INNOVAZIONE AREA Pct: un passo in avanti . Ma molti nodi da sciogliere

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Pubblichiamo dal sito di MD l’articolo che condividiamo

“La lettera del Ministro Orlando ed i conseguenti provvedimenti legislativi in relazione al Processo Civile telematico sono da apprezzare per il metodo e per il merito, ma rimandano e costringono ad affrontare con urgenza problemi di fondo che sinora non sono stati affrontati o che hanno avuto soluzioni parziali e improvvisate.

L’apprezzamento deriva dal metodo di partecipazione, coinvolgimento e comunicazione, dall’impegno di finanziamento, forse ovvi, ma del tutto nuovi per il Ministero della Giustizia con i tavoli tecnici, con la proposta di creazione di un gruppo guida e l’interlocuzione con tutti i soggetti interessati.

Anche la soluzione ideata è ragionevole, perché pur rimodulando l’entrata in vigore del Pct, non cede alle sirene del rinvio, disegna una soluzione pragmatica (rimandando anche a possibili protocolli locali) e comincia ad affrontare alcune problematiche da tempo sul tappeto (l’autenticazione delle copie, la verbalizzazione dei testi, il domicilio digitale, l’eliminazione di limiti di orario per i depositi telematici e di converso la riduzione degli orari di apertura delle cancellerie).

Un passo in avanti che impone di prendere di petto i problemi sul tappeto.
 Il Pct vincerà solo se risulterà comodo per gli operatori, affidabile per gli utenti ed efficiente per i cittadini.
L’affidabilità continuativa del sistema, l’adeguatezza di un’assistenza informatica oggi del tutto carenti, il completamento dei sistemi tecnologici sono tutti passaggi fondamentali ancora da realizzare ed assicurare.

Il salto culturale che chiediamo a tutti gli operatori si può avere solo con una formazione ed una assistenza continuativa, con una dotazione strumentale adeguata e con una politica di comunicazione seria e trasparente.

E va detto che su questo terreno proprio il Ministero della Giustizia è in grave ritardo, più degli avvocati, dei magistrati e dei cancellieri che in molte sedi hanno dimostrato impegno ed entusiasmo.

Ministero che, se si vuole davvero andare sulla strada del telematico, deve essere adeguatamente potenziato nel settore con risorse di qualità sia a livello tecnico che gestionale.
Occorre assumere tecnici informatici e potenziare il loro ruolo consentendo anche l’accesso a ruoli dirigenziali. L’informatica senza gli informatici non si fa.

Continuiamo ad operare con un codice pensato per carta e penna e rifacendoci a norme tecniche frutto di rinvii legislativi non chiari e di rango secondario : bisogna arrivare ad un codice di procedura telematico almeno nelle norme essenziali (notifiche, copie, depositi, autenticazioni).

Occorre che chi guida i processi di informatizzazione sia pienamente addentro alle problematiche giuridiche e, di converso, che chi si occupa della riforma del rito civile operi in un’ottica di promozione del Processo Civile Telematico.

Continuiamo a pensare che digitalizzare significhi scannerizzare atti cartacei, quando invece richiede di operare in una dimensione diversa dalla carta, con una struttura degli atti completamente nuova.

Punti fondamentali da risolvere in tempi brevi.

La direzione indicata dal Ministro è condivisibile, ed il metodo di coinvolgimento di tutti gli attori del sistema e di un costante monitoraggio va continuato, ma comporta una chiara discontinuità con le inerzie, l’approssimazione e il pauperismo che ha troppo spesso caratterizzato la storia del PCT degli ultimi anni.”(fonte:magistraturademocratica.it)

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