La ‘Marcia delle donne e degli uomini scalzi’: “Chiudere i Cie, aprire le frontiere”

“Su un volantino distribuito in italiano e in inglese le richieste: “Certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature; accoglienza degna e rispettosa per tutti; creazione di un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino”

“No border, free border”. È questo il grido che ha accompagnato la ‘Marcia delle donne e degli uomini scalzi’ che dal centro Baobab di via Cupa è arrivata alla stazione Tiburtina. In molti, a centinaia, hanno deciso di camminare a ‘piedi nudi’ sull’asfalto bagnato da un temporale pomeridiano per testimoniare con un gesto deciso la propria solidarietà a quanti in questi giorni stanno scappando da guerre e povertà e per chiedere a gran voce un cambio di rotta nelle politiche migratorie europee. La ‘versione’ romana di quella lanciata a Venezia da esponenti di spicco del mondo cinematografico che in poco tempo ha contagiato circa 60 città in tutta Italia.

C’è chi, in tantissimi, le scarpe le ha tolte davvero. Altri hanno preferito tenerle. Tutti però uniti dalla forza dello stesso simbolo: “Siamo vicini a quanti sono costretti a lasciare tutto assicurarsi un futuro”.

Il corteo è partito intorno alle 17.30 dal centro Baobab di via Cupa, vero e proprio simbolo delle migrazioni nella Capitale. Da maggio il centro ha accolto oltre 26 mila persone attivando un movimento solidale che gli permette ancora oggi di garantire accoglienza. “i romani hanno risposto in maniera eccezionale” ha raccontato una volontaria degli ‘Amici del Baobab. “ma segni di solidarietà sono arrivati da tutta Italia. ieri per esempio ci è arrivato un pacco di vestiti da Potenza”.

Il fiume di persone si è poi diretto, attraverso via Arduino e via Mazzini, verso la stazione Tiburtina. Proprio lì nel giugno scorso un gruppo di migranti in attesa di capire il da farsi si era accampato per giorni prima di ricevere assistenza.

Molte le associazioni solidali, quelle cattoliche e i movimenti antirazzisti che hanno aderito. Tantissimi i singoli cittadini. Nessuna bandiera. Tranne qualche vessillo arcobaleno con la scritta bianca ‘Pace’. Tutti a fianco e sulla stessa strada dei tanti migranti accolti nel centro di via Cupa che oggi sono scesi in piazza. Sono in pochi che a metà tra l’italiano e l’inglese hanno voglia di raccontare la difficile odissea che li ha portati in Italia. A molti però bastano due parole per spiegare i motivi della manifestazione: “No border”.

Arrivati alla stazione Tiburtina è stato srotolato uno striscione. Sfondo bianco, scritta rossa: “Chiudere i Cie, aprire le frontiere. Everyone is welcome in Roma”. Da lì il corteo è tornato verso il centro Baobab passando attraverso via Tiburtina.

Su un volantino distribuito in italiano e in inglese le richieste: “Certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature; accoglienza degna e rispettosa per tutti; chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti; creazione di un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino”.(fonte:romatoday.it)

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