Giurisprudenza: Boom di “Abogados” italiani in Spagna

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“Secondi i dati raccolti presso tutti i Consigli dell’Ordine dal Consiglio nazionale forense più del 90% degli avvocati iscritti allo speciale ordine degli stabiliti è di nazionalità italiana e di questi l’83% ha conseguito il titolo in terra iberica mentre un restante 4% ha ottenuto il titolo in Romania. Inoltre, gli Ordini che risultano avere il maggior numero di avvocati italiani che hanno, però, conseguito il titolo all’estero risultano essere nell’ordine Roma, Milano, Latina e Foggia.

I dati sono abbastanza allarmanti perché fanno emergere quella che ormai non è più solo una leggenda metropolitana: la direttiva comunitaria sugli stabiliti ha aperto una corsia preferenziale – e più facile – per tutti coloro che non riescono a superare l’esame in Italia. In realtà la norma era nata con un nobile scopo: permettere a tutti gli avvocati che hanno conseguito il titolo in uno dei Paesi della Comunità Europea di esercitare la professione in tutto il territorio della CEE. In Italia l’unico obbligo è quello di iscriversi negli speciali elenchi degli stabiliti ma per il resto si è equiparati in tutto e per tutto agli avvocati che, invece, hanno sostenuto l’esame abilitante in Italia.

Il Cnf ha denunciato quella che sta assumendo i contorni di una vicenda quasi ai limiti della truffa. Da quando è entrata in vigore la direttiva, infatti, è stato tutto un proliferare di enti di formazione e associazioni che promettono titoli facili e biglietti aerei per la Spagna, quasi come se fosse un “titolificio” a tutti gli effetti. Anche i media stanno ultimamente dedicando una crescente attenzione al problema.

Quello che preoccupa l’Ordine degli Avvocati, in particolare, è il timore che la facilità con la quale i titoli vengono concessi negli altri Paesi dell’Unione Europea possa in qualche modo costituire una violazione della concorrenza, oltre che ad essere un possibile problema anche per gli utenti/clienti che, così, non possono contare su una preparazione certificata e tarata sugli alti standard che hanno sempre caratterizzato l’esame abilitante italiano.

In realtà si contesta anche una certa pubblicità ingannevole che promette di ottenere l’abilitazione addirittura senza dover sostenere alcun esame, semplicemente recandosi in determinati Paesi. Sono poi le stesse associazioni ad occuparsi di organizzare il viaggio, prendere gli accordi burocratici, etc. Secondo il Consiglio Forense, però, in nessun Paese della CEE è possibile divenire avvocato senza sostenere alcun esame ma ciò che varia è semplicemente la complessità dell’esame stesso. Si configurerebbe così quello che può essere definito un abuso commerciale e come tale va punito dalla legge.

Il Cnf non ha intenzione di restare a guardare mentre si perpetua un impoverimento della professionalità dell’avvocatura italiana. Per questo motivo, è stato presentato un rinvio pregiudiziale presso la Corte di giustizia delle Comunità europee.
Il pronunciamento è previsto per l’11 Febbraio mentre cresce l’attesa di una risoluzione della questione sia da parte di chi è volato in Spagna – o ha intenzione di farlo – per sostenere l’esame abilitante e chi, invece, ha studiato e faticato tanto per poterlo conseguire in Italia.”(fonte:redazione.finanza.com)

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