorari di pace, attenendosi ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) prevedere che l’ufficio del giudice di pace sia coordinato dal
presidente del tribunale, il quale provvede a tutti i compiti di
gestione del personale di magistratura ed amministrativo;

b) prevedere che il presidente del tribunale provveda a formulare
al presidente della corte di appello la proposta della tabella di
organizzazione dell’ufficio del giudice di pace
;
c) prevedere che gli affari siano assegnati sulla base di criteri
stabiliti dal presidente del tribunale ai sensi della lettera b) e
mediante il ricorso a procedure automatiche;

d) prevedere che il presidente del tribunale nell’espletamento
dei compiti di cui alle lettere a), b) e c) possa avvalersi
dell’ausilio di uno o piu’ giudici professionali.

13. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera n), il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) prevedere che l’indennita’ dei magistrati onorari si compone
di una parte fissa e di una parte variabile;

b) prevedere l’attribuzione ai giudici onorari di pace, per lo
svolgimento dei compiti di cui al comma 5, lettera a), numero 1), di
una parte fissa dell’indennita’ in misura inferiore a quella prevista
per l’esercizio di funzioni giurisdizionali;

c) prevedere l’attribuzione ai vice procuratori onorari, per lo
svolgimento dei compiti di cui al comma 6, lettera b), numero 1), di
una parte fissa dell’indennita’ in misura inferiore a quella prevista
per le funzioni esercitate ai sensi del comma 6, lettera b), numero
2);
d) prevedere che quando il magistrato onorario svolge piu’
compiti e funzioni tra quelli previsti alle lettere b) e c) sia
corrisposta la parte fissa dell’indennita’ riconosciuta per le
funzioni o i compiti svolti in via prevalente;

e) prevedere che in favore dei magistrati onorari che raggiungono
gli obiettivi fissati a norma della lettera f) deve essere
corrisposta la parte variabile dell’indennita’ in misura non
inferiore al 15 per cento e non superiore al 50 per cento della parte
fissa dovuta a norma delle lettere b) e c), anche in relazione al
grado di raggiungimento degli obiettivi;

f) prevedere che il presidente del tribunale e il procuratore
della Repubblica indicano, secondo criteri obiettivi e predeterminati
fissati in via generale dal Consiglio superiore della magistratura,
in un apposito provvedimento, gli obiettivi da raggiungere nell’anno
solare e lo comunicano alla sezione autonoma del Consiglio
giudiziario, di cui alla lettera q) del comma 1 dell’articolo 1;

g) prevedere che, al termine dell’anno, il presidente del
tribunale e il procuratore della Repubblica, verificato il
raggiungimento degli obiettivi, adottano uno specifico provvedimento
per la liquidazione della parte variabile dell’indennita’
, che
comunicano alla sezione autonoma del Consiglio giudiziario, di cui
alla lettera q) del comma 1 dell’articolo 1;
h) prevedere che la dotazione organica dei magistrati onorari, i
compiti e le attivita’ agli stessi demandati, gli obiettivi stabiliti
a norma della lettera f) e i criteri di liquidazione delle indennita’
siano stabiliti in modo da assicurare la compatibilita’ dell’incarico
onorario con lo svolgimento di altre attivita’ lavorative;

i) prevedere che gli obiettivi di cui alle lettere f), g) e h)
sono individuati tenendo conto della media di produttivita’ dei
magistrati dell’ufficio o della sezione
;
l) individuare e regolare un regime previdenziale e assistenziale
compatibile con la natura onoraria dell’incarico, senza oneri per la
finanza pubblica, prevedendo l’acquisizione delle risorse necessarie
mediante misure incidenti sull’indennita’
.
14. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera o), il Governo disciplina la formazione dei magistrati
onorari, attenendosi ai seguenti principi e criteri direttivi:
a) prevedere che i giudici onorari di pace partecipino alle
riunioni trimestrali organizzate dal presidente del tribunale o da un
giudice professionale da lui delegato, per l’esame delle questioni
giuridiche piu’ rilevanti di cui abbiano curato la trattazione, per
la discussione delle soluzioni adottate e per favorire lo scambio di
esperienze giurisprudenziali e di prassi innovative, e che alle
predette riunioni partecipino anche i giudici professionali;

