Profughi al gelo per sei notti davanti alla Questura di Treviso

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“Dieci pakistani e afghani in piazza delle Istituzioni. giovedì sera il comune ha trovato loro un alloggio di emergenza
«Siamo venuti in Europa sperando di avere un futuro migliore. Ma dopo tutte queste notti trascorse al freddo abbiamo capito che non c’è speranza per noi. Meglio rimanere in Pakistan: almeno lì hai i tuoi parenti che possono trovarti un luogo dove piangerti e seppellirti». Il pessimismo di Najid rispecchia lo stato d’animo di una decina di profughi, pachistani ed afghani, che per la sesta volta consecutiva, a Treviso, hanno trascorso la notte all’aperto e al gelo con temperature che scendono anche sotto lo zero, riscaldati soltanto dalle coperte rimediate dalla Croce Rossa.

Tre di loro erano stati ricoverati, mercoledì mattina, al pronto soccorso del Ca’ Foncello per un principio di assideramento, altri cinque sono stati accolti dalla Caritas e da altre associazioni di volontariato. «Almeno loro un posto caldo l’hanno trovato, noi siamo ancora qui in attesa di un aiuto che non arriva», spiegano i profughi di piazza delle Istituzioni.

È proprio all’Appiani, nello spiazzo davanti all’entrata della polizia amministrativa della questura che la decina di profughi asiatici, arrivati in Italia attraverso la rotta balcanica, hanno “eletto” il loro provvisorio domicilio, pur avendo terminato le formalità del fotosegnalamento e la richiesta di ottenere lo status di rifugiati. Armati di coperte e qualche cartone, si riparano dal gelo della notte, dormendo l’uno accanto all’altro.

Ieri mattina, sveglia improvvisa alle 7. «Ci hanno svegliato ed hanno detto di spostarci da qui: non sappiamo per quale motivo», spiegano. Qualcuno se lo spiega con il fatto che, nella palazzina di fronte, sede del comando provinciale della Guardia di Finanza, era in programma la visita di un generale. Fatto sta che, comunque, visite illustri o meno, i dieci profughi sono tornati nel loro domicilio di piazza delle Istituzioni a metà mattinata. La barista del vicino Appiani Time ha offerto loro un bicchiere di tè caldo. Poi alle 13 sono arrivate le volontarie della Croce Rossa con acqua, pane e pasti caldi.

La vicenda dei dieci profughi accampati fuori dalla questura ha provocato dure reazioni. In serata il vicesindaco ha trovato una sistemazione d’emergenza in via Pasubio, ma non ha nascosto il proprio disappunto: «Di queste cose dovrebbe occuparsi la Prefettura». Anche il governatore del Veneto accusa: «Questa è la dimostrazione che per questo governo esistono migranti di serie A e di serie B. Qui oramai arriva di tutto, non sappiamo chi sono, nessuno è in grado di dire se hanno o meno diritto di rimanere e oggi assistiamo anche a una discriminazione tra immigrati. Chi arriva col barcone lo è e questi pachistani no, al punto di non essere degni dell’attenzione di uno dei tanti ingranaggi di questa accoglienza ipocrita e confusa». Per il Governatore la vicenda «dimostra l’inconsistenza, l’improvvisazione, il dilettantismo nella gestione del fenomeno migratorio da parte del governo».”di Marco Filippi (Fonte:tribunatreviso.gelocal.it)

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