Sospesa la decisione sul disegno di legge relativo al delitto di tortura

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Pubblichiamo ,condividendolo, il Comunicato di Area sulla neo-decisione parlamentare di sospendere l’approvazione del disegno di legge sulla tortura, che già nella precedente legislatura Unità Democratica Giudici di Pace Onorari
ne aveva auspicato una rapida attuazione.D’altra parte UDGDPO aveva stigmatizzato con un proprio comunicato la parallela decisione ,chiesta sempre dalla stessa rappresentanza parlamentare, di non attuare la depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina di cui all’art.10 bis D.Lgsvo n.286/98 per non allarmare l’opinione pubblica sul recente allarme dovuto al terrorismo internazionale, come se i due reati di tortura e clandestinità fossero, rispettivamente, sinonimi di persecuzione nei confronti dei rappresentanti delle forze dell’ordine il primo e di tranquillità per i cittadini italiani nei confronti degli immigrati irregolari, che detenuti amministrativamente nei CIE espulsi e condannati ad ammende di migliaia di euro non avrebbero più minacciato i nostri concittadini…

COMUNICATO
Area sul disegno di legge relativo al delitto di tortura

“Sospesa decisione su provvedimento atteso da oltre 20 anni”

Ancora una volta il Parlamento italiano ha sospeso la decisione sul disegno di legge relativo al delitto di tortura, rinviandola a data da destinarsi.
Evidentemente è troppo presto per approvare un provvedimento atteso da più di vent’anni: dal novembre del 1988, quando l’Italia ratificò la convenzione Onu contro la tortura e altre pene o trattamenti inumani e degradanti.

Evidentemente non è bastato che La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo abbia condannato lo Stato Italiano per non aver saputo sanzionare adeguatamente, con apposito reato imprescrittibile, il comportamento posto in essere da Agenti dello Stato nella Scuola Diaz diGenova, in occasione del vertice G8 del 2001 .

Nulla di questo è bastato, perché, col dilagare del terrorismo internazionale, si è temuto che l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura potesse “disarmare” o intimidire le forze dell’ordine.

Eppure è proprio il rispetto di ogni uomo – anche di chi si fosse reso responsabile dei più gravi delitti – è il rispetto dei suoi diritti inalienabili, della sua dignità, della sua integrità fisica che ci rende diversi dai terroristi.

Eppure la forza della legge e della ragione è la sola vera forza che possiamo opporre al terrore.

Sotto la guida di Aharon Barak la Corte Suprema dello Stato di Israele, non infrequentemente colpito da un terrorismo impietoso, dichiaro’ l’illegalità della tortura. Lo fece nella consapevolezza che, nel breve periodo, questa decisione non avrebbe reso più facile la lotta dello Stato israeliano contro i suoi nemici.

Tuttavia – scrisse Ahron Barak: “Questo è il destino di una democrazia: non considera accettabili tutti i mezzi; le vie usate dai suoi nemici non le sono sempre disponibili. Qualche volta una democrazia deve volare con una mano legata dietro la schiena. Ma anche così la democrazia ha il sopravvento.

Lo Stato di diritto e le libertà individuali, infatti, sono componenti essenziali della sua concezione di sicurezza. Alla fine, ne rafforzano lo spirito e questa forza permette di superare le difficoltà”. Noi condividiamo questo pensiero.

Il Coordinamento nazionale di Area

(20 luglio 2016)

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