b) prevedere che i vice procuratori onorari partecipino alle
riunioni trimestrali organizzate dal procuratore della Repubblica o
da un magistrato professionale da lui delegato, per l’esame delle
questioni giuridiche piu’ rilevanti di cui abbiano curato la
trattazione, per la discussione delle soluzioni adottate e per
favorire lo scambio di esperienze giurisprudenziali e di prassi
innovative, e che alle predette riunioni partecipino anche i
magistrati professionali;
c) prevedere che i magistrati onorari partecipino ai corsi di
formazione decentrata organizzati con cadenza almeno semestrale, a
loro specificamente dedicati, secondo programmi indicati dalla Scuola
superiore della magistratura e che la partecipazione ai suddetti
corsi sia utilmente valutata ai fini dell’adempimento, da parte del
magistrato onorario che svolga altre attivita’ lavorative, degli
obblighi di formazione e aggiornamento professionale eventualmente
prescritti dalla normativa di settore ovvero dai differenti
ordinamenti professionali;
d) prevedere che la partecipazione alle riunioni trimestrali e
alle iniziative di formazione sia obbligatoria e che la mancata
partecipazione senza giustificato motivo sia valutata negativamente
ai fini della conferma nell’incarico.

16. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera q), il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) prevedere, a modifica e integrazione di quanto stabilito
dall’articolo 10 del decreto legislativo 27 gennaio 2006, n. 25, una
sezione autonoma del Consiglio giudiziario, composta da magistrati e
avvocati eletti dal medesimo Consiglio tra i suoi componenti e da
magistrati onorari eletti dai magistrati onorari del distretto,
competente ad esercitare le funzioni relative ai magistrati onorari,
nonche’ ad esprimere pareri sui provvedimenti organizzativi adottati
dal presidente del tribunale e dal procuratore della Repubblica;
b) prevedere il numero dei componenti eletti dal Consiglio
giudiziario e di quelli eletti dai magistrati onorari in ragione
delle dimensioni del distretto della corte di appello, secondo quanto
previsto dall’articolo 9 del decreto legislativo 27 gennaio 2006, n.
25;
c) disciplinare le modalita’ di elezione dei magistrati onorari
nella sezione autonoma del Consiglio giudiziario.
17. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 1,
lettera r), il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) regolare la durata dell’incarico dei magistrati onorari in
servizio alla data di entrata in vigore del decreto legislativo
ovvero dell’ultimo dei decreti legislativi emanati in attuazione
della delega di cui all’articolo 1, sulla base dei seguenti criteri:
1) prevedere che la conferma dei magistrati onorari di cui al
presente comma sia disposta dal Ministro della giustizia, previa
deliberazione del Consiglio superiore della magistratura, sulla base
del giudizio di idoneita’ formulato, secondo i criteri di cui al
comma 7, lettera b), dalla sezione autonoma del Consiglio
giudiziario, di cui alla lettera q) del comma 1 dell’articolo 1, dopo
aver acquisito i pareri dei presidenti di tribunale o dei procuratori
della Repubblica, nonche’ dei consigli dell’ordine degli avvocati nei
cui circondari il magistrato onorario ha esercitato le sue funzioni;

2) prevedere che i magistrati onorari in servizio alla data di
entrata in vigore del decreto legislativo ovvero dell’ultimo dei
decreti legislativi emanati in attuazione della delega di cui
all’articolo 1 possano essere confermati nell’incarico per quattro
mandati ciascuno di durata quadriennale, prevedendo che nel corso del
quarto mandato i giudici onorari possano svolgere i compiti inerenti
all’ufficio per il processo e i vice procuratori onorari possano
svolgere esclusivamente i compiti di cui al comma 6, lettera b),
numero 1);
prevedere che quando il Consiglio superiore della
magistratura, in sede di deliberazione per la conferma dell’incarico,
riconosca l’esistenza di specifiche esigenze di servizio
relativamente all’ufficio per il quale la domanda di conferma e’
proposta, nel corso del quarto mandato il magistrato onorario possa
essere destinato anche all’esercizio di funzioni giudiziarie.

