Multe con il trucco: altri due poliziotti indagati

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Erano in pattuglia con lui il 20 febbraio scorso, giorno nel quale si sarebbe verificato il primo episodio ai danni di un camionista proveniente dall’Est. L’agente della Polstrada arrestato: «Voglio restituire i soldi che ho preso»
Sono tre i poliziotti della Polstrada di Palmanova finiti nel registro degli indagati per la vicenda delle multe truccate. Oltre ad un gradese di 50 anni, da giovedì sospeso dal servizio e agli arresti domiciliari con l’accusa di truffa aggravata, nel fascicolo della Procura della Repubblica di Udine risultano iscritti altri due colleghi. Si tratta di due agenti della Polstrada che erano in pattuglia con lui il 20 febbraio scorso, giorno nel quale si sarebbe verificato il primo episodio ai danni di un camionista proveniente dall’Est a San Giorgio di Nogaro e del 4 marzo successivo, quando si sarebbe verificato il secondo episodio a Villesse. Da lì ha preso il via un filone di indagini che documenterebbero ben 14 episodi simili nell’arco di un semestre.

Ma se per P. quelle accuse hanno trovato conferma, attraverso i controlli incrociati e dalle prime ammissioni da lui stesso rilasciate al giudice per le indagini preliminari in sede di interrogatorio di garanzia, la posizione dei due colleghi è ben diversa. I primi accertamenti effettuati nei confronti dei due agenti che giovedì sono stati sentiti dal giudice sembrerebbero escludere la loro responsabilità.
Si sarebbe trattato quindi di un’iniziativa di P., che ora si dice pronto a restituire il maltolto, di una tecnica messa in pratica alle spalle dei colleghi, mentre questi ultimi erano impegnati nella compilazione del verbale in auto. Nel corso dell’interrogatorio con il giudice, P., assistito dal suo legale di fiducia , avrebbe sostanzialmente ammesso i fatti contestati pur ridimensionandone l’ammontare, il numero degli episodi e le modalità, assicurando di non aver imposto quelle somme agli ignari conducenti al volante dei furgoni provenienti dall’Est, quanto, piuttosto, di aver accettato offerte spontanee da questi ultimi. Le indagini condotte dagli uomini della squadra mobile di Udine e dal comando della stradale di Gorizia, guidati rispettivamente dai vicequestori aggiunti sotto il coordinamento dal procuratore capo facente funzioni di Udine , intanto, procedono. Nelle prossime ore dovrà essere sentito anche l’ultimo dei sette componenti del turno che lavoravano con P. a Palmanova, ma il quadro della vicenda sarebbe ormai chiaro.
Nel frattempo, l’avvocato che difende P., ha presentato istanza di revoca della misura cautelare che avrebbe ottenuto il parere favorevole da parte del Pubblico ministero, ma il giudice ha ritenuto che al momento non vi fossero le condizioni per accoglierla.
«Non presenteremo istanza di riesame – ha annunciato l’avvocato – attenderemo che il quadro si chiarisca, quindi presenteremo una successiva istanza di revoca. Nel frattempo il mio assistito si è detto intenzionato a restituire le somme prese illecitamente, ha comunque voluto precisare che non si tratta di 1.700 euro, ovvero delle cifre che gli vengono contestate, ma di 300 o 400 euro al massimo. Quanto al suo stato d’animo – precisa – è comprensibile il suo sconforto, visto che si tratta di gesti che hanno compromesso una lunga carriera priva di ombre, al momento però non ha saputo dare una spiegazione a questi gesti, non sono stati determinati da una situazione personale difficile, i soldi non servivano a pagare debiti insomma. Si è trattato, piuttosto, di comportamenti scattati senza un piano premeditato»”di Alessandra Ceschia(fonte:forexinfo.it)

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