Latina: dipendente dell’ufficio del Giudice di Pace arrestato per peculato

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“Latina – Un dipendente dell’ufficio del Giudice di Pace di latina è stato arrestato per peculato. L’arresto, da parte della guardia di finanza è arrivato dopo una lunga indagine iniziata sul finire dello scorso anno e basata su un’apposita attività investigativa che ha previsto l’utilizzo di rilievi fotografici, video riprese nei confronti dei dipendenti, nonché, d’intesa con l’a.g. procedente dott. G.m., delle intercettazioni telefoniche ed ambientali all’interno di uno degli uffici.

Proprio nel corso delle indagini un dipendente è risultato riscuotere denaro contante in occasione della presentazione di richieste di copie di atti (per le quali è previsto il pagamento di un tributo) da parte di vari utenti sprovvisti di marche da bollo o contributi unificati, rassicurando gli stessi sul fatto che avrebbe poi provveduto lui stesso ad applicarle.

Contrariamente a quanto prospettato agli utenti di turno, il d.p. si è invece appropriato indebitamente del denaro ricevuto, provvedendo poi a “riciclare” marche da bollo già utilizzate, con contestuale simulazione del loro nuovo annullamento.
Ciò spiega il suo anomalo comportamento allorquando, nel ricevere il denaro contante, ha il più delle volte richiesto un importo forfettario inferiore rispetto a quello realmente dovuto e, talvolta, superiore, richiedendo una c.d. “mancia” per il caffè o la colazione. Le intercettazioni video hanno permesso di appurare come il dipendente in molte occasioni abbia rimosso valori bollati da talune richieste di copia di atti per poi applicarle ad altre richieste, simulandone il contestuale e regolare annullamento mediante il prolungamento del tratto di pennarello nero fin sopra il foglio ove tali valori sono stati riapposti. Talvolta è risultato dapprima fotocopiare e poi distruggere il foglio originale dal quale ha staccato i valori bollati, nel tentativo maldestro di non lasciare traccia della sua attività illecita. Sulla base delle risultanze dell’attività di indagine, è emerso come la descritta attività illecita posta in essere con carattere di assoluta sistematicità, sia stata produttiva di cospicui profitti finanziari, in danno dell’erario in termini di mancato introito di tributi, nonché degli utenti ai quali lo stesso, riscuotendo (e tenendo per sé) denaro contante, assicurava di provvedere all’assolvimento di quanto previsto.
In soli 20 giorni circa è stato possibile quantificare parzialmente in oltre euro 2.500, il profitto illecito percepito e da ritenersi, comunque, inferiore rispetto a quanto in realtà riscosso dal dipendente. Lo stesso, nel 2004, è risultato essere stato denunciato per truffa, ricettazione, sostituzione di persona ed indebito utilizzo di carte di credito allorquando, allontanandosi dal proprio posto di lavoro, risultò appropriarsi di carte di credito di ignari utenti di una palestra, per poi utilizzarle subito dopo. Al termine delle indagini, il gip del tribunale di Latina ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del sospettato accusato dei reati di peculato, falsità materiale commessa da un pubblico ufficiale, distruzione di atti (artt. 314, 476,e 490 del c.p.).(fonte:latina.ogginotizie.it)

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