2° Elenco delle sedi di uffici dei giudici di pace che potrebbero essere conservate

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Pubblichiamo la seconda parte dei resoconti sulle deliberazioni dei comuni italiani per il mantenimento delle sedi degli uffici dei giudici di pace recentemente soppressi

1)Guardia Sanframondi
Gli impegni e le iniziative che l’amministrazione comunale guardiese metterà in campo per la difesa dell’Ufficio del Giudice di pace sono contenuti nell’atto deliberato all’unanimità in aula consiliare. Ed è dall’aula consiliare che prende avvio il percorso per chiedere, secondo i termini e le modalità stabilite dal decreto legislativo che regola la materia (il 156/2012) la richiesta di mantenimento del citato Ufficio. Il primo impegno in merito è quello che il Comune dovrà “farsi integralmente carico di tutte le spese di funzionamento e di erogazione del servizio di giustizia, ivi compreso il fabbisogno del personale amministrativo necessario, individuato nel numero di tre unità (un cancelliere, un assistente giudiziario e un ausiliario). La Casa Comunale guardiese, dunque, dovrà “provvedere alla copertura della pianta organica del personale amministrativo del Giudice di Pace con personale comunale appartenente a profili professionali equipollenti a quelli previsti per l’amministrazione giudiziaria presente nell’attuale dotazione organica del Comune di Guardia Sanframondi sia per consistenza numerica che per tipologie di figure professionali”. Per quel che concerne la struttura per ospitare l’Ufficio, l’amministrazione ha destinato a tale scopo ali di proprietà comunale ubicati in via Padre Adolfo Di Blasio, siti al piano terra dell’attuale sede della sezione staccata guardiese del Tribunale di Benevento, e in via Campopiano, quest’ultimo da destinare ad archivio per gli atti del suddetto ufficio.

L’amministrazione, attraverso l’assise cittadina, ha demandato al responsabile del servizio economico-finanziario di prevedere apposito importo nel bilancio (sia quello annuale 2013 che quello pluriennale 2013/2015) da destinare al finanziamento delle spese di funzionamento dell’Ufficio, che sono state quantizzate in circa 25.000 euro all’anno. Di particolare interesse è poi la manifestazione di disponibilità del Comune di Guardia Sanframondi al mantenimento dell’Ufficio anche mediante accorpamento degli stessi Uffici limitrofi, quello di Cerreto Sannita e quello di Solopaca, precisando che i suddetti uffici rientrano integralmente nel circondario della sezione staccata guardiese del Tribunale di Benevento. Proprio in merito a quest’ultima manifestazione, il Comune guardiese si assume anche l’impegno di farsi carico delle relative spese di funzionamento ed erogazione del servizio giustizia, ivi incluso il fabbisogno del personale amministrativo, riservandosi ogni atto utile e necessario all’esito della valutazione dell’amministrazione della giustizia. Sulla vicenda dell’accorpamento si è già espressa positivamente la giunta comunale di Cerreto Sannita, mentre tutto tace sul versante solopachese, dal quale non si esclude possa giungere, nei giorni futuri, una richiesta non concorde con quanto auspicato dall’assise cittadina guardiese. Ritornando alla vicenda prettamente guardiese va detto che proprio nella giornata odierna è fissato il termine ultimo per porre in essere tutti gli atti necessari al fine di avviare l’iter per l’esito dell’accoglimento dell’istanza di mantenimento da inoltrare al Ministero della Giustizia.
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2) I sindaci di sei comuni delle Madonie, Gangi Comune capofila, con tanto di delibera di consiglio comunale, hanno sottoscritto e inviato l’istanza al ministero della Giustizia con la quale richiedono il mantenimento dell’Ufficio del giudice di pace di Gangi, la cui soppressione (assieme a quella di altre centinaia di Uffici del giudice di pace sparsi in Italia) è prevista dal decreto legislativo n. 56 del 2012. Nella convenzione, assicurano che i Comuni si occuperanno di sostenere le spese per il mantenimento dell’Ufficio oltre a destinare, per il funzionamento amministrativo del servizio, quattro impiegati comunali, due del Comune di Gangi e altri due provenienti dai comuni limitrofi.

“All’approssimarsi del 29 aprile, termine ultimo per la presentazione dell’istanza al ministero della Giustizia com’era stabilito nella nota esplicativa del 28 febbraio scorso redatta dallo stesso dicastero – spiega il sindaco di Gangi comune capofila – ho sollecitato i sindaci e i consigli comunali a sottoscrivere per inviare la missiva al ministero proprio entro il termine del 29 aprile, altrimenti avremmo perso definitivamente la possibilità di mantenere l’Ufficio del giudice di pace accollandoci le spese, gli uffici attualmente sono ubicati in nostri locali e come Comune ci siamo sobbarcati anche le spese di gestione ed abbiamo messo a disposizione due impiegati mentre altri due arriveranno dagli altri comuni, rimane comunque la possibilità per altri comuni di aderire alla convenzione”.

