Magistrati over 70 in pensione? Il Consiglio di Stato ha sospeso il pensionamento di 3 giudici della Corte di Cassazione, in attesa di chiarimenti dal Ministero e dal Csm

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Sin dal primo incontro al tavolo tecnico con il Ministro della Giustizia on.Orlando Unità Democratica Giudici di Pace ed Onorari ha fatto presente al Ministro della necessità di non tagliare la cd. carriera dei magistrati onorari di pace troncandola a 70 anni (nonostante le leggi del 1991(gdp) e del 1998 (Got e Vpo) prescrivessero ,come limiti di età per la categoria ,i 75 anni per i primi ,ed i 72 anni per i secondi). Ma il Ministro non ha voluto sentire ragioni,per ora, perchè dalla burocrazia ministeriale e dalla presidenza del consiglio venivano i segnali di “svecchiare” tutti togati ed onorari.Il Consiglio Superiore della Magistratura investito sempre e soltanto da Unità Democratica Giudici di Pace ed Onorari sulla questione esprimeva perplessità sulla decisioni politico-burocratiche del Ministero della Giustizia.All’ultimo incontro dell’1/12 u.s. con i rappresentanti della magistratura onoraria addirittura un sorriso sui volti degli interlocutori predetti ha colorato la situazione che vedeva l’unica Associazione UDGDPO richiedere l’abrogazione della legge agostana che introduceva il taglio con il c.d. “ricambio generazionale della magistratura onoraria”. Ora arriva la notizia della sospensione del Consiglio di Stato del pensionamento degli ultrasettantenni togati. Il proverbio “ride bene chi…” si adatterebbe al caso predetto ,che appare discriminatorio anche secondo la normativa europea. UDGDPO sostiene le ragioni di tanti magistrati onorari di pace (e togati) che sono stati discriminati e che stanno per decadere dalle loro funzioni ,lasciando sguarniti posti di vitale importanza per la giurisdizione quali sono quelli dei coordinatori dei giudici di pace (in attesa della riforma),dei presidenti dei tribunali,ecc.

“Il pensionamento dei magistrati con oltre 70 anni di età, uno dei punti chiave delle riforme di Matteo Renzi, si è incagliato negli scogli del diritto. O c’è troppo diritto oppure i nostri legulei non sono nemmeno più capaci di scrivere una norma che stia insieme. La bomba, una vera bomba, l’ha fatta deflagrare alle 17,45 di sabato 5 dicembre 2015 Davide Grasso su Pensionioggi.it:
“Con una decisione a sorpresa, il Consiglio di Stato ha dato ragione – per ora in sede cautelare – al presidente della sezione Tributaria della Cassazione Mario Cicala, che aveva impugnato il provvedimento di collocamento a riposo anticipato perché ritenuto lesivo della sua legittima aspettativa a rimanere in servizio”.
Nel 2014, ricorda Davide Grasso, il Governo Renzi,
“con il decreto legge 90/2014 di riforma della Pa, ha abrogato il trattenimento in servizio biennale per tutti i dipendenti pubblici che avessero maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia. La misura, in vigore dall’autunno del 2014, ha travolto anche la possibilità per i magistrati di “trattenersi” in servizio per un ulteriore periodo di 5 anni dopo il compimento dell’età massima ordinamentale, fissata per questo comparto a 70 anni. La Riforma ha previsto però un periodo transitorio sino al 31 dicembre di quest’anno, di recente parzialmente prorogato con il decreto legge sulla giustizia (articolo 18, Dl 83/2015) sino al 2016, per consentire la sostituzione graduale dei vertici degli uffici giudiziari, tutti ultra 70enni ed evitando così sconquassi al sistema giudiziario”.
Si sono però messi di traverso tre magistrati della sezione tributaria della Corte di Cassazione – Mario Cicala, Antonio Merone e Antonino Di Blasi – i quali, a causa della rottamazione di magistrati over 70 decisa da Renzi, erano destinati ad andare in pensione il primo di gennaio 2016. Mario Cicala, Antonio Merone e Antonino Di Blasi hanno presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica e Sergio Mattarella, a sua volta, “come prevede la legge, ha girato la domanda al Consiglio di Stato per il relativo parere”.
Il Consiglio di Stato, a sua volta,
ha sospeso il provvedimento in attesa che il Ministero della Giustizia e il Csm forniscano la documentazione necessaria per valutarne «l’incidenza sulla funzionalità dell’Ufficio ricoperto» da Cicala, «tenendo conto sia del tempo necessario per la nuova copertura dell’incarico in questione sia del prevedibile disagio organizzativo e funzionale» che, di qui alla definizione del giudizio di merito, potrebbe derivare dall’esecuzione del provvedimento stesso.
La decisione del Consiglio di Stato occupa sei pagine ma, assicura Davide Grasso, sono 5 pagine che, anche se per ora riguardano soltanto la sospensione «cautelare» del provvedimento di collocamento a riposo anticipato, rischiano di creare un certo imbarazzo soprattutto presso il Csm, alle prese con centinaia di nomine per rimpiazzare i magistrati prepensionati, alcuni già prorogati fino a fine del 2016, altri ancora fino a dicembre 2015″.pierluigi-franz(fonte:blitzquotidiano.it)

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