Ministero della Giustizia:sulla natura di “lavoro di fatto subordinato” formale risposta alle diffide dei giudici onorari di pace

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Il Direttore Generale del Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria ,del Personale e dei Servizi del Ministero della Giustizia ha inviato una nota ai Presidenti ed ai Procuratori Generali delle Corti di Appello di tutta Italia avente ad oggetto” gli atti di diffida e messa in mora presentati da magistrati onorari volti ad ottenere la stabilizzazione del rapporto di lavoro”. Interessante è l’interpretazione data dal Ministero,che alleghiamo in link, perchè ,analiticamente ,riassume con una cronistoria della legislazione ordinaria e costituzionale la figura del magistrato onorario, che è ben distinta da quello togato. Non entriamo nel merito delle considerazioni fatte dall’autorevole appartenente alla burocrazia ministeriale ,per non far trasparire una benchè minima polemica sindacale e ci riserviamo di approfondire il tutto d’accordo con il nostro ufficio legale. Possiamo, per ora, affermare che il nostro intuito pluriennale nel voler chiedere al legislatore una riforma fondata su pochi capisaldi è stato confermato da tale nota ministeriale ,che tocca non solo la storia della magistratura onoraria, ma anche la cronaca in itinere relativa alla legge delega n.57/16 ed agli emanandi e relativi decreti delegati di prossima emanazione.,I nostri capisaldi erano e sono : continuità degli incarichi quadriennali fino a 75 anni,abolizione totale del cottimo e trattamento economico fisso, trattamento previdenziale non solo a carico dei magistrati onorari ma anche a carico del ministero della giustizia, coordinamento dei presidenti dei tribunali,incompatibilità assoluta su tutto il territorio nazionale con la professione forense,elevazione delle competenze civili e penali per valore e per materia per i giudici onorari di pace,indipendenza ed autonomia della magistratura onoraria anche in relazione alle competenze relative all’immigrazione (convalide dei trattenimenti nei CIE,ricorsi avverso le espulsioni amministrative,ecc.),indizione immediata dei concorsi seri e selettivi con periodi lunghi di tirocinio per tutta la magistratura onoraria,aggiornamento costante ed obbligatorio di tutti i magistrati onorari anche nell’ambito dei corsi gestiti dalla scuola superiore della magistratura. Crediamo che la recente riforma ,invece, non abbia risposto integralmente alle nostre istanze e per questo le riproponiamo sindacalmente, augurandoci che una vera unità sindacale,recentemente ripresa con le associazioni dei giudici di pace, possa indurre il legislatore a modificare la riforma rispondendo normativamente a ciò che la burocrazia ministeriale riduttivamente intende continuare a considerare in relazione,cioè, al rapporto di lavoro “subordinato o non” dei magistrati onorari. (Diego Loveri)
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