Csm: per i magistrati arriva il manuale delle buone prassi

csm
“«Da oggi tutti gli uffici giudiziari che vogliano coltivare più e meglio i modelli organizzativi e gestionali hanno a disposizione uno strumento nuovo: un manuale che raccoglie le migliori esperienze e che dal prossimo autunno sarà consultabile on-line». Così il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini illustra il risultato di un anno e mezzo di lavoro che ha portato alla approvazione all’unanimità da parte del Plenum, della delibera: «Dalle buone prassi ai ‘modelli’ una prima manualistica ricognitiva delle pratiche di organizzazione più diffuse negli uffici giudiziari italiani».

«Un passaggio decisivo per questa consiliatura ma anche un salto culturale per la magistratura», spiega Legnini, che, si capisce, costituisce in qualche modo anche una risposta dell’organo di autogoverno dei giudici alle numerose critiche sulla mancanza di cultura organizzativa piovute sulla categoria. Ma anche un strumento, come recita la presentazione del volume, un centinaio di pagine con schemi e tabelle, «per supplire a croniche carenze personale e per ottimizzare l’uso di mezzi e risorse negli uffici giudiziari italiani».

I dati raccolti ed elaborati dalla Settima Commissione evidenziano come dal 17 giugno 2015 al 15 maggio 2016, siano state inserite 709 buone prassi (inizialmente erano 1500), di cui 445 dagli uffici giudicanti e 264 dai requirenti. In particolare, sono state rilevate 347 buone prassi in materia di “Pianificazione della gestione dei carichi di lavoro, smaltimento dell’arretrato e ragionevole durata del processo”, 108 in materia di “Assistenza al magistrato – Ufficio per il processo”, e 254 “Buone prassi in materia di informatica”. Vi è stata una prima classificazione in sette macroaree: la cooperazione con il territorio; l’organizzazione del processo penale e civile; quella dell’ufficio per l’assistenza al magistrato e dell’Ufficio per il processo e per l’assistenza al cittadino; e infine le buone prassi informatiche (distinte nelle macroaree delle prassi informatiche nel settore civile e penale). Da qui poi sono stati estratti 33 modelli di organizzazione, in modo da costituire un vademecum per gli uffici che, consultandolo, potranno trovare i riferimenti per le prassi da replicare o da cui comunque trarre spunto, anche in relazione alla dimensione dell’ufficio.

Il progetto è stato coordinato dai Presidenti della Settima Commissione Francesco Cananzi e dal Consigliere Antonio Ardituro. Quest’ultimo spiega: «Non si è trattato di fare classifiche ma di mettere a sistema una foltissima documentazione contenente modelli aggiuntivi rispetto a quelli istituzionali, già presenti, come le tabelle organizzative ecc.». Per Cananzi «la prima utilità del progetto è proprio quella di mettere in circolo le esperienze che consente a diversi uffici di farle proprie». E continua: «Le buone prassi nate in ambito informatico sono divenute un habitus acquisito ormai da tutti i dirigenti. Esse permettono per esempio a cittadini ed avvocati di ridurre la mobilità gestendo il proprio lavoro da casa. O come a L’Aquila di ridurre del 40% l’arretrato combinando la trattazione della cause più vecchie con quelle più urgenti e recenti». Infine, la delibera si chiude con l’invito al Ministero della Giustizia a considerare le buone prassi ed i modelli di organizzazione indicati nel Manuale per lo sviluppo delle iniziative ministeriali. Ma anche alla Scuola Superiore della Magistratura ad utilizzare gli esiti ed i contenuti del progetto del CSM nell’ambito della complessiva programmazione della formazione iniziale, permanente e dei dirigenti.

E tra gli esempi riportati vale la pena citare: l’accesso agevolato alle registrazioni delle intercettazioni per il difensore con password di 24 ore e Pc dedicato, realizzato dalla Procura della Repubblica di Udine. L’Ufficio Relazioni con il Pubblico tra i più grandi in Italia del Tribunale di Milano che nel penale ha anche proceduto alla dematerializzazione degli atti giudiziari attraverso l’attività dei detenuti ammessi al lavoro esterno in cooperative. Detenuti attivi anche nella procura di Cagliari nella digitalizzazione dei fascicoli. Mentre a Locri hanno riqualificato il Palazzo di Giustizia. A Foggia via libera a protocolli d’intesa con Inps e Avvocatura. Ad Ancona invece la magistratura onoraria è stata coinvolta nell’eliminazione dell’arretrato. Infine, spiega Legnini, se non è nella funzioni del Csm imporre le buone prassi agli uffici, se ne potrà comunque tener conto nella valutazione per l’attribuzione degli incarichi dirigenziali.” Francesco Machina Grifeo(fonte:ilsole24ore.com)

FacebookTwitterEmailTelegramShare

I Commenti sono chiusi