Ricorsi contro le contravvenzioni ed aumento del contributo unificato

contravvenzioni10
Pubblichiamo un articolo relativo all’aumento del contributo unificato per i ricorsi avverso le contravvenzioni del codice della strada di competenza dei giudici di pace

“Fino allo scorso anno, come tutti ben ricordano, era possibile fare ricorso al giudice di pace per farsi le proprie ragioni ricorrendo avverso multe e contravvenzioni ricevute “ingiustamente” dalla Polizia Municipale, dalla Polizia Stradale o da altri Corpi dello Stato, in merito a infrazioni del codice della strada. Il ricorso al giudice di pace bloccava momentaneamente il pagamento dell’ammenda in attesa che lo stesso giudice di pace, esaminando l’intera pratica, sentenziasse se l’automobilista ricorrente avesse torto o ragione. Una procedura equa che permetteva, in caso di sentenza favorevole, di non pagare nulla magari per una multa comminata con troppa fretta o del tutto ingiustamente. Questa prassi era del tutto gratuita, come giusto che fosse, a tutela e a salvaguardia del cittadino. Talvolta il giudice di pace accoglieva favorevolmente il ricordo dell’automobilista accertando che le ragioni del ricorrente erano più che fondate.

Da quasi un anno tutto è cambiato: il Governo, valutando forse che i ricorsi presentati erano troppi con un super lavoro a carico dei giudici di pace, ha valutato bene di imporre una tassa per il cittadino ricorrente. Tassa in ragione di euro 37 (l’equivalente di una multa rimediata dai Vigili Urbani). Quanto sopra, ovviamente, come era desiderato e auspicato, ha ridotto moltissimo il numero dei ricorsi presentati, obbligando il cittadino a pagare la multa e a starsene zitto e buono. Ma tutto ciò non è bastato: da poche settimane, infatti, la tassa da pagare per la presentazione di un ricorso al giudice di pace è salita dagli euro 37 a 43. Nel caso poi che la contravvenzione comminata superi i 1100 euro, la tassa da versare aumenta da euro 85 a 98. Ma, in questo caso, considerato l’importo della multa comminata, conviene fare ricorso e pagare i quasi 100 euro per la sua presentazione. Per le normali multe, invece, ormai, non vi è più nessuna convenienza economica perché, anche nel caso che il giudice di pace dia ragione al ricorrente, la tassa va comunque pagata e non viene più restituita anche nel caso di ottenere ragione. Ancora una volta prendiamo atto che le nuove leggi anziché aiutare e favorire i cittadini suonano a loro condanna, negando loro la possibilità di farsi le loro ragioni: come è possibile versare una tassa di 43 euro per non pagare una multa di 37? Oltre che un’ingiustizia è una presa in giro bella e buona! Un’ultima molto amara considerazione: gli automobilisti continuano a essere considerati galline da spennare in ogni maniera. Peccato che di penne ce ne siano rimaste davvero ben poche, ma l’importante, per il nostro “amato” Governo , è pagare e basta!”
di Carlo Colla (fonte:ecodisavona.it)

FacebookTwitterEmailTelegramShare

I Commenti sono chiusi