Riforma giustizia, le linee guida del ministero: stretta su responsabilità civile delle toghe

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“La bozza pubblicata online: nessuna responsabilità diretta per i magistrati, ma obbligo di rivalsa in caso di negligenza grave e taglio fino al 50 per cento dello stipendio in assenza di dolo. Si amplia l’area su cui può far leva chi è vittima del “cattivo uso del potere giudiziario”. L’Anm: “Attenzione alla rimozione dei filtri”

Ampliamento dell’area di responsabilità delle toghe, superamento del filtro di ammissibilità per questo tipo di cause, certezza della rivalsa nei confronti del magistrato, incremento della soglia di rivalsa (il cui limite verrà incrementato fino alla metà dell’annualità dello stipendio del magistrato), coordinamento con la responsabilità disciplinare. Queste le linee portanti del progetto di riforma in materia di responsabilità civile dei magistrati su cui il Guardasigilli Andrea Orlando è al lavoro . La scheda sulla riforma è stata pubblicata sul sito web del ministero della Giustizia.

La responsabilità civile resta indiretta. Nessuna responsabilità diretta del magistrato, comunque, ma una riforma per “rendere effettivo lo strumento” e seguire le linee indicate dall’Europa, spiega il ministero. Il meccanismo di responsabilità civile resterà indiretto, cioè senza la possibilità per il cittadino di rivalersi sul singolo magistrato: l’azione è condotta nei confronti dello Stato, che può poi decidere se procedere nei confronti del magistrato. Questo a garanzia dell’autonomia delle toghe, sottolinea il Ministero.

“Manifesto errore nella rilevazione dei fatti”. Tra i vari provvedimenti contemplati, si amplia l’area su cui può far leva chi è vittima del “cattivo uso del potere giudiziario”. Questo in linea con il diritto dell’Unione europea che include le ipotesi di “violazione manifesta delle norme applicate” ovvero “manifesto errore nella rilevazione dei fatti e delle prove”. La responsabilità sarà estesa anche ai magistrati onorari. I giudici popolari resteranno responsabili nei soli casi di dolo.

L’obbligo di rivalsa. Nella bozza c’è anche l’obbligo di azione di rivalsa in caso di negligenza grave: “L’azione di rivalsa nei confronti del magistrato, esercitabile quando la violazione risulti essere stata determinata da negligenza inescusabile, diverrà obbligatoria”. A questo proposito, si prevede nella riforma il superamento del filtro di ammissibilità dei ricorsi in materia di responsabilità civile dei magistrati: “Uno degli obiettivi del progetto è il superamento di ogni ostacolo frapposto all’azione di rivalsa, nei confronti del magistrato, che lo Stato dovrà esercitare a seguito dell’avvenuta riparazione del pregiudizio subito in conseguenza dello svolgimento dell’attività giudiziaria”.

Innalzata la soglia economica. Per quanto riguarda la rivalsa poi, sarà innalzata, nelle intenzioni del governo, anche la soglia economica che ricadrà sul magistrato in caso di errore: “Sarà innalzata – si legge sul sito del Ministero della Giustizia – la soglia dell’azione di rivalsa, attualmente fissata, fuori dei casi di dolo, a un terzo dell’annualità dello stipendio del magistrato: il limite verrà incrementato fino alla metà della medesima annualità. Resterà ferma l’assenza di limite all’azione di rivalsa nell’ipotesi di dolo”.

Il ministero: “Eliminare limitazioni”. Un corretto funzionamento della responsabilità civile dei magistrati costituisce un “fondamentale strumento per la tutela dei cittadini ed un necessario corollario all’indipendenza ed all’autonomia della magistratura”, si legge nella scheda del ministero, ma “il meccanismo previsto dalla legge Vassalli adottato in esito al referendum abrogativo del 1987 ha funzionato in modo assolutamente limitato”. Tale legge, infatti, “pur condivisibile nell’impianto – rileva il ministero – prevede una serie di limitazioni per il ricorrente che, di fatto, finiscono per impedire l’accesso a questo tipo di rimedio e rendono poi aleatoria la concreta rivalsa sul magistrato ritenuto eventualmente responsabile. Si tratta, quindi, d’intervenire per rendere effettivo questo strumento”.

Le richieste dell’Europa. Un’ulteriore esigenza di intervento è rappresentata, si legge ancora nella scheda on-line, dalle pronunce della Corte Europea di Giustizia, che sollecita una maggiore effettività nelle procedure previste per il riconoscimento delle responsabilità conseguenti alla errata applicazione del diritto comunitario da parte del giudice”. Ieri il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, aveva annunciato in un’intervista a Repubblica la riforma, che sarà comunque approvata con l’aiuto degli altri partiti: “Ci confronteremo anche con le opposizioni, aveva detto”.

L’Anm: “E’ una stretta, ma aspettiamo”. “Il sistema dell’amministrazione della giustizia ha diverse criticità, non mi pare che la riforma della responsabilità civile dei magistrati fosse la priorità” ha osservato il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli. Quanto alle proposte contenute nelle linee guida, per un giudizio compiuto occorre “aspettare il testo”, anche perchè si tratta di una materia in cui “la differenza la fanno i dettagli”. Nell’insieme però le misure indicate “vanno nel senso di una stretta nei confronti dei magistrati”. Il leader dell’Anm segnala una serie di pericoli. A proposito dell’ampliamento dell’ambito di responsabilità, “bisogna evitare” che il magistrato sia chiamato a rispondere di situazioni che non dipendono da lui, legate al “sovraccarico di lavoro” e alla “disorganizzazione per carenza di risorse”.

Quanto alla riduzione del filtro per l’azione volta a ottenere il risarcimento, “bisogna stare attenti perché è alto il rischio di azioni strumentali, cioè di reazione a un provvedimento sgradito del magistrato. Se si toglie il filtro, occorre evitare la proliferazione di azioni infondate, attraverso disincentivi o forme di sanzioni”. Quanto all’innalzamento della soglia dell’azione di rivalsa dello Stato nei confronti del magistrato, che viene portata al 50% dello stipendio annuale, “si tratta di un tetto piuttosto elevato”, osserva il leader del sindacato delle toghe, che vede invece un dato positivo nel fatto che l’azione “resterebbe indiretta”, cioè non sarebbe possibile al cittadino chiedere il risarcimento per il pregiudizio subito direttamente al magistrato: “lo impongono i principi della Costituzione che garantiscono l’indipendenza dei magistrati, ma anche la stessa Europa esclude l’azione diretta”.(fonte:repubblica.it)

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