Dall’attuazione del presente numero non devono derivare nuovi o
maggiori oneri a carico della finanza pubblica;
3) prevedere che quanto previsto al numero 2) del presente
comma si applichi anche ai magistrati onorari che hanno compiuto il
sessantacinquesimo anno di eta’ alla scadenza di tre quadrienni, i
quali possono essere, a norma di quanto previsto dal predetto numero
2), confermati sino al raggiungimento del limite massimo di eta’ di
cui al numero 4);
4) prevedere che, in ogni caso, l’incarico di magistrato
onorario cessi con il raggiungimento del sessantottesimo anno di
eta’;
b) individuare e regolamentare le funzioni e i compiti che
possono essere svolti dai giudici onorari in servizio alla data di
entrata in vigore del decreto legislativo ovvero dell’ultimo dei
decreti legislativi emanati in attuazione della delega di cui
all’articolo 1, sulla base dei seguenti criteri:
1) prevedere che i giudici onorari di tribunale confluiscano
nell’ufficio del giudice di pace, a decorrere dal quinto anno
successivo alla data di entrata in vigore del decreto legislativo
ovvero dell’ultimo dei decreti legislativi emanati in attuazione
della delega di cui all’articolo 1;

2) prevedere che il presidente del tribunale possa, fino alla
scadenza del quarto anno successivo alla data di cui al numero 1),
inserire nell’ufficio per il processo i giudici onorari di tribunale
e, a domanda, i giudici di pace;

3) prevedere che, fino alla scadenza del quarto anno successivo
alla data di cui al numero 1), il presidente del tribunale possa
assegnare, anche fuori dei casi previsti dal comma 5, lettera b), e
nel rispetto delle deliberazioni del Consiglio superiore della
magistratura, la trattazione di nuovi procedimenti civili e penali di
competenza del tribunale esclusivamente ai giudici onorari di
tribunale;

4) prevedere che il presidente del tribunale, fino alla
scadenza del quarto anno successivo alla data di cui al numero 1),
assegni la trattazione di nuovi procedimenti civili e penali di
competenza dell’ufficio del giudice di pace esclusivamente ai giudici
di pace in servizio;
prevedere che la disposizione di cui al presente
numero si applichi anche ai giudici di pace che hanno proposto
domanda ai sensi del numero 2);
5) prevedere che i criteri previsti dalla legislazione vigente
alla data di cui al numero 1) per la liquidazione delle indennita’
spettanti ai giudici di pace e ai giudici onorari di tribunale
continuino ad applicarsi fino alla scadenza del quarto anno
successivo alla medesima data;

c) prevedere che i criteri previsti dalla legislazione vigente
alla data di entrata in vigore del decreto legislativo ovvero
dell’ultimo dei decreti legislativi emanati in attuazione della
delega di cui all’articolo 1 per la liquidazione delle indennita’
spettanti ai vice procuratori onorari continuino ad applicarsi per i
primi quattro anni dalla predetta data;
d) prevedere che i procedimenti disciplinari pendenti alla data
di entrata in vigore del decreto legislativo ovvero dell’ultimo dei
decreti legislativi emanati in attuazione della delega di cui
all’articolo 1 siano regolati dalle disposizioni vigenti alla
predetta data;
e) prevedere che per i fatti commessi anteriormente alla data di
entrata in vigore del decreto legislativo ovvero dell’ultimo dei
decreti legislativi emanati in attuazione della delega di cui
all’articolo 1 continuino ad applicarsi, se piu’ favorevoli, le
disposizioni in materia di illeciti disciplinari vigenti alla
predetta data.

18. Nell’esercizio della delega di cui all’articolo 1 il Governo
prevede le modalita’ mediante le quali il Ministero della giustizia
provvede annualmente a individuare l’importo annuo di cui ogni
tribunale ordinario e ogni procura della Repubblica presso il
tribunale ordinario possano disporre ai fini della liquidazione delle
indennita’ in favore dei magistrati onorari che prestano servizio
presso i predetti uffici e presso gli uffici del giudice di pace
compresi nel circondario del tribunale, nell’ambito delle dotazioni

ordinarie di bilancio.