“Uno sforzo voluto dal territorio – conclude – un enorme sacrificio per le casse comunali, per mantenere un servizio ma principalmente un presidio dello Stato, come l’ufficio del giudice di pace, che consente alla cittadinanza un rapporto vicino e diretto con le istituzioni giudiziarie rappresentando un fondamentale servizio per la collettività ed evitando lunghi ed estenuanti viaggi verso sedi più lontane”.
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3)Stamane, la Giunta ha ufficialmente deliberato la richiesta al Ministero della Giustizia per il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace. L’Amministrazione ha preso l’impegno di assumerne gli oneri per le spese vive di gestione nonché quelle legate al personale amministrativo. Sono necessarie due unità anziché quattro come inizialmente previsto.

Per chiedere al Ministero della Giustizia il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace e della sede distaccata del Tribunale di Bari il Consiglio comunale si è espresso l’anno scorso votando ben due ordini del giorno. Il provvedimento odierno è stato deliberato sulla base della ”Nota di istruzioni contenuta nel Bollettino ufficiale del Ministero della Giustizia” che ha stabilito le modalità per la trasmissione degli atti di impegno che sono richiesti specificamente per il mantenimento del Giudice di Pace.

”Ricordiamo che in base alle norme del Governo sui tribunali e sugli uffici dei giudici di pace – sottolinea il sindaco – adesso il compito gravoso di assumere gli oneri è passato agli Enti locali. Nonostante tutto, sia l’Amministrazione che il Consiglio hanno deciso sin da subito di non perdere un fondamentale presidio per l’esercizio delle funzioni giudiziarie in quanto, altrimenti, i cittadini e la categoria degli avvocati sarebbero stati penalizzati”.

Oltre a questa richiesta ufficiale per l’Ufficio del Giudice di pace, nelle scorse settimane l’Amministrazione ha preso impegni formali per mantenere sul territorio la sede distaccata del Tribunale di Bari.
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4)”Sono d’accordo con quanto scritto circa la chiusura dell’ufficio del Giudice di Pace a Saronno….. Ci stanno portando via il Tribunale (ormai è fatta…) con tutte le conseguenze del caso per accorparlo a quello di Busto Arsizio, ufficio questo che gia’ scoppia per carenza di personale ormai cronica, mancanza di . giudici e assoluta insufficienza di parcheggi….(ne sanno qualcosa gli operatori che giornalmente si recano a Busto Arsizio per lavoro i quali sono costretti a girare attorno al Palazzo per parecchio tempo per trovare un parcheggio – ora in alcune zone anche a pagamento), ed ora ci portano via anche il Giudice di Pace- ultimo baluardo di una Giustizia minore ma pur sempre importante, ancora esistente a Saronno che ha competenza anche per i Comuni limitrofi……..Io spero che i Sindaci di questi Comuni si rendano conto che chiudere anche questo Ufficio significherebbe perdere anche quel po’ di autonomia di giurisdizione che Saronno (e il suo mandamento) ha ancora.
29/04/2013″
Vincenzo Fioretti
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5)Rinvio delle chiusure e fronte comune di tutte le amministrazioni: su Tribunale e Giudice di Pace il Valdarno si gioca le ultime carte
Oggi il sindaco di Montevarchi invia al Ministero della Giustizia un ordine del giorno approvato all’unanimità in Consiglio comunale. Due le richieste: rinviare la chiusura della sezione distaccata del tribunale, almeno finché non si sarà pronunciata la Corte Costituzionale; e mantenere il Giudice di Pace a Montevarchi, con l’impegno dei dieci comuni del Valdarno aretino a farsi carico dei costi di gestione

Mentre il tribunale di Montevarchi viene già in parte smantellato, con il trasferimento di alcune funzioni ad Arezzo, il Valdarno prova a giocarsi le ultime carte per salvare sia la sezione distaccata, sia l’Ufficio del Giudice di Pace. Proprio oggi, infatti, scade l’ultimatum legato in particolare al Giudice di Pace: “Entro il 29 aprile – aveva stabilito il Ministero della Giustizia – gli enti locali potranno proporre istanza di mantenimento, purché si facciano carico delle spese del personale amministrativo, di gestione dei locali e delle attrezzature”.

Su questo punto si concentra la richiesta del Valdarno, che per la prima volta in forma scritta sancisce la cooperazione di tutti i dieci comuni del Valdarno aretino. In sostanza, il comune di Montevarchi chiede, in accordo con le altre amministrazioni, di mantenere l’ufficio del Giudice di Pace proprio a Montevarchi, accorpandolo quindi con quello di San Giovanni. Delle spese si faranno carico (con la riserva di costituire, se necessario, un apposito Consorzio) tutti i comuni, che ricercheranno le risorse finanziarie pro quota parte nel prossimo bilancio.

