MIGRANTI, CORTE EUROPEA CONDANNA L’ITALIA: “NO ALLONTANAMENTI COLLETTIVI”

respingimenti

“Mentre nelle piazze italiane sfila la destra xenofoba la Corte Europea condanna l’Italia per aver respinto in Grecia 32 profughi afghani, due sudanesi e un eritreo. Tutti gli episodi risalgono al 2008-2009. Nella sentenza delle seconda sezione, titolata “Affaire Sharifi e altri”, richiesta numero 16643/09, la Corte esplicita che è illegittimo il respingimento collettivo, anche se tra Paesi membri. “La Corte non solo chiarisce i principi dei respingimenti tra Stati membri, ma aggiunge che ogni allontanamento deve essere individuale”, spiega Chiara Favilli, professore associato di diritto dell’Unione europea all’Università LUMSA di Roma e socia Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione).

Secondo quest’interpretazione, quindi, il respingimento non si configura come illegittimo solo perché la Grecia non ha un sistema d’accoglienza adeguato e i profughi corrono il rischio di essere torturati, come invece sostenevano altre sentenze. Questo punto rappresenta la novità delle 74 pagine scritte dalla Corte europea. Per altro, dal momento in cui i profughi hanno fatto ricorso, il sistema di accoglienza europeo si è evoluto, passando dal Dublino II al Dublino III, “che offre già qualche tutela in più rispetto al precedente”, precisa Favilli.

La condanna getta nuove ombre sul respingimento di quattro siriani dall’aeroporto bergamasco di Orio al Serio alla Grecia la notte tra il 16 e il 17 ottobre. Non per la contemporaneità del provvedimento, quanto invece per le tempistiche della decisione: i profughi erano atterrati in Italia il pomeriggio stesso, un tempo troppo breve per poter esaminare le loro storie e ricevere eventuali richieste di asilo politico. Per altro, a quanto testimoniano gli avvocati sul posto, era stata la polizia di frontiera a stabilire l’allontanamento e non l’Ufficio per la Convenzione di Dublino che sta a Roma.

I respingimenti da e verso l’Italia saranno probabilmente sempre più all’ordine del giorno. Si stima che i profughi passati in un anno dall’Italia senza essere stati identificati siano circa 70 mila, ma in ogni caso, “anche in base ai criteri presuntivi”, uno Stato membro può emettere la richiesta di presa in carico del profugo (il nome tecnico per il respingimento). “Probabilmente esistono già casi che restano nel sommerso, di cui non sappiamo nulla – aggiunge Favilli – ma le prese in carico effettive saranno comunque un minoranza rispetto alle richieste”. La stima di Favilli si fonda sul dato 2013 dei respingimenti a livello europeo: solo il 25% dei “casi Dublino” (ossia i profughi respinti verso il primo Paese dell’Unione europea in cui sono arrivati) sono stati respinti effettivamente.”
(Fonte: Redattore Sociale)(fonte:nelpaeseit)

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