M.G.A. aderisce all’Appello Internazionale alla chiusura dei Centri di Detenzione e degli HOTSPOT in Europa.- #maipiùcie

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Pubblichiamo un interessante articolo dell’Associazione “LasciateCIEntrare”:

“In Europa i Centri di Detenzione sono quasi quattrocento, la loro funzione è quella di rinchiudere uomini e donne, in situazione amministrativa irregolare, prima di espellerli dal territorio.
Gli HOTSPOT, invece, servono a identificare, registrare e a prendere le impronte digitali dei migranti che arrivano in Europa, per poi smistarli tra quelli che saranno accettati sul territorio europeo – coloro ai quali si accorderà il diritto di asilo – e gli indesiderati – coloro i quali saranno espulsi nel loro o in altri paesi.

Si tratta di luoghi del nulla, parentesi vuote della vita, realtà del “non essere persona” in chiara violazione dei principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948.

Le condizioni di vita disumane, gli abusi e le violenze, la cattiva gestione amministrativa rappresentano la normalità di tali orrori giuridici, in cui in modo umiliante migliaia di persone rimangono parcheggiate in attesa del riconoscimento del diritto d’asilo.

L’Europa dei diritti, l’Europa senza barriere non più tollerare tali centri di segregazione umana.

La cronaca di tali esperienze europee riporta alla mente le parole di Primo Levi “A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni straniero è nemico». Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager. Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: finché la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano.”

I CIE e gli Hotspot costituiscono i lager del terzo millennio di un’Europa sempre più indifferente, sempre più coinvolta.

Non si possono definire diversamente dei luoghi in cui:

non è consentito l’accesso da parte dei migranti alle informazioni concernenti la loro permanenza all’interno di tali strutture;
è difficile di comunicare con l’esterno sia tramite cellulare che attraverso l’accesso ad internet con tutte le gravi ripercussioni, che tali carenze generano sui rapporti interpersonali e sociali delle persone recluse;
sono limitati gli incontri fra le associazioni e gli enti di tutela e i reclusi;
si registrano frequenti abusi, maltrattamenti da parte delle forze dell’ordine e/o del personale di sorveglianza ai danni dei migranti, che spesso non sono soccorsi tempestivamente.

Inoltre, non dobbiamo dimenticare che narrare le vite sospese all’interno di tali strutture diventa sempre più difficile in quanto l’accesso ai giornalisti, reporters e associazioni di tutela è sempre più ostacolato attraverso lunghe procedure burocratiche.

Pochi sanno che nel 2011, il Ministro dell’Interno, con la circolare n. 1305/2011, aveva vietato l’ingresso in tali strutture a giornalisti e associazioni di tutela. In seguito, grazie alla forte campagna lasciata da diverse associazioni LasciateCIEntrate la circolare è stata ritirata ma il problema dell’accesso ai CIE permane ed è ostaggio dell’ampia discrezionalità riconosciuta alle singole prefetture nonché delle lungaggini burocratiche previste.

Tutto ciò accade in piena violazione del diritto eurounitario, che riconosce il diritto di accesso ai CIE agli enti di tutela, attenti al monitoraggio delle condizioni di vita all’interno di tali strutture.

Nonostante le diverse difficoltà, nell’ultimo anno e mezzo questa Campagna LasciateCIEentrate ha promosso un monitoraggio costante delle condizioni di vita dei migranti nei CIE.

I dati raccolti sono allarmanti: all’interno di questi luoghi sussistono continue e sistematiche violazioni dei diritti umani fondamentali, la dignità dei migranti è quotidianamente calpestata.

Il sistema della detenzione amministrativa per i migranti rappresenta un vulnus nel nostro ordinamento in quanto la mancanza del permesso di soggiorno legittima la privazione della libertà personale di centinaia e centinaia di uomini e donne.

Contro queste pratiche xenofobe, contro questo imprigionamento di innocenti noi avvocati e avvocate di M.G.A. abbiamo aderito all’Appello Internazionale alla chiusura dei CIE e degli Hotspot in Europa perché crediamo in un’Europa di diritti, perché nessuno può essere ingiustamente richiuso, torturato per il colore della sua pelle o dei suoi occhi, per le proprie radici.

Dipartimento Diritti Umani M.G.A.

Avv. Nunzia Parra

Per info e adesioni all’appello, clicca qui:

http://www.lasciatecientrare.it/j25/italia/news-italia/215-appello-alla-chiusura-dei-centri-di-detenzione-e-degli-hotspot-in-europa

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