Ufficio del Giudice di Pace di Corigliano Calabro: chiude .

corigliano
“Amministrazione comunale e politici silenziosamente hanno fatto esaurire la “clessidra”. E dal 15 settembre le udienze si terranno a Rossano .
Cominciate le ferie giudiziarie anche l’Ufficio del Giudice di Pace di Corigliano Calabro – come tutti del resto – da qualche giorno è chiuso per le udienze.
Ma il prossimo 15 settembre, al termine delle ferie, non riaprirà come gli altri.
Corigliano Calabro, dunque, perde (pure) questa Istituzione.

Il sindaco sull’argomento da mesi non si pronuncia, anzi lo evita.
E così fanno pure gli altri componenti della sua compagine civica ispirata al Centrodestra che da poco più d’un anno regge le sorti della città.
Le forze politiche d’“opposizione”, oltre ad avere diffuso nei mesi passati qualche sterile comunicato di denuncia sulla questione, nulla di politicamente formale hanno attuato al fine d’ottenere come risultato che l’amministrazione provvedesse ad evitare l’accorpamento dell’Ufficio del Giudice di Pace a quello di Rossano così come previsto dal decreto di razionalizzazione e di riordino della “geografia giudiziaria” italiana.
Il “modo” era indicato nella parte attuativa dello stesso decreto: l’assunzione degli oneri finanziari da parte del Comune e la messa a disposizione (nel caso di Corigliano Calabro) di quattro unità lavorative tra i dipendenti comunali da destinare ai servizi di segreteria e di cancelleria dell’istituzione giudiziaria.
Tuttavia, l’amministrazione e la politica coriglianesi hanno fatto scivolare e scadere ogni termine fissato dal decreto attuativo, compreso quello relativo al corso di formazione previsto e somministrato dal Ministero della Giustizia per i dipendenti che i Comuni avevano (pre)destinato alle funzioni presso gli uffici dei Giudici di Pace “salvati” attraverso l’accollo degli oneri finanziari in capo agli stessi enti locali.
Le migliaia di fascicoli relativi alle piccole cause civili e penali migreranno presto verso Rossano, dunque, presso l’Ufficio del Giudice di Pace “accorpante” per legge.
Nessun dibattito pubblico ha preceduto questa “morte”. Da nessuno mai annunciata tra gli amministratori comunali, per impopolarità.
Nessuno, tra gl’inconsistenti “oppositori” dei primi, nell’“agonia” dei mesi passati ha richiesto di portare la questione in Consiglio comunale, al cospetto dei cittadini.
Tutti, silenziosamente e colpevolmente, hanno fatto esaurire la “clessidra”.
Restano le promesse – rivelatesi “da marinaio” – che il sindaco Geraci aveva fatto poco più d’un anno fa, in tempo di campagna elettorale, quando dai palchi, con le sue consuete parole “roboanti”, dichiarava che «la sede del Giudice di Pace deve restare e la faremo restare come importante presidio di giustizia e simbolo istituzionale di lotta al crimine».
A parte che non si tratta(va) d’una procura né d’una caserma delle forze dell’ordine e a parte che l’Ufficio del Giudice di Pace non deve “presidiare” un bel niente, resta un amaro dato di fatto.
Vale a dire che i numerosi cittadini interessati dal contenzioso civile di piccola entità economica (tra privati o tra pubblico e privato) e quelli coinvolti a vario titolo (imputati, persone offese, testimoni) nei procedimenti di lieve entità penale, dal prossimo settembre sapranno che il Comune di Corigliano Calabro li ha mandati “a quel paese”. di Fabio Buonofiglio (fonte:sibarinet.it)

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