Naufragio Rodi, affonda barcone con 200 migranti: “Finora recuperati tre corpi”

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“L’imbarcazione si è arenata sugli scogli vicino al porto. Tra i morti anche un bambino. Portate finora in salvo 80 persone, ma “si temono molte vittime”. Tanti dei passeggeri di nazionalità siriana
Un altro naufragio al largo delle coste europee, dopo la tragedia avvenuta domenica 19 aprile nel Mediterraneo. Questa mattina, secondo quanto riferito dai media locali, un barcone con 200 migranti è affondato davanti alla costa orientale di Rodi, nell’arcipelago del Dodecaneso, in Grecia. “La barca – ha riferito la polizia – si è arenata sugli scogli vicino al porto. Ci sono tre morti, tra cui un bambino. Il numero dei sopravvissuti è di 80 persone, secondo un conteggio provvisorio”.

Un portavoce della guardia costiera ha inoltre riferito all’agenzia Efe che 57 passeggeri sono stati trasportati in un commissariato e 23 sono stati portati in ospedale. L’incidente è avvenuto intorno alle 9 ora italiana, quando per motivi ancora sconosciuti l’imbarcazione si è incagliata sulle rocce vicino alla spiaggia di Sefiros ed è poi affondata. Gran parte dei migranti che erano a bordo erano di nazionalità siriana. Molti si sono buttati in acqua e sono riusciti a mettersi in salvo con l’aiuto degli abitanti del posto che si trovavano sulla spiaggia.

Grecia, il governo annuncia piano d’emergenza – Nelle ultime settimane è aumentato in modo consistente il numero dei migranti che arrivano in Grecia, che è una delle principali porte di ingresso nell’Unione europea. Si stima che in media ogni giorno arrivino 100 persone: secondo i dati della guardia costiera greca, solo venerdì scorso le isole del Mar Egeo hanno accolto 141 migranti e rifugiati. Nel primo trimestre del 2015 la Grecia ha accolto in totale 10.445 migranti senza documenti via mare, mentre nello stesso periodo del 2014 erano arrivate 2.863 persone.

Il governo greco ha annunciato un piano di emergenza che prevede il trasferimento dei migranti arrivati di recente dalle isole a tutto il resto del Paese, dal momento che le isole non dispongono delle infrastrutture necessarie e si creano situazioni di affollamento. L’esecutivo ha in programma di noleggiare delle imbarcazioni per potere trasportare gli immigrati, ragion per cui ha chiesto un finanziamento all’Ue. Atene ha inoltre assicurato che, se necessario, come ultima possibilità si utilizzeranno sedi abbandonate del governo e dell’esercito per l’accoglienza. In più occasioni la Grecia ha chiesto l’appoggio ai partner europei per gestire il flusso di persone che arrivano dal mare sulle sue coste, sottolineando che la guardia costiera è sommersa dal lavoro”.di F. Q.(fonte:ilfattoquotidiano.it)

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