Percorso semplificato per separazioni , divorzi consensuali e per tutta la giustizia civile esclusi i diritti indisponibili e la materia del lavoro

avvocatipoveriinsicilia
“Percorso semplificato per separazioni e divorzi consensuali.C’è chi l’ha già impropriamente ribattezzato «divorzio ultrabreve». Il cosiddetto decreto «taglia liti» pubblicato sabato in Gazzetta ufficiale ha introdotto una serie di misure di semplificazione della giustizia civile. Fra queste c’è la possibilità di ottenere separazioni e divorzi bypassando il giudice. Le coppie in crisi potranno rivolgersi semplicemente agli avvocati o agli ufficiali di stato civile. Viene introdotta la figura della «procedura di negoziazione assistita da un avvocato» con l’obbiettivo di trovare un accordo tra i due coniugi senza dover approdare in un’aula giudiziaria. In caso di richiesta congiunta di separazione da parte dei coniugi sarà invece possibile andare direttamente dall’ufficiale di stato civile del comune con una semplice comunicazione.

Nonostante la cura dimagrante delle procedure, non cambiano i tre anni che devono trascorrere tra udienza di separazione e richiesta del divorzio.
Si snelliscono le procedure purché la coppia non abbia figli minorenni, maggiorenni non autosufficenti economicamente o portatori di handicap. L’intento è alleggerire i tribunali dal carico delle migliaia di cause civili giacenti. Secondo gli ultimi dati a Brescia sono poco più di duemila le cause di separazione o di divorzio su un totale di oltre 13 mila procedimenti civili pendenti. Nello specifico le separazioni consensuali sono 505 e quelle giudiziali 628, mentre per i divorzi ammontano a 360 i congiunti e a 468 i giudiziali.
TRA GLI AVVOCATI matrimonialisti c’è soddisfazione per la nuova norma anche se c’è chi aspetta di vedere il testo finale quando sarà definitivamente convertito in legge. L’avvocato , componente del direttivo nazionale dell’Aiaf (l’associazione degli avvocati per la famiglia) si dice «entusiasta perché è stata recepita una nostra proposta avanzata già nel 2011 sul modello di quanto fatto in Francia». La novità sta soprattutto nel «riconoscere da un lato la capacità dei coniugi di autoregolamentare il loro rapporto e dall’altro il ruolo dell’avvocato nel favorire un accordo». E’ un percorso alternativo alla via giudiziale che «devasta i rapporti, crea fratture insanabili e – aggiunge l’avvocato – ha una pesante ricaduta sociale. Qui invece si valorizza la funzione etico-sociale dell’avvocatura».
Di tutt’altro parere il deputato bresciano dei Popolari per l’Italia , già presidente dell’Associazione Famiglie numerose: «Si fa passare una concezione che vede il matrimonio come un fatto privato, cancellando la sua rilevanza pubblica. Si instaura una sorta di “mordi e fuggi”, sancendo la superficialità di relazioni fondamentali per la tenuta della società che si potranno sciogliere semplicemente presentandosi all’anagrafe».
A FINE MAGGIO era stato uno dei pochi parlamentari a votare contro la legge sul divorzio breve. Conferma che anche quando questo decreto arriverà in aula ribadirà la sua posizione contraria: «Credo che non andrebbe mai cancellata la speranza di una riconciliazione, specie quando si è in presenza di figli, anche utilizzando la mediazione».
Fondamentale per il funzionamento dei processi di negoziazione sarà la formazione degli avvocati nella capacità di gestione del conflitto. «Sicuramente non è semplice portare le persone a comprendere quale potrebbe essere la soluzione migliore in una fase di grande difficoltà per la loro vita. Lo sforzo maggiore – sottolinea – è aiutare a far emergere le reali necessità di una coppia al di là delle posizioni rivendicate dai singoli, spesso più frutto di una reazione alla ferita provocata dalla rottura della relazione. Ma sia chiaro, noi avvocati non vogliamo sostituirci agli psicologi».”diPiergiorgioChiarini(fonte:bresciaoggi.it)

FacebookTwitterEmailTelegramShare

I Commenti sono chiusi