L’Anm ha detto no allo sciopero

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“L’Anm ha detto no allo sciopero contro il provvedimento sulla responsabilità civile dei magistrati, passa a maggioranza la posizione di Area e Unicost. Al termine di una giornata di discussione è dunque stata bocciata la linea dello sciopero proposto da Magistratura Indipendente, come auspicato dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Dopo il dibattito e tre ore di riunioni a porte chiuse sono stati messi ai voti tre documenti oltre a quello di maggioranza e a quello di MI, la proposta di Autonomia e Indipendenza di sciopero bianco.
assemblea del CDC del 22 febbraio 2015 dell’Anm da Radio Radicale.it

Il direttivo dell’Associazione nazionale magistrati ha approvato a maggioranza un documento che esclude l’ipotesi di proclamare l’astensione dalle udienze in vista dell’approvazione della nuova legge che martedì approderà in Aula alla Camera. I gruppi di Unicost e Area hanno dunque condiviso la linea illustrata dal presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, in apertura della riunione. Magistratura Indipendente e ‘Proposta B’ hanno invece sostenuto fino alla fine la necessità di proclamare lo sciopero. Per il nuovo gruppo di Autonomia e Indipendenza, la linea da seguire era quella dell’astensione dalle attività di supplenza, ossia lo ‘sciopero bianco’.

“Lo sciopero non sarebbe stato compreso – ha detto dopo la decisione il presidente dell’Anm, Sabelli – , non era lo strumento più adatto. La via è quella della valutazione della portata della legge e dell’informazione all’opinione pubblica dell’impatto che avrà”. Nel documento di Area e Unicos votato a maggioranza, l’Anm ha deliberato lo stato di mobilitazione e una breve sospensione dell’attività giudiziaria per leggere le motivazioni della contrarietà dell’Associazione al provvedimento. E’ stata anche indetta una ricognizione delle attività di supplenza svolte dalla magistratura per denunciarle all’opinione pubblica e chiedere al governo adeguate soluzioni, “in mancanza delle quali verranno decise le più efficaci e conseguenti forme di protesta, anche attraverso la sospensione di alcune delle individuate attività di supplenza”. In ultimo, verrà istituito un gruppo di lavoro per monitorare l’applicazione della nuova normativa.

Nel suo documento, oltre a sollecitare la decisione di scioperare, Magistratura indipendente chiedeva anche un incontro al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per esporgli le valutazioni della magistratura “anche in ordine ai profili di manifesta incostituzionalità sulla proposta di riforma della responsabilità civile”. Il documento parlava di “ennesima riforma punitiva nei confronti dei magistrati” che “non è funzionale al miglioramento del sistema giudiziario che, al contrario, danneggia”. E la presidente di Mi, Giovanna Napoletano, sottolineava la “necessità forte di intervenire per avere un giudice forte, soggetto solo alla legge e non condizionato”.

La richiesta di sciopero era sostenuta anche da Andrea Reale, del gruppo indipendente “Proposta b”. Lo sciopero, ha detto Reale, “serve a tutelare autonomia e indipendenza. Non è isterismo ma un segnale irrinunciabile”. Più sfumata la posizione del nuovo gruppo, ‘Autonomia e Indipendenza”, nato dalla scissione che si è consumata all’interno di Mi e la cui costituzione all’interno del ‘parlamentino’ dell’Anm è stata formalizzata oggi. “Se decidiamo uno sciopero – aveva detto prima del direttivo, in rappresentanza del gruppo, Sebastiano Ardita – servono motivazioni politiche forti e unità associativa. Se non ci fosse l’unità quale sarebbe il senso dello sciopero? Servirebbe a lacerare la magistratura e renderla più debole?”.

Anche il voto del gruppo Area era stato preannunciato: “Se lo ritenessimo utile, fruttuoso per il nostro obiettivo – aveva detto Anna Canepa, segretario di Magistratura democratica, corrente che, con il Movimento per la giustizia, forma il gruppo di Area – potremmo anche praticare lo sciopero, ma io non lo ritengo utile. Molti colleghi non lo farebbero, non farebbero mai neanche uno sciopero bianco. Ciò che conta, in uno sciopero, è la sua riuscita. Altrimenti diventa un boomerang”.

“Contrarissimo allo sciopero” si era detto anche Roberto Carrelli Palombi, segretario di Unicost: “Apparirebbe come la difesa di un privilegio, mentre non è così”. Unicost, invece, per martedì, in occasione del voto sul ddl alla Camera, ha proposto di “leggere un documento che denuncia gli aspetti critici delle norme, su cui ancora è possibile l’intervento del Parlamento: l’eliminazione del filtro per l’ammissibilità dei ricorsi e l’ipotesi di responsabilità per travisamento del fatto e delle prove”.(fonte:repubblica.it)

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