Art. 3

Procedure per l’esercizio della delega

1. Gli schemi dei decreti legislativi previsti dall’articolo 1 sono
adottati su proposta del Ministro della giustizia e successivamente
trasmessi al Consiglio superiore della magistratura per l’espressione
del parere, da rendere entro trenta giorni. I medesimi schemi dei
decreti legislativi sono contestualmente trasmessi alle Camere,
perche’ su di essi sia espresso il parere delle Commissioni
parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari entro
il termine di trenta giorni dalla data della ricezione. Decorso il
predetto termine i decreti sono emanati, anche in mancanza dei
pareri. Qualora detto termine venga a scadere nei trenta giorni
antecedenti alla scadenza del termine previsto per l’esercizio della
delega o successivamente, quest’ultimo e’ prorogato di sessanta
giorni.

2. Entro due anni dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei
decreti legislativi, il Governo puo’ emanare disposizioni correttive
e integrative nel rispetto dei principi e dei criteri direttivi di
cui alla presente legge e con la procedura di cui al comma 1.

Art. 6

Applicazione dei giudici di pace

1. Fermi i divieti di cui all’articolo 4, possono essere applicati
ad altri uffici del giudice di pace, indipendentemente dall’integrale
copertura del relativo organico, quando le esigenze di servizio in
tali uffici sono imprescindibili e prevalenti, uno o piu’ giudici di
pace in servizio presso gli uffici del medesimo distretto.
2. La scelta dei giudici di pace da applicare e’ operata secondo
criteri obiettivi e predeterminati indicati, in via generale, con
deliberazione del Consiglio superiore della magistratura.
L’applicazione e’ disposta con decreto motivato, sentito il consiglio
giudiziario integrato a norma del comma 2 dell’articolo 4 della legge
21 novembre 1991, n. 374, dal presidente della corte di appello.
Copia del decreto e’ trasmessa al Consiglio superiore della
magistratura e al Ministro della giustizia a norma dell’articolo 42
del decreto del Presidente della Repubblica 16 settembre 1958, n.
916.
3. Il parere del consiglio giudiziario di cui al comma 2 e’
espresso, sentito previamente l’interessato, nel termine perentorio
di dieci giorni dalla richiesta.
4. L’applicazione non puo’ superare la durata di un anno. Nei casi
di necessita’ dell’ufficio al quale il giudice di pace e’ applicato
puo’ essere rinnovata per un periodo non superiore ad un anno. In
ogni caso, un’ulteriore applicazione non puo’ essere disposta se non
siano decorsi due anni dalla fine del periodo precedente.
5. Le disposizioni del presente articolo cessano di avere efficacia
decorsi due anni dalla data di entrata in vigore della presente
legge.
6. Per le finalita’ di cui ai commi precedenti e’ autorizzata la
spesa di euro 100.550 per l’anno 2016, di euro 201.100 per l’anno
2017 e di euro 100.550 per l’anno 2018. Al relativo onere si provvede
mediante corrispondente riduzione dello stanziamento per gli anni
2016, 2017 e 2018 del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai
fini del bilancio triennale 2016-2018, nell’ambito del programma
«Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire»
dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze
per l’anno 2016, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento
relativo al Ministero della giustizia.
Raccomandazioni

