Giudice di pace di Saronno: “Per un pugno di euro perso l’ultimo baluardo della Giustizia”

gdpufficio

“Con un interessante excursus saronnese il giudice di pace, ex cancelliere del tribunale di Busto Arsizio ripercorre la storia del servizio del giudice di pace a Saronno svelando alcune interessanti retroscena sia sul passato sia sul recente epilogo del servizio.

Ecco il testo integrale

La figura del Giudice di pace fu istituita, in sostituzione del giudice conciliatore il 1° maggio 1995 e rispetto al Conciliatore aveva una competenza più ampia in materia civile e, competenza in materia penale, a partire dal gennaio 2002, per i fatti più lievi (ad es. danneggiamento art. 635 , 1° comma c.p., diffamazione art. 595, 1 e 2 comma c.p., furto punibile a querela art.626 c.p., ingiuria art.594 c.p, lesioni personali punibili a querela, art.582, 2° comma, c.p., minaccia, art. 612 c.p. , percosse art. 581 1° comma c.p. e tanti altri previsti dal codice penale).

Il Giudice di pace è un magistrato onorario e dura in carica 4 anni e può essere rinnovato 1 sola volta fino all’età di 75 anni. Non ha un rapporto di tipo impiegatizio e percepisce compensi in base al numero delle udienze effettuate e dei provvedimenti emessi.

A Saronno il Giudice di pace fu “alloggiato” nella struttura dell’allora Pretura, non essendovi altra sede idonea .

La Pretura nel 1985/86 era stata spostata dalla sede storica di Palazzo Visconti (costruito nel XVI secolo di proprietà dell’omonima famiglia, ceduto poi nel XVIII secolo alla famiglia Rubini) alla “nuova sede appena costruita, di via Varese dove rimase fino alla soppressione delle preture e l’istituzione delle procure circondariali e dei tribunali distaccati, divenendo così sezione distaccata del tribunale di Busto Arsizio, perdendo, di fatto, una fetta di autonomia che la Pretura aveva avuto fino ad allora.

Il trasloco dei fascicoli e di tutto il materiale (cosa non semplice) di archivio (fascicoli archiviati che non potevano essere distrutti in quanto bisognava convocare una commissione per gli scarti di atti d’archivio) venne effettuato dall’allora giovane Pretore (attuale procuratore capo di Busto Arsizio) Gian Luigi Fontana con l’aiuto di carabinieri e operai comunali che nel giro di qualche settimana si adoperarono per traslocare e contemporaneamente non fare perdere neanche un’udienza. E il giovane Pretore trovò anche spazio (visto che all’epoca ce n’era in abbondanza) per costruire con gli atti risalenti addirittura ai tempi di Vittorio Emanuele II Re d’Italia, un vero e proprio archivio storico in un locale seminterrato.

La nuova struttura, bella, pulita, luminosa accolse nel 1995 il giudice di pace che cominciò ad operare in materia civile e successivamente in quella penale.

Bella, pulita, con due aule di udienza, ma…. priva di personale!! Questo è stato sempre il grave problema de gli uffici del giudice di pace (e non solo). Nato per alleggerire il lavoro del Tribunale ma, di fatto, per assoluta mancanza di personale, non e’ mai riuscito a funzionare a pieno regime.

I giudici di pace, si adoperavano per cercare di svolgere udienze (sia civili che penali) e di fissarne di nuove ma di fatto non si andava avanti perché personale non ce n’era e quello che c’era proveniva da altri uffici giudiziari in applicazione temporaneamente. Addirittura l’unico funzionario autorizzato a firmare proveniva da Milano, Como, Legnano e addirittura da Sondrio, sobbarcandosi così il Ministero, costi per trasferte esorbitanti.

Io stesso, che pur risiedendo a Saronno, svolgevo le mie funzioni di Cancelliere alla procura della Repubblica di Busto Arsizio, avevo fatto moltissime volte , domanda di trasferimento per il giudice di pace di Saronno, garantendo, di fatto, una presenza costante e senza limiti di orari, ma le mie domande furono tutte puntualmente respinte.