In realtà, parte delle spese per il Giudice di Pace sono già oggi a carico dei comuni. Intanto la sede (quella di Montevarchi è di proprietà del comune, così come quella di San Giovanni, destinata a chiudere), ma poi anche alcuni dei costi relativi al personale, visto che presso gli uffici valdarnesi del Giudice di Pace oggi opera un impiegato amministrativo comandato dal comune di Bucine, mentre un altro, comandato invece dal comune di Loro, lavora ad Arezzo. In sostanza, lo sforzo consisterebbe soltanto nell’unificare le forze e coordinarsi in modo da garantire che, almeno a Montevarchi, quell’ufficio rimanga.

Discorso diverso per il Tribunale: per le sezioni distaccate, infatti, non esiste alcun ultimatum. Il Decreto Legislativo del settembre 2012 ha disposto la chiusura di tutte le sedi distaccate dei tribunali, senza possibilità di contrattazione. Per questo non basta, ad esempio, ricordare che il tribunale di Montevarchi smaltisce il 30% dell’intero carico di lavoro del tribunale di Arezzo; che oggi è a servizio di un bacino di utenza di circa 100mila abitanti; che con la sua chiusura sparirebbe un importante presidio della Giustizia in tutto il Valdarno.

Dai primi giorni di aprile, il Presidente del Tribunale di Arezzo ha già preso alcuni provvedimenti di trasferimento di parte delle funzioni dalla sede di Montevarchi a quella centrale. Lo smantellamento, nella sostanza, è già iniziato: in applicazione del Decreto di cui abbiamo detto. Resta solo uno spiraglio: per ottobre è atteso infatti il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legittimità della legge-delega al Governo.

Per questo da Montevarchi parte oggi la richiesta non solo di mantenere il Giudice di Pace, ma anche di prorogare la chiusura del Tribunale distaccato per un periodo di cinque anni, o almeno fino al pronunciamento della Corte Costituzionale.

Il documento con le due richieste (quella per il mantenimento del Giudice di Pace e per il rinvio della chiusura del Tribunale) sono contenute in un ordine del giorno che ha ricevuto favore unanime, stamani, da parte del Consiglio comunale di Montevarchi. L’intera documentazione è stata quindi inviata al neo Presidente del Consiglio, ai Ministeri competenti oltre che agli organi di Giustizia coinvolti.
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6)scaduto il termine per tentare di salvare gli Uffici del giudice di pace. Su oltre 500 che rischiano la chiusura in Italia, ne potrebbero restare aperti 150, perché sono tante le amministrazioni comunali che hanno presentato domanda per il loro mantenimento, accollandosi però le spese per il funzionamento, comprese quelle del personale amministrativo. Come conferma il presidente del tribunale , il pericolo chiusura non riguarda, per ora, gli uffici di via Italia, dove peraltro non tira da tempo una buona aria, per non dire che soffiano venti di tempesta. Da anni, ormai, mancano i funzionari della cancelleria, preposti alla firma degli atti e delle formule esecutive, e la situazione è ormai alla paralisi.
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7)Questa mattina la Giunta comunale ha ufficialmente deliberato la richiesta al Ministero della Giustizia per il mantenimento dell’ufficio del giudice di pace. L’Amministrazione ha preso l’impegno di assumersi gli oneri per le spese di gestione e per il personale amministrativo. Sono necessarie due unità anziché quattro come inizialmente previsto. Il provvedimento è stato deliberato sulla base della ”Nota di istruzioni contenuta nel Bollettino ufficiale del Ministero della Giustizia” che ha stabilito le modalità per la trasmissione degli atti di impegno richiesti specificamente per il mantenimento del Giudice di Pace.

Lo scorso anno il Consiglio comunale ha votato due ordini del giorno per chiedere al Ministero della Giustizia il mantenimento dell’ufficio del giudice di pace e della sede distaccata del Tribunale di Bari. «Ricordiamo- sottolinea il sindaco – che, in base alle norme del Governo sui tribunali e sugli uffici dei giudici di pace, adesso il compito gravoso di assumere gli oneri è passato agli Enti locali. Nonostante tutto, sia l’Amministrazione che il Consiglio hanno deciso sin da subito di non perdere un fondamentale presidio per l’esercizio delle funzioni giudiziarie in quanto, altrimenti, i cittadini e la categoria degli avvocati sarebbero stati penalizzati».

Oltre a questa richiesta ufficiale per l’Ufficio del Giudice di pace, nelle scorse settimane «l’Amministrazione – leggiamo in una nota del Comune – ha preso impegni formali per mantenere sul territorio la sede distaccata del Tribunale di Bari».

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