Clamoroso esito del Caso Shalabayeva, Cassazione: “Espulsione e trattenimento illegittimi, ha diritto a un risarcimento”

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“Caso Shalabayeva, Cassazione: “Espulsione illegittima, ha diritto a un risarcimento” da parte del Ministero dell’Interno (ma a carico di tutti i cittadini ndr).Depositata la sentenza della Sesta sezione civile n. 17407/2014 ha accolto il ricorso della donna contro il provvedimento del giudice di pace di Roma che aveva convalidato il suo trattenimento nel Cie di Ponte Galeria. La moglie del dissidente kazako Abliazov fu espulsa dall’Italia alla fine di maggio del 2013

E’ stato “illegittimo” il provvedimento con il quale Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Muktar Abliazov, alla fine di maggio del 2013 fu espulsa dall’Italia. Lo afferma la Corte di Cassazione nella sentenza della Sesta sezione civile, depositata mercoledi’, che ha accolto il ricorso della donna contro il provvedimento del giudice di pace di Roma che aveva convalidato il suo trattenimento nel Cie di Ponte Galeria, annullandolo senza rinvio. Per la Suprema Corte, “il decreto di trattenimento e la convalida sono da ritenersi palesemente illegittimi”.

Inoltre, secondo la Cassazione, Alma Shalabayeva ha diritto a un risarcimento. “Il trattenimento illegittimo – si legge nella sentenza – determina il diritto al risarcimento del danno per la materiale privazione della liberta’ personale, non giustificata dalla sussistenza delle condizioni di legge”. La Corte, quindi, condanna il ministero dell’Interno a pagare in favore della ricorrente le spese del ricorso.

“Siamo felici di questa pronuncia – ha commentato all’Adnkronos l’avvocato Riccardo Olivo che ha seguito la vicenda di Shalabayeva – che e’ peraltro la naturale conclusione della vicenda che accoglie tutti gli spunti e le riflessioni che avevamo, insieme al professore Cerulli Irelli, sottolineato nell’atto che era all’attenzione della Corte di Cassazione”.

“Il provvedimento della Cassazione – ha aggiunto Olivo – sembra accogliere in toto le ragioni della signora Alma Shalabayeva e finalmente ricostruisce la vicenda per come la signora l’ha vissuta e noi l’abbiamo rappresentata a tutte le autorita’ con cui ci siamo interfacciati”.(fonte:adnkronos.it)
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Per i giudici della VI sezione civile della Suprema Corte il provvedimento di rimpatrio della moglie del dissidente kazako Abliazov è viziato da “manifesta illegittimità originaria”. Pesanti le valutazioni contenute nella sentenza che ritiene, tra l’altro: immotivata l’irruzione notturna nell’abitazione di Casal Palocco, ignorato il diritto d’silo e anomala e contraddittoria l’intera vicenda. Riconosciuto il titolo al risarcimento

Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Abliazov, non doveva essere espulsa dall’Italia. Ad affermarlo è la Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso presentato dalla donna contro il provvedimento di rimpatrio, emesso dal giudice di pace il 31 maggio dell’anno scorso, ritenuto viziato da “manifesta illegittimità originaria”. In particolare i giudici della VI sezione civile della Suprema Corte, con la sentenza 17407, hanno annullato senza rinvio la convalida del trattenimento della donna al Cie di Roma (Ponte Galeria) da parte del giudice di Pace di Roma che faceva seguito al provvedimento di espulsione emesso il giorno prima. Shalabayeva, dopo aver passato qualche ora nel Cie, era stata messa su un volo per il Kazakistan insieme alla figlia Alua di soli sei anni.

I magistrati della Suprema Corte hanno ritenuto “immotivata” l’irruzione notturna nell’abitazione di Casal Palocco dove risiedeva la Shalabayeva, effettuata dalle forze dell’ordine per cercare suo marito e non per finalità di prevenzione e repressione dell’immigrazione irregolare. Inoltre, si legge ancora nella sentenza: “La contrazione dei tempi del rimpatrio e lo stato di detenzione e sostanziale isolamento” nel quale è stata tenuta Alma Shalabayeva “dall’irruzione alla partenza, hanno determinato nella specie un irreparabile vulnus al diritto di richiedere asilo e di esercitare adeguatamente il diritto di difesa”.

Tra gli effetti della decisione della Cassazione il riconoscimento del diritto al risarcimento del danno “per la materiale privazione della libertà personale, non giustificata dalla sussistenza delle condizioni di legge”. I supremi giudici rilevano anche che una delle conseguenze della dichiarata illegittimità originaria della misura dell’espulsione costituisce “una delle condizioni indispensabili per l’eventuale rientro e permanenza in Italia” della Shalabayeva che è tornata a Roma con la figlioletta Alua lo scorso 27 dicembre.”(fonte.grr.rai.it)

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