La Camera,
premesso che:
nel disegno di legge recante «Delega al Governo per la riforma organica della magistratura onoraria e altre disposizioni sui giudici di pace» è prevista, all’articolo 2, comma 13, la corresponsione ai magistrati onorari di indennità costituite da una parte fissa, senza che siano individuati criteri certi per la sua determinazione, e da una parte variabile, definita nel minimo e nel massimo in misura non interiore al 15 per cento né superiore al 50 per cento della parte fissa;
ne discende che il compenso spettante al magistrato onorario dipende integralmente, anche per la determinazione della componente variabile, dall’individuazione della somma spettante quale componente fissa indennitaria;
la certezza di una retribuzione congrua per un magistrato è finalizzata a garantire non solo il suo diritto al sostentamento, ma anche l’autonomia ed indipendenza del giudice in modo da prevenire ogni rischio di corruzione; un magistrato deve svolgere la propria funzione con l’unico scopo di garantire il rispetto della legge e non può essere condizionato da una situazione retributiva incerta;
la Corte Costituzionale in più occasioni ha affermato come la retribuzione dei magistrati riguarda «un aspetto essenziale all’attuazione del precetto costituzionale dell’indipendenza» (Corte costituzionale n. 1/1978; Corte costituzionale n. 42193; Corte costituzionale n. 223/2012) ed ha precisato che tale aspetto è fondamentale «in modo da evitare che i magistrati siano soggetti a periodiche rivendicazioni di altri poteri»;
questo è un principio posto a tutela della funzione giudiziaria e non costituisce una prerogativa collegata allo status giuridico della persona del giudicante considerata quindi l’importanza della determinazione certa e congrua del compenso del magistrato onorario,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere, in sede di decreto legislativo attuativo all’articolo 2, comma 13 dell’emanando disegno di legge recante «Delega al Governo per la riforma organica della magistratura onoraria e altre disposizioni sui giudici di pace», che la parte fissa dell’indennità del magistrato onorario che svolge funzioni giudicanti o requirenti sia determinata in misura non inferiore a 36.000 euro lordi annui.
9/3672/17. Molteni, Guidesi, Invernizzi.

La Camera,
premesso che:
ai sensi dell’articolo 2, comma 13 lettera A, del disegno di legge in esame è previsto che l’indennità dei magistrati onorari si compone di una parte fissa e di una parte variabile;
tale modalità di pagamento è prevista per tutti i giudici onorari, quindi anche per coloro che operano in regime transitorio e, pertanto, appare ragionevole che per questi ultimi sia recepito quanto indicato dalle associazioni di categoria in proposito,
impegna il Governo
a riconoscere per i magistrati onorari in regime transitorio una retribuzione lorda annua non inferiore a € 36,000,00 come importo minimo della componente fissa, ferma la quota incentivante da determinarsi secondo rigorosi parametri oggettivi, al fine di garantire lo svolgimento della libera e autonoma attività giurisdizionale in modo dignitoso.
9/3672/8. Tartaglione, Giuseppe Guerini, Greco.

La Camera,
premesso che:
ai sensi dell’articolo 6, comma 6, del progetto di legge in esame «Per le finalità di cui ai commi precedenti è autorizzata la spesa di euro 100.550 per l’anno 2016, di euro 201.100 per l’anno 2017 e di euro 100.550 per l’anno 2018. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento per gli anni 2016, 2017 e 2018 del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2016- 2018, nell’ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2016, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero della giustizia»;
ancorare la retribuzione delle indennità alle risorse che costituiscono il fondo che annualmente il potere esecutivo avrebbe il compito di determinare nel suo ammontare (peraltro incerto e variabile di anno in anno a secondo delle contingenze economiche) si tradurrà in una potenziale ingerenza del potere esecutivo sul potere giudiziario, sia pur onorario, condizionandone autonomia e funzionamento mediante la pressione del fondo;
potrebbe inoltre accadere che gli stanziamenti economici da destinare a tale fondo non riescano a coprire il fabbisogno reale del numero di MO da impiegare per il regolare funzionamento del sistema giustizia ovvero le limitate risorse finanziarie potrebbero imporre ai Presidenti e Procuratori di occupare un numero inferiore di MO ovvero di affidare loro un numero minore di affari, con evidenti ricadute negative sull’efficienza degli uffici e sul raggiungimento degli obiettivi di efficienza e celerità della giustizia,
impegna il Governo
a valutare gli effetti applicativi della disposizione in premessa anche al fine dell’eventuale adozione di iniziative normative volte, nei limiti delle compatibilità finanziarie, a svincolare la retribuzione dei magistrati onorari dal fondo e a reperire le risorse economiche idonee ad assicurare ai magistrati onorari una retribuzione che sia costante e non soggetta a riduzioni imprevedibili.
9/3672/9. Giuseppe Guerini, Greco.

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