Taranto: cambiare strategia per la lotta ambientalista

Nicola-Russo
Comitato cittadino Taranto futura: il parere di Nicola Russo, giudice di pace

“E’ necessario cambiare immediatamente strategia per la lotta ambientale riferisce il giudice di pace, Nicola Russo del Comitato Cittadino Taranto Futura, in un comunicato rivolto a tutte le associazioni ambientaliste e non, nel giorno della festa dell’Immacolata.
Nell‘augurare una buona Festa dell’Immacolata 2015, Nicola Russo, fa rilevare contestualmente che: “non è stato possibile riunire, nonostante la mia buona volontà, le associazioni ambientaliste tutte, forse impegnate a prepararsi per le prossime elezioni, per discutere democraticamente dinanzi alla diversa prospettiva della questione ambientale, che si è venuta a creare sulla base della nuova legge riguardante i reati ambientali”.

Sempre nel suo comunicato si legge che le attuali azioni intraprese: “come, ad esempio, quella di Marescotti contro il sindaco, o quella della parlamentare 5 stelle, Rosa D’Amato, con la presentazione della denuncia alla Procura, con televisione al seguito presso la Guardia di Finanza, sono praticamente inefficaci “.
Secondo il giudice di pace, con la citata nuova legge sui reati ambientali, le azioni dei soggetti pubblici, che prima si potevano considerare nell’ambito delle ipotesi di reato, ora attengono più ad una procedura amministrativa, soprattutto se si è ottenuto o concessa un’autorizzazione amministrativa.
E non, in prima battuta, ad una procedura di rilevanza penale, dato che il reato ambientale oggi si è giuridicamente trasformato da reato di pericolo a reato di evento, nel senso che per esserci reato, ai fini della tutela della salute, occorre dimostrare lo stretto rapporto causale tra l’evento, ovvero la malattia e la causa, ovvero l’inquinamento, e negli altri casi tra l’inquinamento e il danno ambientale.
“Pertanto, invito tutti coloro che lottano per la questione ambientale a svegliarsi al più presto dallo stato di letargo in cui sono caduti, o a spostare immediatamente il proprio raggio d’azione su questioni reali” suggerisce Nicola Russo.
Si tratta di far valere in materia ambientale, e, quindi, anche e soprattutto sotto l’aspetto giuridico, il cosiddetto “principio di precauzione”, che, a livello europeo, è ancora valido, in quanto si basa inequivocabilmente sui dati epidemiologici (in Italia:”Studio Sentieri”, ecc.), tanto da evidenziare e valorizzare, la situazione di pericolo ovvero il “rischio” per la salute, non essendo, quindi, necessario a livello europeo il verificarsi dell’evento, ovvero la malattia o il danno ambientale.
La nuova Direttiva IPPC sulle emissioni industriali ovvero la Direttiva europea 75/2010/UE, attuata in Italia con il D. LGS n. 46/2014, all’art. 8, prevede la chiusura dell’impianto in caso di pericolo per la salute umana o di ripercussioni immediate sull’ambiente.
La Direttiva si pone in contrasto con i vari Decreti Salva-Ilva, che, in questo caso, per legge dell’Unione europea, ma anche per giurisprudenza nazionale ed europea, vanno disapplicati proprio in favore della menzionata Direttiva.
Va detto, a tal proposito, che, in base alle sentenze della Corte dei diritti dell’uomo, tali Decreti-legge non potevano sostituirsi all’operato attuale della Magistratura italiana per motivi economici.
“Il principio di precauzione può riguardare anche la questione Tempa Rossa, pertanto – conclude Nicola Russo – ancora una volta invito le associazioni ambientaliste e non, a riunirsi immediatamente per stabilire le nuove e necessarie strategie in materia ambientale”.Di Vito Piepoli (fonte:noinotizie.it)

FacebookTwitterEmailTelegramShare

I Commenti sono chiusi