Con decreto legislativo del 7 settembre 2012, n.156 concernente la Revisione delle circoscrizioni giudiziarie, furono soppressi gran parte dei tribunali ordinari e degli uffici del giudice di pace e con lo stesso decreto veniva stabilito che gli enti locali interessati, anche consorziati, entro sessanta giorni, potevano richiedere il mantenimento degli uffici del giudice di pace, facendosi carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio della giustizia nelle rispettive sedi, ivi comprese il fabbisogno de personale amministrativo.

E così il Comune di Saronno si adoperava per scegliere il personale, stabilendo retribuzioni ed orari e facendo loro frequentare corsi indetti dal Ministero della Giustizia, contattando, nel contempo anche il sottoscritto, ormai in pensione, per offrirgli la possibilità (senza alcuna retribuzione!!) di fare da coordinatore del personale amministrativo, in considerazione della professionalità acquisita in 40 anni di carriera e della mia figura ritenuta integerrima .

Il sottoscritto accettava con spirito di dedizione alla figura e alle mansioni da lui svolte in tutti quegli anni dichiarandosi disponibile a “seguire” il personale amministrativo e collaborando con il giudice di pace senza essere retribuito perché il Comune “non aveva soldi”!!!

Si cominciava con i sopralluoghi con gli uffici del giudice di pace e con il tribunale di Busto Arsizio per valutare i lavori da fare in quanto tutto era stato abbandonato e l’unico impiegato in servizio non faceva altro che prendere gli atti mettere su un timbro di “depositato” e abbandonarli in quanto la sua “applicazione” a Saronno stava per terminare. Le udienze penali venivano svolte con la collaborazione del segretario comunale e si andava avanti così ma c’era l’entusiasmo per la nuova avventura tra il sottoscritto e il personale amministrativo del Comune che nel frattempo frequentava corsi di specializzazione al Tribunale di Varese.

Tutto sembrava pronto, si aspettava solo il taglio del nastro…. quando il sottoscritto apprendeva dai giornali locali che il comune di Saronno, unitamente a quelli di Caronno Pertusella, Cislago e Gerenzano, essendo mutate le condizioni di finanza pubblica, si erano dichiarati non più disponibili ad accollarsi le spese per il mantenimento della struttura anche per colpa dei comuni di Origgio e Uboldo che non avevano mai aderito all’iniziativa.

Di questa scelta nessuno aveva mai informato il sottoscritto che ne aveva appreso la notizia solo dai giornali!

Orbene questa è la situazione attuale della figura del giudice di pace di Saronno, della giustizia saronnese e della morte dell’apparato giudiziario locale. Mi viene da pensare ad un noto film di Sergio Leone degli anni 60 interpretato da un ruspante Clint Eastwood “Per un pugno di dollari” appunto, per un pugno di euro abbiamo perso l’occasione di tenerci un simulacro di giustizia che ancora riuscivamo a tenerci stretta.

Ci siamo fatti portare via l’ultimo baluardo della Giustizia, il giudice di pace, e adesso chi glielo dirà ai cittadini Saronnesi o anche a quelli dei comuni del circondario, che per fare una semplice opposizione ad una contravvenzione di poche decine di euro, ma ingiustamente elevata, dovranno recarsi a Gallarate, accollandosi costi, tempi e distanze (sperando di trovare parcheggio nei pressi dell’ex Tribunale onde evitare il danno oltre la beffa di un’altra contravvenzione) che la giustizia saronnese ha chiuso i battenti dichiarando fallimento su tutti i fronti.

Ci hanno portato via il giudice conciliatore, la pretura, il tribunale e persino il giudice di pace e ora… non ci resta che piangere.”(fonte:ilsaronno.it)

FacebookTwitterEmailTelegramShare

I Commenti sono chiusi