“Le assicurazioni contro i giudici di pace del Sud”

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“L’Ania parla di “incompatibilità” di cariche e aumento delle truffe
Inutile girarci intorno: il rapporto fra Assicurazioni e Sud Italia non è dei migliori. Perché in certe zone del Mezzogiorno le truffe denunciate dalle Compagnie sono numerosissime (anche se la maggior parte delgi automobilisti è onesta e vittima anch’essa delle frodi, che fanno alzare le tariffe Rca); e perché la sinistrosità non ha eguali. Tanto che si è parlato di fuga delle Assicurazioni dal Sud, con la chiusura degli uffici sinistri. E perfino le Società di noleggio a lungo termine minacciano di abbandonare il Meridione, per via delle truffe e dei furti d’auto. Senza dimenticare il “vuoto” in merito a car sharing al Sud. Ma adesso l’Ania (la Confindustria delle Assicurazioni) sferra un altro attacco particolare: ai Giudici di pace del Sud…

Tutto parte nel 1992, da quando, con la legge 374, non c’è più l’incompatibilità tra la funzione giurisdizionale e l’attività forense nell’ambito del medesimo distretto di Corte d’appello. E qui l’Ania storce la bocca, evidenziando una “incompatibilità” di cariche.
Qualche modifica

Con le successive modifiche introdotte (leggi 477/92 e 673/94), l’incompatibilità è stata limitata al circondario del tribunale dove è iscritto l’avvocato, o gli associati di studio, o il coniuge, o i conviventi, o i parenti fino al secondo grado o gli affini entro il primo grado. L’incompatibilità è invece espressamente prevista per coloro che svolgono attività professionale per imprese di assicurazione o banche oppure hanno il coniuge, convivente, parenti fino al secondo grado o affini entro il primo grado che svolgono abitualmente tale attività. Al Giudice di pace si applicano le disposizioni generali riguardanti l’obbligo di astensione nonché in tutti i casi in cui abbia o abbia avuto rapporti di lavoro autonomo o di collaborazione con una delle parti.
Indagini sui siti ufficiali

Per l’Ania, anche se non risulta una mappatura ufficiale dei Giudici di pace che esercitano contemporaneamente la professione forense, un’indagine effettuata attraverso i siti ufficiali (Consiglio superiore della magistratura e Consiglio nazionale forense) ha evidenziato che nell’ufficio del Giudice di pace di Napoli il 60,4% dei giudici in servizio risulta iscritto a un Ordine professionale limitrofo; a Pomigliano d’Arco la percentuale diventa il 75%, a Nola il 90%, a Sant’Anastasia il 92,3%, ad Acerra, Cicciano, Ottaviano e Marigliano il 100%. Dopodiché, c’è il paragone con l’Ufficio del Giudice di pace di Milano, dove la percentuale è pari a 25,3%. Le Assicurazioni non ci stanno: “Queste evidenze testimoniano che, perlomeno in alcune aree del nostro Paese, esiste un concreto conflitto di interesse tra la professione forense e quella del Giudice di pace”.
Quali soluzioni

Sentendo solo la campana dell’Ania, serve un intervento normativo per prevedere l’incompatibilità assoluta tra la funzione di giudice di pace e la professione forense. Serve ripristinare l’incompatibilità nell’ambito del distretto di corte d’appello ed estendere le ipotesi di astensione e ricusazione oltre agli associati di studio, a qualsiasi altra ipotesi di collegamento. Al Sud Italia, insiste l’Ania, oltre a concentrarsi un numero elevatissimo di cause civili pendenti presso i Giudici di pace (in solo 3 regioni, Campania, Puglia e Calabria si concentrano quasi l’80% di tutte le cause civili pendenti nazionali), si registra anche una più elevata incidenza di cause che hanno visto la Compagnia soccombente rispetto al valore mediano nazionale. Se si analizzano invece i dati regionali dei Tribunali non si osservano andamenti particolarmente difformi a livello territoriale. Insomma, tira una brutta aria per gli automobilisti del Sud, specie Napoli e Caserta, dove le frodi sono più forti: a pagare tariffe Rca stellari, però sono tutti. Anche i cittadini onesti.”(fonte:omniauto.it)

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